A settembre ci sarà un po' di lavoro. Ma dopo l’incontro di martedì le preoccupazioni dei sindacati restano intatte: "Nessun piano concreto, solo parole"
Le dipendenti dell'Omsa in sciopero (foto Corelli)
Ravenna, 21 luglio 2010 - CRISI OMSA: rinviata di alcune settimane la chiusura dello storico calzificio. Il 23 luglio si chiude, ma per la pausa estiva. Il primo settembre infatti la produzione, seppur in quantità ancora più ridotta, riprenderà.
La durata della ripresa non è stata definita da date: si è parlato genericamente di ‘settembre’. Contestualmente proseguirà lo smontaggio delle macchine necessarie alle produzione del gruppo in altri siti, nel Mantovano o in Serbia. In settembre alle macchine lavoreranno a rotazione 100 operaie organizzate su due turni, di quattro ore ciascuno. E’ quanto emerso nell’incontro proprietà-sindacati avvenuto ieri mattina, nella sede faentina dell’Associazione Industriali. Presenti per l’azienda il consulente della famiglia Grassi William Storchi e il responsabile delle relazioni sindacali del gruppo Federico Destro; per le operaie i delegati dei tessili di Cgil, Cisl e Uil, i segretari confederali di Cgil e Cisl e l’Rsu. Hanno preso parte all’incontro anche gli assessori comunale Germano Savorani e provinciale Paolo Valenti.
«Nell’incontro – scrivono in una nota unitaria Filctem–Cgil, Femca Cisl e Uilta Uil — come richiesto da organizzazioni sindacali e istituzioni al ministero dello Sviluppo Economico lo scorso 13 luglio, si è definito che l’azienda proseguirà la parziale attività produttiva nel mese di settembre. La proprietà ha informato che nel frattempo proseguirà con la disinstallazione dei macchinari. Come organizzazioni sindacali abbiamo insistito nel chiedere di mantenere la produzione fino ad una concretizzazione di accordi condivisi che portino a congrue proposte occupazionali. Ma ad oggi la direzione aziendale non si è voluta assolutamente esprimere in tal senso».
Dal 15 marzo a oggi , ovvero da quando è scattata la cassa integrazione straordinaria per cessazione attività, delle 350 dipendenti Omsa (il personale è in maggioranza femminile) lavorano in 160 a rotazione due turni di 4 ore ciascuno.
Neanche in quest’incontro i rappresentanti del gruppo mantovano Golden Lady hanno svelato il nome e i numeri, relativamente a progetto industriale e ai livelli occupazionali, dell’imprenditore con cui stanno trattando la cessione dello stabilimento, che sorge su un’area di 44mila metri a ridosso del casello dell’A14. «L’azienda ancora ad oggi — si legge nella nota — non ha fornito nessun nuovo elemento che possa dare risposte concrete per il futuro e per la ricollocazione delle maestranze Omsa». Si sa solo che la proprietà sta trattando la cessione dell’intera area con un gruppo agroindustriale. Sindacati e istituzioni temono che un’industria del settore necessiti di poco personale: nel caso propongono un frazionamento dell’area per favorire l’impiego in più attività di più personale. «Abbiamo ribadito la necessità – concludono i sindacati — di attivare un confronto prima della stipula definitiva di qualsiasi accordo e un maggiore coinvolgimento delle istituzioni e delle organizzazioni sindacali, istituzioni, così che si possa valutare che le proposte individuate, diano una vera risposta alla ricollocazione delle lavoratrici e dei lavoratori Omsa».
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