Ci sono 1.007 siti con amianto friabile e 2679 con amianto compatto. In totale 3710, un nugolo di puntini sparpagliati in ogni angolo della città. E guardando il censimento dell’Asl sugli edifici milanesi, vengono i brividi. La specifica è d’obbligo: l’amianto compatto non significa automaticamente presenza nell’aria di fibre volatili, quelle che finiscono per causare gravi malattie e tumori.
Tuttavia secondo il Piano regionale amianto della Lombardia (Pral), questi 3.710 “puntini” andrebbero cancellati dalle mappe entro il 2015. Considerato che ad oggi è stato rimosso soltanto il 46,8 per cento dell’amianto presente in città, c’è da pensare che ci vorranno almeno altri dieci anni per bonificare il rimanente. E non è tutto. Il Comune infatti non ha ancora stilato una lista definitiva e il numero degli edifici — aggiornato al 27 luglio — è in continuo aumento.
LE RILEVAZIONI
I primi passi per un censimento sono cominciati nel 2000, quando sono partite le rilevazioni aeree dall’Aeronautica militare per conto del Comune. Già da questa indagine — che si limita a rilevare la presenza di amianto nelle coperture — traspare la seconda anima di Milano, quella fatta di eternit, che si conserva nascosta e invisibile nei tetti di edifici e palazzine.
Questa rilevazione tuttavia è incompleta. Le riprese fatte dall’aereo sono in grado infatti di individuare soltanto le superfici compatte e altri “covi” — come i rivestimenti delle tubazioni, le pareti verticali, le pavimentazioni interne — rimangono invisibili. Così, in seguito all’approvazione del Pral nel 2006, è cominciata una rilevazione più artigianale ma più efficace: migliaia di lettere sono state inviate a enti pubblici, scuole, ospedali, teatri, parrocchie e amministrazioni di stabili residenziali per ricevere riscontri sulla presenza di amianto.
A SETTEMBRE
Il risultato è preoccupante: in città l’amianto è stato utilizzato quasi ovunque e oggi, sparso in diverse percentuali, resiste ancora. Altro amianto però — ad esempio quello presente nei pavimenti di linoleum — non è rilevabile ad occhio nudo e necessita di tecniche di controllo più specifiche. Dal settore attuazione politiche ambientali del Comune preannunciano che a settembre partirà una gara d’appalto per affidare a terzi un’indagine che andrà a completare quanto fatto finora. Il capitolo finale che dovrebbe garantire un censimento preciso. «A settembre partirà la gara d’appalto per un’indagine che comincerà dalle scuole e dalle costruzioni residenziali — spiegano i funzionari — in modo da prendere la maggior parte degli edifici comunali».
L’Asl, che ha il compito di monitorare la situazione, è in attesa. «Sono anni che chiediamo al Comune un censimento completo — spiega Susanna Cantoni, direttore dello Psal (Prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro) — . Noi dobbiamo verificare la correttezza di tutte le notifiche e intervenire controllando le situazioni che devono essere approfondite. Laddove sia necessario, proponiamo al Comune ordinanze di bonifica per i proprietari dei manufatti». Per affrontare il problema è infatti fondamentale avere una classificazione dello stato in cui l’amianto si trova. Se è compatto non ci sono grandissimi rischi per la salute. Se invece è friabile può ridursi facilmente in polvere, e se è danneggiato o deteriorato, significa che le sue fibre sono debolmente legate e possono liberarsi nell’aria.
L’ORTOMERCATO
Il lavoro di bonifica effettuato dal 2000 ad oggi ha tolto circa la metà dell’amianto in circolazione, partendo proprio dalle situazioni più critiche. «Quanto fatto finora — continua la Cantoni — ha consentito di rimuovere quelle che erano le situazioni più pericolose, dove c’era alta presenza di amianto friabile e dove il rischio per la salute era più elevato». Moltissimo però deve ancora essere fatto, soprattutto per quanto riguarda la presenza dell’amianto compatto.
La buona notizia arriva dall’Ortomercato. Qua, nel 2006, l’Asl aveva lanciato l’allarme denunciando che il centro di distribuzione ortofrutticolo più importante d’Italia, con un bacino di milioni di potenziali compratori, aveva il tetto dell’intera struttura in eternit. «Ad ottobre — conclude la Cantoni — partirà la bonifica e le parti dove è stato trovato l’amianto verranno rimosse completamente».
Articolo pubblicato su Repubblica Milano
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