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18.10.10

SOSTIENE PINOCCHIO - 6° di 10 - PREVIDENZA E AMMORTIZZATORI SOCIALI

Sta per arrivare nelle nostre case una delle copie del "libro" che raccoglie le migliori bugie del pinocchio nazionale.
Una qualche controinformazione va fatta. 
Ripubblichiamo a partire una serie di 10 articoli che sono stati scritti nel maggio di quest'anno - a due anni esatti dall'insediamento del governo Berlusconi - e pubblicati su Finanzainchiaro.it
Ovviamente alcune considerazioni sono datate perché non vi si è potuto tenere conto degli ultimi sviluppi estivi e di questi giorni. Ma non è l'aggiornamento in tempo reale che ci interessa.
Va chiarito che I Partigiani Nel 3° Millennio non sposano in toto le tesi e le analisi esposte nei testi che vengono proposti e che li offrono, invece, come un contributo informativo organico e di facile lettura.

PREVIDENZA E AMMORTIZZATORI SOCIALI di PIETRO ICHINO

Alcune note positive per chi ritiene che l’età media di pensionamento in Italia debba essere aumentata: costretto dalla Corte di giustizia, il governo ha parificato l’età della pensione per le donne a quella degli uomini, ma solo nel settore pubblico; nel 2010 sono entrati in vigore i coefficienti di adeguamento delle prestazioni previdenziali alle aspettative di vita; nel 2015 scatterà il meccanismo di adeguamento alle aspettative di vita anche dell’età pensionabile.
La spesa sociale resta tuttavia molto squilibrata nel senso del sostegno alle pensioni: circa 70 miliardi ogni anno versati dall’Erario per tenere in equilibrio il bilancio dell’Inps, nonostante che questo si avvalga di qualche decina di miliardi di attivo della gestione separata (quella che fra un quarto di secolo pagherà pensioni da fame ai giovani di oggi) e della gestione delle prestazioni temporanee e in particolare della cassa integrazione guadagni: un’assicurazione il cui “premio” pagato da imprese e lavoratori continua così a configurarsi, di fatto, per tre quarti come una tassa sul lavoro finalizzata al pagamento delle pensioni ai sessantenni, se non ai cinquantottenni.
La stessa cassa integrazione guadagni – che ora può essere attivata dalle Regioni anche “in deroga” rispetto ai limiti posti dalla vecchia disciplina ‑ continua a essere largamente utilizzata, in modo del tutto improprio, anche per il sostegno del reddito dei lavoratori che sicuramente non riprenderanno a lavorare nella stessa azienda. La riforma dell’assicurazione contro la disoccupazione, che dovrebbe universalizzare il relativo trattamento e al tempo stesso far cessare l’abuso della Cig e consentire una immediata attivazione delle misure per la ricollocazione dei lavoratori interessati, è rinviata a tempi migliori; né il governo sembra avere le idee chiare sulle sue nuove linee portanti. 
(Fonte: www.lavoce.info - Parte seconda)


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