Sabato 13 febbraio in via Padova viene ucciso Ahmed Abdel Aziz El Sayed, egiziano di 19 anni, la sera stessa molti nordafricani scesero in strada rovesciando auto e spaccando vetrine; iniziarono dopo che il corpo del ragazzo ucciso rimase circa quattro ore in strada; avrebbero voluto lavarlo come prevede il rito funebre egiziano.
Nei giorni successivi furono fermate varie persone tra cui un ragazzo dominicano di 21 anni accusato di concorso in omicidio volontario aggravato e lesioni, immigrato regolare, non risulta appartenere a gang.
Un fatto di cronaca grave come purtroppo altri ne avvengono, ma ha due note specifiche: immigrati e disordini in strada e ciò è quanto basta per dare il via ai politici alla gara di chi strilla di più, di chi è più bravo a difendere gli italiani, a garantire alla sicurezza.
Chi ha gridato alla lotta tra gang, alla casbah, chi ha paragonato la strada alle banlieu parigine, il PDL ha organizzato una fiaccolata flop, chi promette l’invio di 170 poliziotti che poi se ne andranno, lasciando tutto com’era prima, esattamente com’è successo in via Mecenate lo scorso anno e come succederà sempre perché questa non è una soluzione, la repressione non affronta il problema, tenta di schiacciarlo.
La Lega invoca interventi di lugubre memoria, invocando rastrellamenti porta a porta in via Padova o il divieto per gli immigrati di acquistare negozi o case per un anno, altra perla furono “le carrozze della metropolitana solo per immigrati” e via via con idiozie simili.
A proposito già dimenticato il fallimento nazionale delle RONDE?
Il vicesindaco De Corato dichiara l’indichiarabile e cioè che “via Padova non è mai stata abbandonata” e si prende i giusti fischi, cerca inoltre di scaricare le responsabilità su altri, casualmente i giudici, sostenendo che “E’ colpa dei giudici che non giudicano per direttissima i fermati“.
La presenza delle istituzioni si ferma alla cerchia dei navigli o poco più in là, hanno persino tolto i presidi di Polizia Locale nei quartieri popolari della periferia.
Il prefetto Lombardi dichiara “lavoreremo sull’ipotesi di deconcentrare le aree sature di immigrati con un’uscita incentivata in un’area più ampia della città”; subito l’assessore regionale Maullu del PDL considera la proposta irricevibile e che rischierebbe di creare ulteriori diversità tra italiani e immigrati.
Penati del PD strilla “non un euro di fondi pubblici per far cambiare zona agli extracomunitari … si applichi la norma che punisce di affitta abusivamente agli irregolari”.
Politici come strilloni
Nessuna ragionevole politica nè proposta.
Eppure il centro destra governa la regione da alcuni lustri, la provincia dallo scorso anno, il comune da oltre 15 anni e il paese intero avendo una forte maggioranza in Parlamento; è pure in vigore la legge Bossi-Fini sull’immigrazione. Che scuse trovare per un fallimento totale?
Il cardinale Tettamanzi ha parlato di “clima diffuso di illegalità e immoralità” come dimostra la cronaca da anni e sostengono i cittadini, i comitati di quartiere, le associazioni attive nel sociale, l’opposizione in comune tanto da chiedere una commissione antimafia per la gestione dei fondi per l'Expo. Per il sindaco Moratti, però, la mafia a Milano non esiste!
Che coerenza c’è, ad esempio, tra “Sicurezza, Legalità e Tolleranza zero” del comune di Milano e:
- l’abbandono cronico delle periferie,
- l’incapacità di gestire i problemi della salute pubblica come, ad esempio, l’inquinamento dell’aria risolto con “se pago inquino con l’ecopass” e la ridicola fermata delle auto la domenica o l'eliminazione dell'amianto dalla città,
- Moratti sotto inchiesta per le sue assunzioni,
- il disastro della gestione dei soldi pubblici nei derivati, procedimento in corso,
- i tanti cantieri e box sotto inchiesta in città,
- le mancate costruzioni, complice la regione, di case popolari da oltre 15 anni che ha prodotto oltre 25.000 famiglie legalmente in lista d’attesa per un diritto che gli è negato ?
Di che si stupiscono? Dei risultati del loro operato?
Gridare contro “l’uomo nero” aggrega un certo immaginario collettivo su un nemico che è in realtà un’altra vittima della precarietà, del lavoro nero e della discriminazione che invece non ha nazionalità.
Prendano atto del fallimento della loro politica fatta di demagogia, di strilli per alimentare contrapposizioni sociali ed etniche, una politica sempre pronta a finanziare con i nostri fondi pubblici il privato e non il pubblico come per la scuola e la sanità, che privatizza un bene vitale come l’acqua, che vive di false “emergenze” non avendo alcun modello sociale di riferimento se non l’individuo, gli affari e quel “fare” tanto sbandierato che non si capisce a cosa abbia portato al bene collettivo e se non agli interessi di qualcuno e delle lobby.
Luciana P. Pellegreffi
Ottimo articolo, che condividiamo. Nel caso possa interessare, indichiamo i link di due testi che abbiamo pubblicato sul nostro blog. Uno, il primo, è relativo ai fatti di via Padova, l'altro riguarda alcuni avvenimenti verificatisi a Brugherio, vicino a Milano, e che riguardano il modo (anche in questo caso, come da parte di chi governa al Comune, alla Provincia di Milano ed in Regione Lombardia, razzista) di affrontare il rapporto con gli immigrati.
RispondiEliminahttp://brugheriofutura.wordpress.com/2010/02/17/via-padova-cerchiamo-i-veri-responsabili/
http://brugheriofutura.wordpress.com/2010/02/18/l'afflusso-migratorio-a-brugherio-un-emergenza-inventata/