Il Centro destra alla guida della Regione Piemonte tenta di cambiare con una delibera di giunta una legge dello stato, posta sotto la tutela della Costituzione: la 194 del 1978 sull’interruzione volontaria di gravidanza.
Il Governatore del Piemonte, Roberto Cota, per onorare un patto elettorale con l’ala più intransigente dei movimenti pro vita, vuole delegittimare i consultori pubblici, equiparando il personale medico e specialistico con volontari delle associazioni che prevedono nel loro statuto proprio la lotta alla legge 194. Gli stessi che davanti agli ospedali aggrediscono le donne distribuendo foto di cadaveri di feti bollando come assassine le le donne, criminalizzando le loro scelte ed il loro diritto alla salute.
Oggi i Consultori sono i luoghi deputati per i servizi rivolti alla donna e al bambino, per la procreazione e la genitorialità consapevole, per la tutela della salute e delle scelte della donna.
I Consultori Piemontesi lavorano per la prevenzione: il tasso di aborti è diminuito del doppio rispetto a Lombardia e Veneto.
Il sostegno ai volontari pro vita, la violazione della legge sulla privacy, la mortificazione del personale medico e paramedico, rappresentano una violenza nei confronti delle donne e del principio di autodeterminazione.
La maggioranza di centro-destra in Consiglio Regionale ha respinto due ordini del giorno che chiedevano il ritiro del Protocollo, uno dei quali presentato come primo firmatario da Andrea Stara, che ha promosso nella stessa giornata un presidio di protesta davanti al Consiglio regionale.
Il Difensore Civico della Regione Piemonte, rispondendo ai quesiti posti da 412 richieste di intervento da parte di cittadine\i e associazioni ha rilevato eccezioni di incostituzionalità, di violazione della legge sulla privacy, di incongruenza con il principio di incostituzionalità dello stato.
Due associazioni, La Casa delle Donne e Activa Donna, quest’ultima con il sostegno del consigliere Stara, hanno presentato ricorso al Tar, chiedendo il ritiro immediato del Protocollo per vizi di incostituzionalità.
La sentenza è stata fissata per l’8 giugno.
A sostegno del ricorso abbiamo lanciato una petizione popolare in cui chiediamo il ritiro immediato del Protocollo e l’avvio di un monitoraggio e di un confronto con tutti i soggetti coinvolti rispetto alle reali esigenze di una politica di prevenzione e tutela della salute.
Migliaia di firme sono state raccolte in poche settimane nelle piazze di Torino e ora la petizione è sottoscrivibile anche on line.
per il ritiro del Protocollo Cota-Ferrero che introduce nei Consultori pubblici le frange più integraliste delle associazioni Pro Vita!
B.U. n.43
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