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1.4.11

MILANO: CASE COMUNALI: GESTIONE DISASTROSA

Scritto da Bruno Cattoli

Case comunali: anni di gestione disastrosa che la Giunta Moratti cerca di far dimenticare con qualche elemosina

Anche dopo il ritorno all’ALER della gestione delle case comunali, avvenuta nell’ottobre 2009, i problemi accumulatisi in 6 anni di disastrosa gestione da parte dei privati sono tutt’altro che risolti.
Sono quasi 30000 le case di proprietà del Comune di Milano, che si aggiungono alle circa 40000 case di proprietà dell’ALER nel solo capoluogo:in tale patrimonio il disinteresse, il pregiudizio e l’incapacità di chi da 20 anni gestisce il Comune ha creato una situazione esplosiva.
Nel 2003 circa 23000 alloggi di proprietà comunale precedentemente gestiti da ALER sono stati affidati a 3 soggetti privati, l’EDILNORD, la GEFI(Compagnia delle Opere) e la Romeo, con un contratto di “global service;a questi si sono aggiunti nel 2005 circa 7000 altri alloggi, per la maggior parte costruiti negli anni 80 per far fronte all’emergenza sfratti o frutto di donazioni o acquisizioni,precedentemente gestiti, in modo assai inefficiente e clientelare, dall’ Assessorato al Demanio.

Tutta l’operazione, nata ai tempi della Giunta Albertini e dell’assessore Verro, quello che ora fa il cane da guardia di Berlusconi nel C.d.A. RAI,e rimandata per vari anni a causa del contenzioso legale con ALER, che aveva contestato la regolarità della gara d’appalto, nasceva sull’onda del furore ideologico privatistico proprio di quegli anni:la gestione privata avrebbe risolto contemporaneamente tutte le inefficienze e i disagi degli inquilini causati dalla gestione dell’”ente pubblico” ALER e contemporaneamente ridotto i costi per le casse comunali. Grande sponsor dell’operazione l’eterno vicesindaco De Corato, che da sempre è il vero decisore nell’amministrazione comunale per quanto riguarda le politiche sulla casa.

