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5.9.09

BERLUSCONI VUOLE CHIUDERE LA STAMPA CHE LO CRITICA - REGIME



Comunicato della Direzione de l'Unità

Le argomentazioni contenute nei due atti di citazione (nelle foto: le copertine dei due numeri del giornale "incriminati") sono formalmente dirette a dimostrare che l’Unità ha colpito la reputazione di Berlusconi, ma nella sostanza delineano un illecito non previsto dal nostro ordinamento, quello di lesa maestà.

Il legale del presidente del Consiglio contesta le nostre opinioni politiche, le nostre valutazioni (peraltro condivise da opinionisti di altri giornali nazionali e internazionali e comunque attinenti alla libera manifestazione del pensiero tutelata dall’articolo 21 della Costituzione) sui rapporti tra la maggioranza e il Vaticano. O i giudizi sui comportamenti privati del premier e sulla loro compatibilità col suo ruolo pubblico.

Viene addirittura qualificato lesivo della onorabilità del premier il fatto di aver riportato giudizi espressi pubblicamente da Veronica Lario attorno alle sue condizioni e alle sue frequentazioni con minorenni. Persino l’opinione di una scrittrice come Silvia Ballestra viene inserita nell’elenco delle affermazioni non pubblicabili.

Un passo dell’atto prodotto dal legale del premier riassume bene il senso complessivo dell’iniziativa. “Si è scritto, spacciandolo per vero, che ‘tutto’ sarebbe stato ‘nascosto‘ manipolando l’informazione attraverso le televisioni. E che il dottor Berlusconi non solo avrebbe tale controllo ma addirittura ne avrebbe abusato e continuerebbe ad abusarne in danno del servizio pubblico Rai e per i suoi interessi personali (che sarebbero una sorta di guerra contro Sky). Il che, come quant’altro divulgato dall’Unità, è mera invenzione”.

In definitiva, è “diffamatorio” anche dire che Berlusconi controlla l’informazione in Italia.

Viene contestata la “illiceità” di due interi numeri del giornale in tutte le loro parti che si riferiscono al presidente del Consiglio e, attraverso il combinato disposto di articoli e commenti, diventa “diffamatoria” una linea politica e una visione del mondo.

Non è possibile, nei due atti di citazione, trovare nulla che riguardi il merito delle affermazioni contestate. Né, quindi, ci viene data la possibilità di dimostrare che esse sono fondate su dichiarazioni pubbliche (addirittura fatte da parlamentari della Repubblica un tempo legatissimi al premier, come Paolo Guzzanti) o su dichiarazioni già acquisite dall’autorità giudiziaria (come quelle della D’Addario) e diffuse da tutta la stampa mondiale.

E questo chiarisce le ragioni della scelta della sede civile e la richiesta di un risarcimento esorbitante. E’ evidente che Silvio Berlusconi, come già il fascismo, vuole chiudere il giornale fondato da Antonio Gramsci.

Faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per impedirlo. Lanciamo, ai nostri lettori e a tutti i democratici, un appello perché si mobilitino a difesa della libertà di stampa.

L'intenso traffico che il nostro quotidiano online sta registrando in queste ore, potrebbe causare dei rallentamenti nell'accesso: ce ne scusiamo con i lettori.
02 settembre 2009

Si vuole zittire "L'Unità" come nel ventennio fascista.  Il giornale venne stampato e diffuso clandestinamente.
Non dobbiamo consentire che ciò si ripeta. La libertà d'informazione è condizione essenziale perchè un paese sia considerato democratico.

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Luciana P. Pellegreffi


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1 commento:

  1. Ciao Niforchieri,

    Penso che chi sceglie di raccogliere il voto e quindi la rappresentanza dei cittadini e di essere eletto in un qualunque schieramento politico e debba rendere conto ai suoi cittadini elettori della coerenza tra ciò che dice e ciò che fa proprio in virtù di un voto che è una delega alla rappresentanza e che deve essere bidirezionale.

    Non mi pare che l'Unità abbia pubblicato notizie che non fossero già di dominio pubblico, avrebbe dovuto denunciare anche l'ex moglie quando si è riferita alle sue condizioni di salute e alle frequentazioni con minorenni, perchè non lo ha fatto?

    Credo inoltre che la reputazione personale ognuno se la crea con le proprie mani e se viene intaccata probabilmente il primo artefice di tale sgretolamento è da ricercare nelle dichiarazione e/o comportamenti della persona stessa.

    Non credo che l'Unità abbia pubblicato nulla che non si trovi in rete da anni e a iosa e sulla stampa internazionale, infatti non è una denuncia penale essendo priva di presupposti, ma civile, cioè richiesta di soldi.

    Credo che il progetto sia semplicemente, in caso di vittoria, quello di far chiudere un giornale sicuramente non colluso con questo governo.

    La tua osservazione è giusta, a mio parere, se si stratta di privati cittadini e non personaggi politici per ciò che ho scritto inizialmente.

    E' solo la mia opinione.

    Grazie dell'occasione per una ulteriore riflessione.

    Buona giornata

    Luciana P. Pellegreffi

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