"...il capitale non ha riguardo per la salute e per la durata della vita dell'operaio, quando non sia costretto a tali riguardi dalla società"
(K. Marx)
L’odierna crisi generale investe appieno i lavoratori di tutto il mondo
e anche nel nostro Paese i suoi effetti più nefasti vengono fatti
ricadere sulle loro spalle: disoccupazione, precarietà, emarginazione,
smantellamento dello stato sociale, promozione della guerra fra poveri.
Il crescente attacco contro i diritti dei lavoratori con la massiccia
introduzione di forme di precariato e quello sferrato allo Statuto dei
lavoratori attraverso le misure contenute nel piano Marchionne e
nella Riforma Fornero, nel tempo si sono tradotti in una condizione
generalizzata di ricattabilità e insicurezza di tutti i lavoratori e nel
tentativo di estromettere dai luoghi di lavoro i sindacati più
combattivi, come ad esempio il caso FIOM in FIAT.
L’acuirsi di questa crisi si traduce anche, nei luoghi di lavoro, in
migliaia di morti e centinaia di migliaia di invalidi permanenti, senza
dimenticare i malati “professionali” in seguito all’esposizione a
sostanze nocive per la salute. Questo problema è ormai una piaga sociale
che minaccia quotidianamente la vita dei lavoratori e dei cittadini,
mai affrontato dai Governi che si sono succeduti negli ultimi decenni.
Nella pratica si alimentano le condizioni che hanno portato alla strage
avvenuta alla ThyssenKrupp di Torino il 6 dicembre 2007 in cui sono
morti, per il profitto dei padroni, 7 nostri compagni di lavoro.
Il verdetto di primo grado della primavera scorsa con la condanna di
tutti gli imputati, ottenuta grazie alla costante mobilitazione dei
familiari, degli operai e dei tanti cittadini solidali, è stato un primo
passo verso l’accertamento della verità e della giustizia, nonostante
questi criminali non siano ancora in galera. Di fatto rimane una
battaglia ancora aperta per cui occorrerà vigilare e mobilitarsi per
impedire rischi quali la già avviata depenalizzazione dei reati legati
ai morti sul lavoro (depotenziamento del T.U. 81/2008), il tentativo di
insabbiare le responsabilità dei morti sul lavoro attraverso la
prescrizione con il Processo breve, lo smantellamento di pool di
magistrati particolarmente competenti in materia di reati legati al
mondo del lavoro come quello coordinato dal Dott. R. Guariniello.
Inoltre, questa vicenda rimane per alcuni di noi una battaglia aperta anche per un altro motivo:
dopo aver lavorato senza le minime garanzie di sicurezza e rischiato la
vita in uno stabilimento ormai condannato alla chiusura, dopo esserci
costituiti coraggiosamente per la prima volta in Italia Parti Civili in
una class-action al fianco degli Enti locali nel processo, dopo il
cordoglio delle Istituzioni cittadine e le rassicurazioni (solo formali)
per lavorare affinché venisse garantita la sicurezza nei luoghi di
lavoro e svariate promesse di ricollocazione per tutti i lavoratori da
parte del Comune durante e dopo le campagne elettorali (l’ultima risale
al 30 giugno 2011 in un incontro con il neo eletto sindaco P. Fassino), dopo 4 anni siamo ancora senza un’occupazione.
Quelle Istituzioni che dovrebbero sostenerci oggi ci discriminano, dato
che oltre 30 nostri ex colleghi sono stati ricollocati in società
partecipate del Comune e che nessuno di loro era costituito come Parte
Civile nel processo.
La nostra vicenda in quanto ex lavoratori ThyssenKrupp di Torino ancora
senza lavoro è uno degli esempi del disinteresse con il quale prima la
giunta Chiamparino e poi la nuova giunta di Fassino abbiano trattato la
situazione dell’occupazione nel capoluogo piemontese.
Torino, sede della Fiat del “mirabolante” piano Marchionne e
della tanto discussa Tav, oggi una delle città più colpite dagli effetti
delle politiche di “macelleria sociale” imposte dal governo Monti e
applicata con diligenza a livello locale dall’Amministrazione Fassino,
vede il proprio tessuto industriale profondamente colpito dalla crisi
attraverso licenziamenti, tagli, delocalizzazioni, esuberi. Una
gravissima situazione che quotidianamente investe strati sempre più ampi
del tessuto sociale cittadino senza che l’Amministrazione dia risposte
chiare e metta in campo misure concrete per contrastare gli effetti
della crisi.