La realtà, come era prevedibile, si è rivelata ben diversa:maggiori costi per le casse comunali, in quanto i costi di gestione riconosciuti ai privati erano molto maggiori di quelli dell’ALER; maggiori costi per gli inquilini che, dopo un anno e mezzo nel quale i gestori bollettavano affitti e spese uguali all’ultimo emesso dall’ALER, nell’aprile 2005 si sono visti inviare non solo bollettini con aumenti fortissimi delle spese, ma anche la richiesta di pagamento di conguagli per il periodo precedente, con importi spesso superiori ai mille euro; nel frattempo la qualità dei servizi non solo non migliorava, ma spesso peggiorava e gli inquilini ricevevano spesso richieste di pagamento di servizi non erogati; il meccanismo di suddivisione delle decisioni sulle manutenzioni ordinarie tra Comune e gestori, che a loro volta si avvalevano del subappalto, si traduceva in un continuo scaricabarile, privando gli inquilini anche degli interventi manutentivi più urgenti e lasciandoli spesso in condizioni di degrado abitativo intollerabile;cresceva a dismisura il numero di alloggi vuoti, in attesa dei lavori di manutenzione previsti per la rassegnazione, e con essi le occupazioni abusive,favorite dalla inefficienza e talvolta dalla collusione di chi doveva contrastarle (vedi vicenda del racket a Quarto Oggiaro, dove è emerso che il capo ispettore della GEFI, da cui dipendevano gli sgomberi, estorceva soldi e favori sessuali a donne occupanti).
Nasceva una vertenza sindacale interminabile e a tutt’oggi non ancora conclusa sul problema dell’aumento dei costi dei Servizi, nel quale il Comune, in un gioco al continuo rimando ed all’elusione dei problemi posti, ha di fatto sempre spalleggiato i gestori privati in base ad una sola motivazione;i costi applicati erano quelli previsti dal contratto di global service e, visto che nessuno aveva offerto meno, quelli erano i prezzi di mercato e quindi corretti.
Oltre a varie manifestazioni, alcune molto partecipate, la vertenza sindacale si sviluppava con l’autoriduzione della spese da parte di molti inquilini;alle forme organizzate di autoriduzione si aggiungeva il mancato pagamento di affitti e spese per protesta spontanea o per incapacità di pagamento da parte di molti altri assegnatari, determinando un livello di morosità altissimo, intorno al 40%
Il malcontento degli assegnatari cresceva ulteriormente per l’incapacità gestionale dei privati e del Comune, che come al solito si palleggiavano le responsabilità, nella gestione ordinaria delle pratiche amministrative, che determinava ad esempio,che gli inquilini dovessero attendere anni prima di vedersi ridurre l’affitto in caso di caduta di reddito.
La situazione di caos amministrativo faceva sì che nel 2008 la legge regionale 27/2007, che determinava fortissimi aumenti degli affitti, venisse applicata solo nel patrimonio ALER e non in quello comunale; tale legge veniva applicata negli alloggi comunali all’ inizio del 2009, in modo peraltro assai confuso e poco trasparente, dando origine ad un nuovo contenzioso sindacale, che si sommava a quello sulle spese, a nuove manifestazioni, a nuove autoriduzioni,a nuove incapacità di pagamento e conseguenti morosità.
La trattativa con il Comune, che continuava tra accelerazioni e franate, veniva a riguardare a questo punto non solo le spese, ma anche gli affitti ed in particolare l’abbattimento fino al 30% del canone che la legge 27 prevede possa essere applicato a seguito di accordo sindacale locale.
Lo stesso Consiglio Comunale votava un emendamento al bilancio 2010 nel quale si prevedeva un abbattimento medio degli affitti del 20%, ma tale decisione è rimasta ad oggi sulla carta.
Nel frattempo la indifendibilità del sistema della gestione privata portava gli stessi che ne erano stati i promotori, De Corato in primis, a decidere, anche lì con metodi non proprio trasparenti, che la gestione di tutti gli alloggi comunali sarebbe tornata all’ALER con la scadenza del contratto di Global Service nell’ ottobre 2009.
Malgrado lo sprecarsi di impegni e di dichiarazioni altisonanti anche tale passaggio determinava un nuovo periodo di stasi gestionale, con pesanti disagi per gli inquilini, determinato dall’improvvisazione con cui tale passaggio è stato compiuto e da nuovi contenziosi legali, questa volta con gli ex gestori.
Alla fine del 2010 i sindacati inquilini, stanchi dei continui rinvii e della conduzione elusiva della trattativa da parte dell’Assessore alla Casa Verga(UDC), organizzavano nuove iniziative di mobilitazione e chiedevano che fosse l’intera Giunta, a partire dal Sindaco Moratti, a prendersi la responsabilità della conduzione della trattativa.
Questo portava ad un incontro nel gennaio 2011 ad un incontro tra sindacati e l’Assessore al Bilancio Beretta, nel quale si individuava la possibilità di arrivare ad un accordo che prevedesse l’applicazione immediata dell’abbattimento del 20% dei canoni, in linea con l’emendamento del Consiglio Comunale,all’ estensione del contributo sulle spese di 5.16 euro al metro quadro annuo a tutti gli inquilini della fascia più bassa e ad una ripresa del confronto su tutti gli altri temi (contenzioso sulle spese, decorrenza dell’ abbattimento degli affitti, rientro della morosità, ecc).
Sembrava che l’accordo fosse a portata di mano e si potesse concludere entro gennaio:sono passati 2 mesi e il Comune non ha più riconvocato alcun incontro;in compenso ha aumentato nuovamente gli affitti, applicando il “regime definitivo” della L. 27, mentre Verga e Moratti preannunciano un bonus, di qualche decina di euro per gli inquilini delle case comunali, da elargire tra marzo e giugno 2011, ossia -che coincidenza- nel periodo delle elezioni comunali.
Questa è la realtà della gestione delle case comunali oggi:un costo degli affitti e delle spese spesso insostenibile per migliaia di inquilini, un terzo dei quali è collocato nell’area più bassa e quindi con redditi ai limiti della sopravvivenza, un contenzioso nato da scelte gestionali sbagliate ed a favore dei soliti noti (i tre gestori privati) di cui nessuno vuole assumersi le responsabilità,una morosità elevatissima che il Comune pensa di risolvere a suon di sfratti e cartelle esattoriali, una gran quantità di alloggi sfitti per anni, spesso in condizioni di essere riassegnati senza o con limitati lavori di riadattamento, un degrado manutentivo che la gestione ALER non ha arrestato.
E’ interesse non solo di chi ci abita, ma anche di chi aspetta una casa e dell’intera cittadinanza che questo stato di cose abbia fine e le case comunali vengano gestite con efficienza, assicurando loro le necessarie risorse economiche e ponendo fine ad una situazione di caos e conflittualità nata da scelte politiche e gestionali sbagliate.
I sindacati inquilini si mobiliteranno nuovamente nei prossimi giorni:è importante che la sinistra non si dimentichi e sia a fianco degli inquilini delle case comunali nella lotta per la difesa dei redditi e dei diritti.

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