PRIMO MARZO: una giornata senza di noi
Indisponibili al ricatto
Dal Nordafrica all'Italia all'Europa, cambiamo il sistema!
Lo scorso anno la giornata del primo marzo ha lanciato innanzitutto un monito: "una giornata senza di noi". Il noi si moltiplica, cambia di segno, diventa proposta di costruzione di una possibilità di uscita dalla crisi, insieme.
Lo scorso anno i migranti di Rosarno si sono ribellati dandoci una lezione di dignità, per il diritto alla vita, alla salute, al reddito. I migranti tornano ad essere protagonisti in prima persona, le proteste si sono allargate a Brescia sulla gru e a Milano sulla torre, ma anche in diversi paesi europei. Le rivendicazioni degli immigrati parlano della possibilità di difendere ed estendere i diritti di tutte e tutti per un futuro diverso.
Notizie drammatiche giungono però in queste ore dalla Libia, dove il governo di Gheddafi sta reprimendo in un bagno di sangue le legittime proteste di quello che fino a ieri chiamava il suo popolo.
Per anni i governi italiani hanno stretto patti con il governo libico, accordi in cui i migranti sono stata merce di scambio; persone consegnate nelle mani della repressione più dura, persone che cercano di raggiungere l'Europa. Il risultato sono stati migliaia di morti nel deserto libico, migliaia di detenuti nei centri di detenzione libici, senza alcun diritto.Di fronte a tutto questo non esistono "se e ma". Bisogna scegliere ancora una volta da che parte stare. Dietro la maschera della cooperazione l'Italia e l'Unione Europea sono responsabili delle politiche portate avanti da governi dittatoriali contro i migranti e tutti i loro cittadini, cui viene fornito appoggio militare, economico e tecnico.
Con inqualificabile cinismo, in queste settimane, di fronte alla lotta per la libertà di centinaia di migliaia di uomini e di donne, l'unica preoccupazione è sembrata essere una fantomatica invasione di disperati. Maroni agita nuovamente lo spettro delle invasioni barbariche solo per giustificare le proprie scelte repressive e razziste.
Non c'è nessuna invasione. Quegli uomini e quelle donne seguono con coraggio la speranza della libertà e di una vita migliore.
Quest'anno il primo marzo vuole essere una giornata che guarda alla forza e alla determinazione che ci stanno insegnando gli egiziani, i tunisini, i libici, affermando il diritto di vivere degnamente nei propri paesi, perché stanchi di vivere in paesi impoveriti da regimi autoritari o di avere come unica alternativa quella di immettersi nella spirale infernale della migrazione verso la "ricca Europa".
Il primo marzo sarà un'occasione per affermare il diritto di restare dove si è scelto di vivere, per il diritto a non migrare forzatamente, contro il ricatto della Bossi-Fini, il razzismo istituzionale.
Il primo marzo sarà una tappa di costruzione di norme condivise di cittadinanza aperta ed includente , per un nuovo welfare, per uno statuto dei diritti e per la costruzione di relazioni e confronto oltre la strumentale e retorica imposizione dell'omologazione linguistica e culturale, per affermare la nostra voglia di vita e per dire che i nostri diritti ce li costruiamo, ora, tutti insieme.
Esprimiamo inoltre il nostro appoggio ai popoli e alle persone che con coraggio lottano per i propri diritti e la propria dignità
http://www.dimensionidiverse.it/
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