I Pronto soccorso sono in emergenza, mentre dal primo gennaio una nuova "minaccia" rischia di rendere la situazione ancora più grave: a rischio taglio sono infatti, circa 4.000 medici precari, in prevalenza operanti proprio nei Pronto soccorso. L'allarme è più forte al sud e nelle regioni sottoposte ai piani di rientro in Sanità. Sotto accusa i piani di riordino ospedaliero e la drastica riduzione dei posti letto (2.200 posti letto in meno entro il 31 dicembre 2012 solo in Puglia, ed oltre 2.000 in Sicilia). Il fatto, osserva il segretario della Fp-Cgil Medici Massimo Cozza, è che i Pronto soccorso «rappresentano il punto nevralgico del sistema, ed è qui che le disfunzioni si sentono maggiormente». Le cause? «I Piani di rientro per varie Regioni, come Campania, Sicilia, Puglia, Calabria e Lazio» spiega Cozza «se prevedono da un lato la chiusura dei piccoli ospedali, non prevedono però il contemporaneo potenziamento dei servizi sul territorio. Dal canto suo Vincenzo Carpino (nella foto), Presidente Aaroi-Emac sottolinea come «il sovraffollamento dei Pronto soccorso non è una novità è una questione ricorrente che purtroppo si ripropone ogni anno, in particolare nei mesi invernali in cui c'è il picco dell'influenza stagionale. Quest'anno però la situazione è ben più grave perché alla prevedibile maggiore affluenza di utenti si aggiungono: gli organici ridotti all'osso per effetto del blocco del turnover e la chiusura di interi reparti in seguito all'applicazione dei piani di rientro di alcune regioni.
Fonte 20.1.2011
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