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6.11.10

ANCORA TAGLI ALL'AMBIENTE. Perchè il ministro Prestigiacomo li accetta



60% di tagli al ministero dell'ambiente!...30% alla cultura!...20% all'agricoltura!Poco o nulla, se non piccoli ritocchi alla difesa, più chiari di così...davvero non saprei come si dovrebbe, per imporre una cultura, una visione. Un ministero dell'ambiente cui viene concesso in prospettiva di gestire il nucleare... che... meno ambientale di così... non si potrebbe. Eppure il silenzio, relativo ovviamente come ogni silenzio che si rispetti, accoglie il cadere di queste notizie. Il silenzio ed una sorta di impotenza che diviene complicità. La visione del mondo dovrebbe essere esattamente opposta con un ministero della difesa in decrescita continua ed un ministero dell'ambiente posto a regia d'ogni possibile attività , anteponendo la compatibilità come Conditio Sine Qua...ma non è così, eppure la sinistra in fondo tace, molto più preoccupata dalle variazioni sul tema sessualità sfrenata di un Premier ultra settantenne piuttosto che non dell'immagine di paese che viene rimandata al mondo. Una ministro marionetta, una ministro nulla o poco più, posta nella posizione in cui è, più per la sua propensione a parlare a comando che non per le sue qualità personali. Una ministro inutile...che accetta la propria inutilità dietro alla promessa di gestire il business che maggiormente dovrebbe contrastare...ma questa è oggi l'italia...questo il paese che ci stanno preparando e che stanno imbandendo per i nostri figli...Loro hanno un programma ed è un programma preciso, determinato...noi? Non riusciamo nemmeno ad immaginare insieme un mondo diverso da questo ed ogni volta che qualcuno prova a raccontarcelo lo bolliamo, come sognatore, utopista e pazzo

Giandiego Marigo
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Più bonsai di così non si può. Il Wwf Italia ha sviscerato le spese per l’ambiente all’interno della legge di stabilità 2011, alias legge finanziaria.
Il ministero dell’Ambiente subisce una decurtazione del 60%: non c’è paragone con gli altri dicasteri. Le cifre squadernate dal Wwf ne “L’agonia del ministero dell’Ambiente e delle politiche ambientali in Italia” conducono a una constatazione: l’ambiente-bonsai è una scelta precisa, non una deplorevole necessità finanziaria.

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