MILANO - Una governance inefficiente e irresponsabile. Frequente uso di istituzioni pubbliche per conquistare vantaggi elettorali. Fragilità italiane che fanno del nostro Paese «il miglior alleato» degli Usa. O meglio un «forte alleato» a cui l'America si prepara a «chiedere». Parola di Wikileaks. Ovvero dell'ambasciatore Ronald Spogli. Documenti segretissimi, come sempre sfuggiti da servizi segreti e controlli per approdare al sito di Assange. E che ora il Gruppo Espresso pubblica.
Carteggi che «svelano» un'Italia che fa la gradassa nello scacchiere internazionale. Ma che in realtà poco ha da dire e da mettere nel piatto. Sono ancora le parole dell'ambasciatore Spogli a mettere in un drammatico ridicolo «il miglior alleato». «Il lento ma costante declino economico dell'Italia compromette la sua capacità di svolgere un ruolo nell'arena internazionale», scrive l'ambasciatore nel memoriale di congedo dal suo mandato al nuovo segretario di Stato Hillary Clinton. «La sua leadership manca di una visione strategica. Le sue istituzioni non sono ancora sviluppate come dovrebbero essere in un moderno paese europeo....». È ancora Spogli a raccontare le relazioni del premier italiano. « Silvio Berlusconi, con le sue frequenti gaffes e la scelta sbagliata di parole ha offeso quasi ogni categoria di cittadino italiano e ogni leader europeo». E continua: «la sua volontà di mettere gli interessi personali al di sopra di quelli dello Stato ha leso la reputazione del Paese in Europa e ha dato sfortunatamente un tono comico al prestigio dell'Italia in molte branche del governo degli Stati Uniti». Spogli insiste molto sul «declino» dell'Italia.
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