Servono politiche che rompano con le misure imposte dal Governo per
salvaguardare l’occupazione esistente e rilanciare la creazione di
nuovi posti di lavoro, peraltro sbandierata nel programma elettorale Gran Torino Capitale del Lavoro. Questo programma che per ora rimane lettera morta, noi vogliamo farlo diventare realtà!
L’unica misura che ci consentirebbe di uscire dalla crisi è la
creazione di posti di lavoro, sicuri e dignitosi per tutti, potenziando i
servizi ai cittadini: nei trasporti potenziando la rete esistente ed
estendendola al servizio notturno, inesistente persino nelle grandi
metropoli che dicono di ispirarsi alle capitali europee e a quelle
oltreoceano; nella sanità, potenziando i poli ospedalieri esistenti e
costruendone di nuovi in zone decentrate; offrendo cultura e arte a
prezzi popolari, lontano da qualunque speculazione; salvaguardando
l’ambiente dalle speculazioni edilizie, bonificando le aree industriali
dismesse dalle sostanze abbandonate dalle produzioni industriali;
nazionalizzando le produzioni pericolose, inutili e obsolete e
riconvertendole a produzioni utili e rispettose delle persone e
dell’ambiente; sostenendo maggiormente le forme di produzione, consumo e
distribuzione di tipo solidaristico e locale; valorizzando maggiormente
il nostro patrimonio artistico lasciato nell’incuria e nel degrado in
cui spesso versano musei, città d’arte e zone d’interesse artistico.
Ecco come creare posti di lavoro utili! In definitiva è solo una questione di volontà politica.
Gli ammortizzatori di cui beneficiamo (ancora per poco) sono solo una
misura temporanea per sbarcare il lunario, un’anticamera della
disoccupazione, un’elemosina sociale di cui faremmo volentieri a meno. Ciò
che vogliamo è mettere al servizio della nostra Città competenze e
professionalità attraverso un posto di lavoro sicuro e dignitoso,
garantito dalla Costituzione nata dalla Resistenza e dai diritti
conquistati in decenni di lotte.
Disoccupazione, esuberi e precariato, così come i morti e gli
infortuni sul lavoro altro non sono che il frutto di questo
imbarbarimento delle condizioni materiali, sociali e culturali a cui
ogni giorno veniamo sottoposti noi lavoratori: a ciò e per pretendere un
posto di lavoro sicuro e dignitoso rispondiamo lanciando questo appello.
Ci rivolgiamoa tutti i lavoratori, i cassintegrati, i
disoccupati, gli intellettuali, le personalità pubbliche del mondo
dell’arte, dello spettacolo, della cultura e del mondo scientifico, gli
esponenti sindacali, i giornalisti, i politici, i comitati di lotta, le
associazioni, gli enti e gli organismi che si battono per promuovere la
sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro e singoli cittadini affinché
prendano posizione pubblicamente, sottoscrivendo questa petizione:
in solidarietà con gli ex lavoratori della ThyssenKrupp di Torino,
impegnati da quattro anni in una dura battaglia per l’accertamento della
verità e della giustizia e per la loro immediata ricollocazione
lavorativa, così come promesso dal Sindaco P. Fassino il 30 giugno 2011;
perché si costringano, attraverso la lotta e la mobilitazione
popolare, Governo e Amministrazioni locali a mantenere i posti di lavoro
(sicuri e dignitosi per tutti) esistenti e a crearne di nuovi come
unica misura per uscire dalla crisi.
Lavoro sicuro e dignitoso per tutti!
Ricollocazione immediata da parte del Comune di Torino per tutti i lavoratori ThyssenKrupp costituiti Parti Civili nel processo!
Giugno 2012
Ex lavoratori ThyssenKrupp Torino
Per info: maipiuthyssenkrupp@hotmail.it
FIRMA E FAI FIRMARE L’APPELLO, INDICANDO: NOME E COGNOME – PROFESSIONE - ORGANIZZAZIONE SINDACALE, POLITICA, CULTURALE - CITTA’ - EMAIL/TELEFONO
Inoltre vi chiediamo di inviare mail di protesta all’Ufficio del Sindaco Fassino (segreteria.sindaco@comune.torino.it) indicando nel testo la seguente dicitura seguito da NOME e COGNOME
“Denunciamo l’atteggiamento discriminatorio nei confronti degli ex
lavoratori ThyssenKrupp di Torino ancora senza lavoro e chiediamo il
rispetto delle promesse di un lavoro sicuro e dignitoso per i 14
lavoratori ancora senza occupazione.”
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