Nelle Elezioni politiche del 2008, secondo l’ultimo Referto della Corte dei Conti, a fronte di una spesa complessiva di 110.127.757,19 euro ci sono costate ben 503.094.380,90 euro, ovvero 200 milioni di euro in più rispetto al taglio di risorse per la scuola e l’università programmato dall’ultima finanziaria
Non solo, il valore totale dei rimborsi statali versati ai partiti, che nel 1994 ammontava a circa 47 milioni di euro, negli ultimi 14 anni si è più che decuplicato, facendo esborsare agl italiani, tra il 1994 e il 2008, un totale complessivo di 2.253.612.233,79 euro.
Così, senza neppure aspettare il tempo necessario a salvare la faccia, nello stesso anno del referendum si vara la legge 515/1993, che all'art.9, comma 1 cambia la rosa in patata - per dirla alla Shakespeare -, ovvero introduce i rimborsi elettorali, specificando che il rimborso non è calcolato in base alle spese effettive - non sia mai! -, ma moltiplicando il numero degli italiani quale risultava dall'ultimo censimento, compresi i non aventi diritti al voto, per lit 1.600, per poi spartirsi il montepremi in misura proporzionale ai risultati elettorali. La seconda Repubblica inziava bene, non c'è che dire!
Tutto qui? Illusi. Nel 1999 il Parlamento porta il rimborso da 1.600 a 4.000 lire. Poi, con il cambio di moneta, il contributo passa a 5 euro, da moltiplicarsi non più per tutti i cittadini della Repubblica, cani e gatti compresi, ma per il numero dei cittadini iscritti nelle liste elettorali per le elezioni della Camera dei deputati, e solo per i partiti che abbiano superato una soglia di sbarramento dell'1%.
In base a alla legge 5122/2006, poi, l'erogazione dei rimborsi è saldata in cinque comode rate annuali, che ovviamente sono indipendenti dalla durata effettiva della legislatura. L'Udeur di Mastella, insomma, continua a percepire i rimborsi elettorali della tornata del 2006, e lo farà fino al 2011. Tutti gli altri partiti, tra 15° e 16° legislatura, percepiscono doppio stipendio. E' come se facessero un doppio lavoro, sebbene ci sia qualcuno fra loro che non arriva a farne neppure mezzo. E via così almeno fino al 2013!
E io che mi credevo che una crisi di governo fosse un evento luttuoso per un partito... Macchè: è vero l'esatto opposto! Quando ti servono un po' di soldi, fai tornare il paese alle urne e ti riempi le tasche.
Ecco la classifica dei più furbacchioni: in testa, manco a dirlo, la Lega di Roma ladrona. Se Roma è ladrona, Umberto Bossi è il miglio ricettatore sulla piazza: spende 3,4 milioni e se ne fa dare 41,3, un bel +1190% secco. Quale fondo di investimento garantisce un rendimento simile? Giocatori di borsa: vendete tutto e investite in una competizione elettorale. Forse non andrete al governo, ma avrete realizzato la più grande speculazione della vostra vita.
Non solo, il valore totale dei rimborsi statali versati ai partiti, che nel 1994 ammontava a circa 47 milioni di euro, negli ultimi 14 anni si è più che decuplicato, facendo esborsare agl italiani, tra il 1994 e il 2008, un totale complessivo di 2.253.612.233,79 euro.
E pensare che il finanziamento pubblico ai partiti, introdotto con la legge n.195 del maggio 1974, era stato abrogato grazie a un referendum dei radicali, impegnati da 30 anni sul fronte, che con 31.225.867 voti su 34.598.906 votanti ottenne un consenso del 90,3%.
No, dico: e che problema c'è... Siamo in Italia! Avete abrogato il "finanziamento pubblico" ai partiti? E noi introduciamo il "rimborso elettorale". Togliete il rimborso elettorale? E vorrà dire che approveremo la "donazione forfettaria". Basta cambiare nome alle cose e il gioco va avanti. Questo è un paese di forma, non di sostanza. Così, senza neppure aspettare il tempo necessario a salvare la faccia, nello stesso anno del referendum si vara la legge 515/1993, che all'art.9, comma 1 cambia la rosa in patata - per dirla alla Shakespeare -, ovvero introduce i rimborsi elettorali, specificando che il rimborso non è calcolato in base alle spese effettive - non sia mai! -, ma moltiplicando il numero degli italiani quale risultava dall'ultimo censimento, compresi i non aventi diritti al voto, per lit 1.600, per poi spartirsi il montepremi in misura proporzionale ai risultati elettorali. La seconda Repubblica inziava bene, non c'è che dire!
Tutto qui? Illusi. Nel 1999 il Parlamento porta il rimborso da 1.600 a 4.000 lire. Poi, con il cambio di moneta, il contributo passa a 5 euro, da moltiplicarsi non più per tutti i cittadini della Repubblica, cani e gatti compresi, ma per il numero dei cittadini iscritti nelle liste elettorali per le elezioni della Camera dei deputati, e solo per i partiti che abbiano superato una soglia di sbarramento dell'1%.
In base a alla legge 5122/2006, poi, l'erogazione dei rimborsi è saldata in cinque comode rate annuali, che ovviamente sono indipendenti dalla durata effettiva della legislatura. L'Udeur di Mastella, insomma, continua a percepire i rimborsi elettorali della tornata del 2006, e lo farà fino al 2011. Tutti gli altri partiti, tra 15° e 16° legislatura, percepiscono doppio stipendio. E' come se facessero un doppio lavoro, sebbene ci sia qualcuno fra loro che non arriva a farne neppure mezzo. E via così almeno fino al 2013!
E io che mi credevo che una crisi di governo fosse un evento luttuoso per un partito... Macchè: è vero l'esatto opposto! Quando ti servono un po' di soldi, fai tornare il paese alle urne e ti riempi le tasche.
Ecco la classifica dei più furbacchioni: in testa, manco a dirlo, la Lega di Roma ladrona. Se Roma è ladrona, Umberto Bossi è il miglio ricettatore sulla piazza: spende 3,4 milioni e se ne fa dare 41,3, un bel +1190% secco. Quale fondo di investimento garantisce un rendimento simile? Giocatori di borsa: vendete tutto e investite in una competizione elettorale. Forse non andrete al governo, ma avrete realizzato la più grande speculazione della vostra vita.
PARTITO | SPESE | RIMBORSO | % |
LEGA NORD | € 3.476.704 | € 41.384.553 | 1190% |
ASSOCIAZIONI ITALIANE IN SUD AMERICA | € 35.282 | € 383.148 | 1086% |
PARTITO DEMOCRATICO | € 18.418.044 | € 180.231.506 | 979% |
AUTONOMIE LIBERTE’ DEMOCRATIE | € 106.146 | € 605.401 | 570% |
MOV. PER L’AUTONOMIA ALL. PER IL SUD | € 880.697 | € 4.776.891 | 542% |
DI PIETRO - ITALIA DEI VALORI | € 4.451.296 | € 21.649.227 | 486% |
IL POPOLO DELLA LIBERTA’ | € 68.475.143 | € 206.518.946 | 302% |
LA DESTRA - FIAMMA TRICOLORE | € 2.442.360 | € 6.202.918 | 254% |
VALLEE D’AOSTE | € 158.032 | € 224.021 | 142% |
UDC – UNIONE DI CENTRO | € 20.864.206 | € 25.895.850 | 124% |
Luciana P. Pellegreffi
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