Nel paese in cui la libertà d'informazione è dipendente del potere politico ed economico, cerchiamo di tenere attivi i nostri neuroni al pensiero, alla critica, alla distribuzione della libera informazione.

Pagine

17.8.10

MUORE L' "EMERITO" PRESIDENTE COSSIGA: "MASSACRARE I MANIFESTANTI SENZA PIETA' "

Roma: oggi 17 agosto 2010 è morto per una crisi cardiocircolatoria, Francesco Cossiga, aveva 82 anni ed era presidente emerito della Repubblica, iscritto diciassettenne alla Democrazia Cristiana.
Ottavo presidente della Repubblica dal 1985 al 1992 quando assunse, di diritto, l'ufficio di senatore a vita. A seguito di un decreto del presidente del Consiglio dei ministri ha potuto fregiarsi del titolo di presidente emerito della Repubblica Italiana.
È stato ministro dell'interno nel Governo Andreotti III dal 1976 al 1978, quando si dimise in seguito all'uccisione di Aldo Moro. Dal 1979 al 1980 fu presidente del Consiglio dei ministri e fu presidente del Senato della Repubblica nella IX legislatura dal 1983 al 1985, quando lasciò l'incarico perché fu eletto al Quirinale.

Intervista a Cossiga del 23.10.2008: infiltrare tra gli studenti agenti provocatori pronti a tutto.


Da Corriere della Sera del 23/03/2008
La rivelazione: militano nella Margherita Cossiga e gli adepti di Gladio "Due sono ora al governo".
Roma - Francesco Cossiga rimuove la polvere depositata sui fascicoli di Gladio, la struttura segreta creata negli anni della guerra fredda dai servizi segreti e dalla Nato. La novità, stavolta, riguarda l'elenco dei 628 nomi consegnato nel 1990 alla commissione Stragi da Giulio Andreotti (allora capo del governo): "Da quell'elenco mancano un bel po' di nomi. Per esempio quelli di due membri del governo attualmente in carica. Posso dire che sono della Margherita". Ma l'"ennesimo indovinello di Cossiga", come lo definisce Massimo Brutti, del Pd, che nel 1990 scrisse la mozione su Gladio presentata in Parlamento dal Pci, non è di facile soluzione perché tra ministri e sottosegretari in carica della Margherita nati negli anni 40 ce ne sono una quindicina. "Non so assolutamente nulla, questa non l'ho mai sentita", ha risposto Giulia Andreotti. E anche Francesco Gironda, portavoce degli ex gladiatori, non ritiene attendibile la rivelazione: "Non essendoci uno schedario centralizzato, all'inizio mancavano 4 o 5 nomi ma poi furono aggiunti all'elenco. Inoltre, dopo una verifica fatta dal generale Inzerilli (capo militare di Gladio dal '74 all'86), ci siamo anche resi conto che c'erano delle omonimie capaci di creare confusione".
 L'ex presidente della Repubblica vuole equiparare membri della struttura segreta della Nato ai militari.
Cossiga presenta disegno di legge per un "riconoscimento" a Gladio

Cossiga/ Gladio: L'unico a darci giusto riconoscimento
Roma, 17 ago. (Apcom) - Uscita dalle nebbie della clandestinità, e ormai disciolta, l'associazione 'Stay Behind', meglio nota come 'Gladio', ha oggi anche un sito, nel quale compare il ricordo dei 'gladiatori' per la scomparsa di Frrancesco Cossiga "primo Socio Onorario della nostra Associazione".
"Intendiamo manifestare tutta la nostra gratitudine e riconoscenza - si legge - per la lealtà ed il coraggio dimostrati nei nostri confronti, essendo stato il primo - ed a tutt'oggi l'unico tra coloro che hanno operato al suo livello - a riconoscere che la struttura militare segreta speciale anti-invasione "Stay Behind" aveva sempre e soltanto operato legittimamente a difesa dello Stato, difendendola dal violentissimo attacco che certa stampa e certa politica gli avevano allora sferrato".

Cossiga e Gladio
Nel 1966, quando entrò per la prima volta al governo, Cossiga ricevette la delega, come Sottosegretario alla Difesa, a sovrintendere Gladio, sezione italiana di Stay Behind Net, organizzazione segreta dell'Alleanza Atlantica (di cui facevano parte anche Austria e Svezia).
Le asserite responsabilità di Cossiga nei confronti di Gladio furono confermate dal medesimo interessato che, ancora presidente, ebbe a chiedere (il 21 novembre 1991, all'indomani della sentenza di incompetenza con cui il giudice Felice Casson aveva trasmesso gli atti su Gladio alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Roma) di essere processato e a definirsene «l'unico referente politico», precisando di «essere stato perfettamente informato delle predette qualità della struttura». Sono differenti le versioni sui motivi che indussero l'allora presidente del Consiglio Giulio Andreotti a divulgare la struttura segreta di Gladio:

1. Paolo Guzzanti, nel suo libro Cossiga, un uomo solo (Rizzoli, 1991) dedica un capitolo («La fiaba del giudice, del gatto e del primo ministro») alla chiave interpretativa di fonte cossighiana: la richiesta del giudice che indagava sulla strage di Peteano, Felice Casson, di accedere agli archivi del SISMI a Forte Braschi, sarebbe stata inopinatamente accolta dal presidente del consiglio Giulio Andreotti per dare luogo ad un regolamento di conti con il Capo dello Stato, da poco esternatore assai sgradito alla maggioranza DC;
2. lo stesso Cossiga, in una sua autobiografia, La versione di K (Rizzoli, 2009), scrive, riferendosi ad Andreotti: "Mi ha risposto che, ormai caduto il Muro di Berlino, non vi era più alcuna ragione per non raccontare come stavano davvero le cose. Tanto più, aggiunse, che aveva concesso al pm veneziano Felice Casson (…) il permesso di andare a vedere negli archivi dei Servizi Segreti: a quel punto c'era poco da sperare che non avrebbe ricostruito tutto" (pag. 158).
Vi sono state differenti valutazioni politiche sul suo coinvolgimento nella vicenda di Gladio.
Mentre Cossiga ha recentemente dichiarato che sarebbe giusto riconoscere il valore storico dei gladiatori così come avvenne per i partigiani, il presidente della Commissione Stragi Giovanni Pellegrino ebbe a scrivere: «[...] se in sede giudiziaria un'illiceità penale della rete clandestina in sé considerata è stata motivatamente e fondatamente negata, non sono state affatto escluse possibili distorsioni dalle finalità istituzionali dichiarate della struttura, che ben possono essere andate al di là della sua già evidenziata utilizzazione a fini informativi...».

La richiesta di messa in stato di accusa
Il 6 dicembre 1991 fu presentata in parlamento da parte dell'allora minoranza la richiesta di messa in stato di accusa per Francesco Cossiga[11].
Tra i firmatari delle mozioni vi erano Ugo Pecchioli, Luciano Violante, Marco Pannella, Nando Dalla Chiesa, Giovanni Russo Spena, Sergio Garavini, Lucio Libertini, Lucio Magri, Leoluca Orlando, Diego Novelli.
Il comitato parlamentare ritenne tutte le accuse manifestamente infondate, come si legge negli atti parlamentari del 12 maggio 1993.
La Procura di Roma richiese l'archiviazione a favore di Cossiga il 3 febbraio 1992 e l'8 luglio 1994 la richiesta fu accolta dal tribunale dei ministri.

Biografia

Ci sono morti leggere come piume e morti pesanti come le montagne (Mao Tse Tung).

Condoglianze?
No grazie.

Nessun commento:

Posta un commento

Nome Cognome

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.