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4.10.10

2 OTTOBRE 2010: NO B. DAY 2

Lo scorso due ottobre a Roma, si è tenuta la seconda grande manifestazione indetta dal Popolo viola: il No B. Day 2. Un secondo grande momento di democrazia partecipata, senza bandiere di partito, senza convocazioni di parte, solo la voglia di esporre pubblicamente la propria indignazione nei confronti di un governo assente, disinteressato ai problemi del Paese e, soprattutto, del suo capo Silvio Berlusconi. Anche questa volta i cittadini, scevri da ogni spinta ideologia e motivati solo da una visione comune, negativa, circa l’operato dell’attuale amministrazione, incarnata dal Presidente del consiglio, in completa autonomia e in contatto attraverso la rete, si organizzano per dar vita a qualcosa che, fino a qualche anno addietro, era esclusivo appannaggio dei partiti politici, dei sindacati e, più raramente, delle maggiori associazioni.
Un solo colore, anonimo e orfano di significato politico, almeno finora, che diventa bandiera di un comune malessere, oltreché di un comune pensiero. Si perché, secondo i viola, Silvio Berlusconi è una vera e propria malattia per il Paese. Egli è la causa dell’assenza di governo in un momento in cui se ne sente più che mai il bisogno. Dobbiamo a Silvio Berlusconi se, in piena crisi, noi parliamo di case all’estero e di tutela giudiziaria per le alte cariche istituzionali, nel momento in cui ogni altro paese è impegnato in materia economica, nel tentativo forsennato di raddrizzare le sorti dell’economia che, nonostante lo scioglimento della prognosi grazie ai primi segnali di ripresa, non è ancora un paziente fuori pericolo immediato. Dobbiamo a Berlusconi la pessima immagine dell’Italia all’estero, tra comportamenti non proprio conformi all’etichetta, festini brasiliani, e genuflessioni a dittatori veri o aspiranti tali, offrendo il palcoscenico più bello del mondo, l’Italia, ai numeri da circo di Gheddafi. Dobbiamo sempre a Lui – curiosamente Lui, fino a sedici anni fa, era Mussolini! – se ancora non abbiamo un ministro dello sviluppo economico e un presidente della Consob, figure quanto meno indispensabili, visti i tempi che corrono. Perfino Napolitano si è stancato di chiedere questi due nomi, tanto da abbandonarsi al sarcasmo quando qualche giornalista lo interroga su questi temi.

Per queste, tra molte altre ragioni, che fanno del nostro un Paese anormale rispetto alle grandi democrazie occidentali, i Viola si muovono, portando in piazza San Giovanni una folla oceanica che fa invidia alle rock star più blasonate. Naturalmente una manifestazione di queste proporzioni non potrebbe esistere senza l’appoggio di sponsor importanti che ci mettono i soldi, come l’Italia dei Valori, che non perde occasione di sciorinare la sua affinità ideologica, soprattutto valoriale, con i Viola. Ma questo non deve servire per catalogare la manifestazione come “di partito”.

Christian Molinari

Tratto da: NuovaResistenza news, ottobre 2010 - clicca qui

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