MANIAGO (PORDENONE) - Dormira' in macchina e fara' lo sciopero della fame fino a quando non otterra' un incarico da qualche scuola elementare: e' la protesta di Maria Carmela Salvo, di 55 anni, originaria di Palermo, da cinque anni docente precaria in provincia di Pordenone. Stamani la donna ha parcheggiato la sua utilitaria nella piazza di Maniago (Pordenone), cittadina nella quale ha insegnato negli ultimi anni, e ha assicurato che non si muovera' fino a quando non avra' una cattedra. ''La scuola e' diventata una macelleria di precari - ha detto - e la riforma Gelmini la sta distruggendo. A 55 anni non sono ancora riuscita a diventare di ruolo e la contrazione delle cattedre ha impedito che ottenessi un incarico annuale. Non mi resta che lo sciopero della fame e dormire in auto. Staro' qui' almeno fino al 13 settembre, giorno di inizio delle lezioni, quando spero che qualche scuola mi chiami per supplenze brevi''. Insieme alla donna, oltre a un gruppo di colleghi precari e rappresentanti sindacali, c'e' il marito, anch'egli disoccupato. ''La mia piu' grande vergogna - ha spiegato la maestra - e' stata quando, due anni fa, mia figlia, anche lei precaria in call center, mi ha pagato il biglietto dell'aereo per tornare in Friuli a insegnare''.
PRECARIO PALERMO, VERSO MOBILITAZIONE NAZIONALE - "Si va verso una mobilitazione nazionale dei precari della scuola davanti al Ministero dell'istruzione". Lo dice Salvo Altadonna, insegnante di sostegno in sciopero della fame da 15 giorni, partito per Roma insieme a una delegazione di precari siciliani, per partecipare in piazza Montecitorio a due assemblee indette dal coordinamento nazionale precari. Salgano a cinque in tutto i precari della scuola palermitani in sciopero della fame. Insieme a Giacomo Russo, Salvo Altadonna, Pietro Di Grusa e Caterina Altamora, anche Paolo Di Maggio, ha iniziato da due giorni il digiuno forzato contro i tagli della legge 133 e la riforma della scuola. Intanto a Palermo un centinaio di persone presidiando gli uffici del provveditorato agli studi in via Praga, dove è in programma per le 16 un'assemblea organizzata dai Cobas.
ANCHE A MILANO 4 PRECARI IN SCIOPERO DELLA FAME - "La scuola pubblica è alla frutta e i precari della scuola alla fame": è il cartello appeso davanti a una tavola apparecchiata ma priva di qualsiasi cibo perché, dopo Palermo, anche a Milano gli insegnanti precari iniziano oggi uno sciopero della fame per denunciare lo stato di salute dell'istruzione. In quattro, due uomini e due donne, inizieranno oggi a rinunciare ad alimentarsi per chiedere "non solo la difesa dei nostri posti di lavoro ma una scuola pubblica statale di qualità - hanno spiegato in un incontro con la stampa davanti all'Ufficio scolastico regionale -. Siamo contrari a ogni ipotesi di smantellamento, regionalizzazione o ingresso dei privati. Inoltre, chiediamo il ritiro dei tagli previsti dalla legge 133 e il reintegro dei finanziamenti". Insieme a queste rivendicazioni nazionali, i promotori dell'iniziativa, il Movimento Scuola Precaria e il Presidio Permanente dei lavoratori della Scuola, avanzano istanze locali: "nomine trasparenti e pubbliche, numero sufficienti alle richieste di personale di sostegno e l'apertura di un tavolo per avere trasparenza sui numeri dei tagli a Milano e in Lombardia e sostegno a chi perderà il posto". Alle 15, in concomitanza con un'assemblea pubblica indetta davanti al provveditorato di via Ripamonti, i quattro inizieranno il loro digiuno che durerà "almeno fino a sabato", promettono. In questi giorni Cristina Virardi (insegnante di lettere alle medie, 29 anni, di cui tre da precaria), Alessandro Risi (professore di latino e greco di 37 anni, otto da precario), Davide Bondesan (insegnante di latino e greco di 28 anni, precario da tre) e Miriam Petruzzelli (insegnate di sostegno di 34 anni, da sei precaria) dormiranno nelle tende e nella roulotte davanti al provveditorato "affamati di dignità", come recita il cartello che i quattro portano al collo.
Ansa.it
Vedi: SCUOLA
i soldi per assumere i precari non ci sono. la Gerlmini ha ragione
RispondiElimina7 miliardi di euro per assumere gli insegnanti precari. Sintesi di una scuola al collasso