Appello del Forum italiano: il 20 marzo manifestazione, poi referendum.
Se il Governo Berlusconi pensava, con l'approvazione dell'art.15-decreto Ronchi, di chiudere i giochi sulla privatizzazione dell'acqua, consegnando questo bene comune agli appetiti dei mercati e delle grandi multinazionali, si è sbagliato di grosso. L'approvazione di quella legge, avvenuta fra l'indignazione generale, ha costituito un gravissimo attacco alle mobilitazioni e alle proposte messe in campo dal Forum italiano dei movimenti per l'acqua, che, accanto alle resistenze in tutti i territori del Paese, ha consegnato da due anni una legge d'iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell'acqua, corredata da oltre 400mila firme. Se quella legge giace colpevolmente nei cassetti, delle commissioni parlamentari, le lotte per la ripubblicizzazione dell'acqua si sono ulteriormente estese in tutti i territori: sono ormai oltre cento i Comuni che hanno approvato delibere di modifica degli Statuti comunali, dichiarando l'acqua bene comune e diritto umano universale ed il servizio idrico come "privo di rilevanza economica", e sottraendosi in questo modo alla incostituzionale normativa nazionale. Comuni che hanno nel frattempo costituito il Coordinamento nazionale degli enti locali per l'acqua pubblica e che, il prossimo 6 marzo, terranno a Roma la loro prima assemblea nazionale. Molto altro è in cantiere per determinare la riappropriazione sociale di un bene comune da sottrarre al mercato.
Sabato 20 marzo una grande manifestazione nazionale attraverserà le strade e le piazze di Roma per ribadire il NO alla privatizzazione dell'acqua, per riaffermare che l'acqua è un bene comune e un diritto umano universale e per chiedere l'immediata approvazione della nostra legge d'iniziativa popolare, che chiede la ripubblicizzazione dell'acqua e la sua gestione partecipativa.
Abbiamo sempre considerato l'acqua come un paradigma di molti beni comuni naturali e sociali da sottrarre ai privati e ai grandi capitali finanziari. In questi anni e in moltissimi territori sono nate decine di altre resistenze in difesa dei beni comuni. Significative mobilitazioni popolari, capaci di proposte alternative nel segno della democrazia condivisa, stanno tenacemente contrastando la politica delle grandi opere devastatrici dei territori, una gestione dei rifiuti legata al business dell'incenerimento, un modello energetico dissipatorio e autoritario, basato su impianti nocivi ed ora anche sul nucleare. Vogliamo costruire assieme a tutte queste realtà la manifestazione nazionale di sabato 20 marzo e abbiamo già inviato loro uno specifico appello in questo senso. Pensiamo che la manifestazione, oltre ad essere un importante ed unificante momento di lotta, possa mettere al centro con intelligenza e determinazione la questione della democrazia partecipativa, ovvero l'inalienabile diritto di tutte/i a decidere e a partecipare alla gestione dell'acqua e dei beni comuni, dei territorio e dell'energia, della salute e del benessere sociale. Sullo stop alle politiche di privatizzazione e sulla necessità di una forte, radicata e diffusa campagna nazionale, un vastissimo fronte in queste settimane si è aggregato al Forum italiano dei movimenti per l'acqua: dalle associazioni dei consumatori alle associazioni ambientaliste, dal mondo cattolico e religioso al popolo viola, dai movimenti sociali al mondo sindacale, alle forze politiche.
Tutte e tutti insieme abbiamo deciso di lanciare a partire dal prossimo mese di aprile, una grande campagna di raccolta firme per la promozione di tre referendum abrogativi.
Tre SI per la ripubblicizzazione dell'acqua, tre SI per dire basta ai profitti su un bene essenziale.
Uno strumento per dire una volta per tutte: "Adesso basta. Sull'acqua decidiamo noi!".
Perché si scrive acqua ma si legge democrazia.
Abbiamo sempre considerato l'acqua come un paradigma di molti beni comuni naturali e sociali da sottrarre ai privati e ai grandi capitali finanziari. In questi anni e in moltissimi territori sono nate decine di altre resistenze in difesa dei beni comuni. Significative mobilitazioni popolari, capaci di proposte alternative nel segno della democrazia condivisa, stanno tenacemente contrastando la politica delle grandi opere devastatrici dei territori, una gestione dei rifiuti legata al business dell'incenerimento, un modello energetico dissipatorio e autoritario, basato su impianti nocivi ed ora anche sul nucleare. Vogliamo costruire assieme a tutte queste realtà la manifestazione nazionale di sabato 20 marzo e abbiamo già inviato loro uno specifico appello in questo senso. Pensiamo che la manifestazione, oltre ad essere un importante ed unificante momento di lotta, possa mettere al centro con intelligenza e determinazione la questione della democrazia partecipativa, ovvero l'inalienabile diritto di tutte/i a decidere e a partecipare alla gestione dell'acqua e dei beni comuni, dei territorio e dell'energia, della salute e del benessere sociale. Sullo stop alle politiche di privatizzazione e sulla necessità di una forte, radicata e diffusa campagna nazionale, un vastissimo fronte in queste settimane si è aggregato al Forum italiano dei movimenti per l'acqua: dalle associazioni dei consumatori alle associazioni ambientaliste, dal mondo cattolico e religioso al popolo viola, dai movimenti sociali al mondo sindacale, alle forze politiche.
Tutte e tutti insieme abbiamo deciso di lanciare a partire dal prossimo mese di aprile, una grande campagna di raccolta firme per la promozione di tre referendum abrogativi.
Tre SI per la ripubblicizzazione dell'acqua, tre SI per dire basta ai profitti su un bene essenziale.
Uno strumento per dire una volta per tutte: "Adesso basta. Sull'acqua decidiamo noi!".
Perché si scrive acqua ma si legge democrazia.
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Luciana P. Pellegreffi
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