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17.5.10

MILANO: LA DEMAGIGIA DEGLI SGOMBERI FORZATI, L'ASSENZA DI RISULTATI E LO SPRECO DI DENARO PUBBLICO

MILANO: Il vicesindaco Riccardo De Corato, delegato per i Rapporti Consiglio Comunale e Attuazione del programma, Sicurezza - Mobilità e Trasporti dal novembre 2009 non perde occasione di auto elogiarsi rispetto alla sua politica di tolleranza zero e sicurezza nei confronti dei campi nomadi cittadini.

Tale efficace azione consiste in sgomberi forzati di tutti coloro che non risultano conformi al regolamento dei campi autorizzati, ad ora sarebbero stati effettuati circa 300 sgomberi dal 2008, con un costo medio tra i 20.000 e i 30.000 euro, spendendo dei soldi pubblici circa 9 milioni di euro ad ora.
La stampa ci informa che alcune di queste persone sono state “accompagnate ai confini del comune di Milano”; mi sono chiesta che significato ciò possa avere dato che non mi risultano essere state costruite frontiere e dogane lungo il perimetro cittadino, o sono in programma in una visione estrema del federalismo.

Altra domanda, curiosa che sono, come e quando renderanno conto alla comunità dell’enorme spesa sostenuta dato che tale allontanamento non ha nessun effetto sulla risoluzione del problema come è logico comprendere perché le persone allontanate forzatamente si disperdono momentaneamente sul territorio circostante per poi trovare rifugio nelle innumerevoli aree private da anni dismesse e abbandonate nelle periferie di Milano; se non servono a risolvere i problemi allora perché vengono fatti?

Le disposizioni delle Nazioni Unite e quelle del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa in materia di sgomberi forzati stabiliscono tra l’altro:
- le garanzie minime di rispetto dei diritti umani, vietando inutili accanimenti sulle persone sgomberate (in occasione di ogni sgombero i servizi sociali del Comune offrono soluzioni che impediscono alle famiglie di stare unite, ai bimbi di età inferiore ai 7 anni di continuare a stare insieme a entrambi i genitori e ai bimbi di età superiore ai 7 anni di stare con la propria madre), nonché
- la preventiva predisposizione di adeguate alternative abitative per i nuclei familiari;
Purtroppo però gli sgomberi forzati compiuti nel Comune di Milano non hanno sinora rispettato le disposizioni delle Nazioni Unite e quelle del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa in materia.

Gli sgomberi forzati non rappresentano quindi una soluzione, ma hanno sicuramente risonanza mediatica e di propaganda, in realtà spostano le persone da una zona periferica a un’altra e in assenza di progetti di integrazione sociale e lavorativa non risolvono nulla.
Le uniche persone che non vivono più in rifugi precari e in aree abbandonate da “abusivi” sono SOLO quelle che, grazie ai percorsi di integrazione abitativa e lavorativa realizzati da associazioni di volontariato e da comuni cittadini, oggi vivono in appartamento, di cui pagano il canone calmierato, in vista di una totale autonomia lavorativa ed economica.
Sarebbe interessante sapere se il Comune e la Prefettura abbiano effettuato una disamina dei risultati sinora ottenuti in relazione ai milioni di euro spesi e se, alla luce dei miseri risultati e degli enormi soldi spesi, non siano finalmente giunti alla conclusione che il metodo esclusivo degli sgomberi non è efficace, conclusione alla quale qualunque cittadino di buon senso e obiettivo arriva.
Tale politica di propaganda del centrodestra che rappresenta solo uno SPRECO di denaro pubblico - ancora più grave in un periodo di crisi che richiederebbe maggiore OCULATEZZA, oltre che LUNGIMIRANZA.
Esempio: dopo circa tre anni di sgomberi, e in assenza di risultati significativi - dato che vengono allontanati sempre gli stessi nuclei familiari identificati ad ogni sgombero - si vuole affrontare la questione in maniera razionale e con buon senso e non più in maniera ideologica e ottusa?

Credo sia innegabile l’evidenza da un lato del fallimento della politica adottata da Milano e dall’altro del successo delle amministrazioni comunali (sia di destra che di sinistra), quali Mantova, Vicenza, Venezia, Treviso, Padova, Bergamo, Trento, Bologna, Settimo Torinese, Modena, Pisa, Buccinasco, che si sono assunte la responsabilità di offrire percorsi di integrazione e di sostegno e garanzie reputazionali alle famiglie e persone di etnia rom e sinti desiderose di avere una opportunità di vita dignitosa, all’interno della comunità e non ai suoi margini, come reietti.

Credo sia innegabile anche l’evidenza del fallimento della politica abitativa adottata a Milano e in Regione Lombardia dalle amministrazioni di centrodestra che, nella sola città di Milano, hanno creato oltre 20.000 famiglie in attesa di casa popolare che NON vengono costruite in maniera congrua alla richiesta.
Sembrerebbe, inoltre, che in occasione di ogni sgombero vengono distrutti e sottratti anche i beni di proprietà delle persone e famiglie sgomberate in quanto acquistati o ad esse donati dai volontari o da altri cittadini (v. ad es. coperte, tende, generatori di energia, fornelli, indumenti ecc.) perché, se così fosse, tali azioni potrebbero costituire atti di abuso di potere e in violazione delle norme del nostro diritto oltre che del principio costituzionale che “la legge è uguale per tutti” e, analogamente, anche il diritto di proprietà.

In attesa di smentite e precisazioni ben attese.
Luciana P. Pellegreffi

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