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23.8.10

COSTRUTTORI DI PONTI


Marigo Giandiego

Nella vita in genere accade di costruire è una componente inalienabile e quasi automatica di ogni esistenza. Ognuno, però, può scegliere cosa costruire, ma essenzialmente, metaforicamente, semplicisticamente, riassumerò in due possibilità le scelte di ciascuno.
Si possono costruire Muri o Fortezze oppure si possono costruire Strade e Ponti. Certamente l'enunciazione è riduttiva, ma concedetemela se no stiamo qui sino a domani senza mai cominciare a dire quel che voglio dire.
Esistono alcune caratteristiche in queste ipotetiche costruzioni che dipendono dal periodo storico.
Ci sono, quindi, periodi che sono favorevoli alla Fortezza, al confine in filo spinato, al muro insomma ed altri che sono maggiormente ariosi e danno possibilità all'idea dell'ampio viale o del ponte...ancora miglior metafora, fra due diverse sponde. Questo vale in generale per la lettura dei periodi storici, ma esiste una componente personale, una possibilità di scelta, che vale quasi per ogni cosa con la quale l'essere umano si trovi a cimentarsi.
Gli esseri umani quindi, in qualche modo, si dividono, sommariamente in costruttori di ponti o di muri.

Certo a volte le componenti si mischiano e nel corso di un percorso ci si trova a fare l'una o l'altra cosa, secondo l'esigenza e l'accadimento, ma resta la vocazione e questa è fondamento, carattere.
Ora se noi applicassimo questo criterio agli accadimenti quotidiani sarebbe facilissimo individuare dove abbia prevalso l'uno o l'altro.
Non voglio qui scendere in giudizio rispetto al fatto che sia maggiormente importante fare l'una o l'altra cosa, anche se, come tutti, io ho una mia personalissima vocazione. Non mi interessa decidere qui se sia più importante proteggere o conoscere.
Solo vorrei ragionare con voi di cosa ci serva oggi...qui, in questo paese per fare dei passi avanti e per cambiare un poco le cose.
Non vorrei limitarmi alla politica, anche se la tentazione è forte, perchè finirei con l'essere riduttivo, limitato e sebbene la politica c'entri, non è l'unico aspetto di questa necessità e del discorso che stiamo toccando...o almeno provando a toccare.
Sono convinto che oggi, per cambiare il paese, si debba iniziare a descrivere un mondo altro da quello proposto dal potere, credendoci e creando un cultura diversa ed alternativa all'Unico Pensiero...l'ho detto molte volte, è un po' il mio marchio di fabbrica, ma può non voler dire molto se non sia corroborato dalla possibilità.

Un bel progetto resta carta straccia se non lo si attua.

Un'idea rimane un'astrazione sino a che non la si pratichi.

Quindi definire questa necessità non è più sufficiente, bisogna iniziare a fare.
A questo punto entra la differenza di cui abbiamo amorevolmente chicchierato sin qui...esistono tendenze , anche progressiste, all'individuare caratteristiche che definiscano, che delimitino, che escludano, quasi che la definizione sia poi così importante.

Quasi che l'individuare quallo che non dobbiamo essere divenga maggiormente importante dell'essere medesimo. Io vorrei iniziare a parlare di quello che si deve fare. Di cosa vogliamo rispetto a quello che non.
Non pensiate che porre le questioni in questo modo non imponga scelte precise, tutt'altro, solo pone le questioni in temine di costruzione di ponti anziché di definizione ed innalzamento di muri. Faccio un esempio...ed uso la politica, perchè poi nella pratica della vita, quasi tutto finisce con il diventarlo, stolto l'uomo che pensa che la politica sia cosa necessariamente sporca e per politici.
Il nucleare...esistono due possibilità di approccio a questa discussione. L'una che definisce quello che non si può fare e che si perde nel muro contro muro dei possibilisti e dei contrari di principio, che continua dividendo la stessa area di progresso in finti antinucleristi...in veri e puri, in astuti che fanno finta per procacciarsi voti.

L'altra che parte dalle esigenze della gente, dai bisogni di Gaia e dal collegamento che esiste fra il tutto e noi, che tiene presente l'impegno innegabile che noi abbiamo con le generazioni future, che ragiona sulla compatibilità perchè pensa al domani e vede futuro...che pensa possibilità e che osserva quello che ha attorno con l'occhio di colui che vuole andare avanti.

Ed allora la differenza si crea sul fare, sul praticare sull'esserci e non sul dire, è differenza reale...sulle scelte di fondo, sulle premesse e non dà luogo ad equivoci, permette persino il gioco della democrazia.

Definire quindi dopo il rapporto con il potere diviene molto più semplice, perchè quello che si acquisisce, quello che si conquista non viene determinato dall'appartenenza ad un gruppo, ad una tifoseria.

Non parte da una limitazione, ma dall'acquisizione, dall'estensione...dall'abbattimento di muri e dalla costruzione di ponti.

Il che è anche l'essenza dell'avanzare, del proporre, dell'essere contagiosi. Il comportamento di chi costruisce ponti è completamente diverso da quello di chi costruisce muri. L'uno si svolge camminando in avanti e guardando l'orizzonte, mentre l'altro arretra cercando di fermare le invasioni...l'uno fonda sul coraggio e la prospettiva mentre l'altro sulla paura e sul bisogno di delimitare il proprio territorio.
E' facile applicare questo criterio davvero ad ogni manifestazione dell'essere umano dalla spiritualità alla filosofia, alla cultura...costruttori di ponti oppure di muri.

Facilissimo, non resisto alla tentazione, applicarlo alle cose della politica spicciola, quella delle alleanze, per esempio nell'Area di Progresso, si può procedere confrontando i propri muri oppure costruendo ponti...attraverso i quali circolino le idee e si confrontino le opinioni, ci si può avvicinare gli uni agli altri avendo in testa un muro oppure un ponte.

Facile pensare che il prediligere il ponte al muro crei confusioni, contaminazioni, scarsa chiarezza...non è così, crea possibilità, condivisione...premesse comuni, vale il medesimo criterio che abbiamo adoperato per il nucleare. Quando si parla di ponti e difficile simulare una disponibilità! Premettere una regola inalienabile è muro! Come il porre un postulato. Il premettere il proprio guadagno ed il profitto è muro.

Quando si parli di ponti i costruttori di muri sono palesi...individuabili, scoperti...

Perdonate se insisto ponendovi la mia vocazione come positiva.

Perdonate se pretendo che questa volta i pensatori autorizzati ed i dirigenti politici ascoltino quel che dico...diciamo, ma siamo stanchi di trovare muri e muretti ad ogni curva delle nostre strade, stanchi di gabellieri, traghettatori, stanchi di caselli e casellanti, stanchi d'ogni pedaggio.

Noi costruiamo ponti, noi creiamo possibilità, perchè questa è la nostra vocazione...chi costruisce muri, per questa volta si faccia in là, perchè stavolta Gaia non può aspettare


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