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16.6.10

IL VIMINALE RIFIUTA AL PENTITO SPATUZZA IL PROGRAMMA DI PROTEZIONE

 
Firenze - (Adnkronos/Ign) - Le motivazioni del Viminale che ha rifiutato l'ammissione del boss al programma di protezione: ''Ha riferito elementi nuovi solo un anno dopo la scadenza dei termini''. E assicura: ''La tutela personale sarà garantita secondo le modalità ordinarie". Mantovano: ''No motivato". Il procuratore capo di Firenze: ''E' deluso ma sempre disposto a collaborare''

Roma, 16 giu. (Adnkronos/Ign) - Il rigetto dell'ammissione al programma di protezione definitivo e la revoca del piano provvisorio per Gaspare Spatuzza, sono stati imposti dalla "circostanza che Spatuzza abbia riferito all'autorità giudiziaria elementi nuovi, mai esposti prima, e particolarmente significativi, circa un anno dopo l'avvenuta scadenza del termine semestrale". Non solo: lo stesso Spatuzza ha ammesso ''di avere deliberatamente mantenuto il silenzio su alcune circostanze per timore delle conseguenze e in attesa di fare ingresso nel programma di protezione''. E' quanto si legge, apprende l'ADNKRONOS, nelle motivazioni della Commissione del Viminale che, nella riunione di ieri, ha rifiutato l'ammissione del boss al programma di protezione. Per la Commissione, "resta salva, ovviamente, la necessaria tutela personale che sarà garantita, pur in assenza di programma, secondo le modalità ordinarie". La Commissione cita nel suo documento quanto detto da Spatuzza il 6 ottobre 2009 alla Dda di Palermo: "non ho riferito subito di queste cose riguardanti Berlusconi perché intendevo prima di tutto che venisse riconosciuta la mia attendibilità su altri argomenti e poi riferirne, sia per ovvie ragioni inerenti la mia sicurezza, sia per non essere sospettato di speculazioni su questo nome nella fase iniziale, già molto delicata, della mia collaborazione". Infine, la Commissione, nel suo documento, sottolinea come, per giungere alla decisione di non ammettere il boss al programma di protezione, "è stata svolta una complessa, lunga e articolata attività istruttoria''.
Da parte sua il sottosegretario al ministero dell'Interno Alfredo Mantovano, presidente della commissione sulle misure di protezione, ricorda che tali misure sono ''atti motivati, esito di un lavoro approfondito e articolato che ha impegnato tutti i componenti della Commissione. Non si tratta - precisa riferendosi ad asserzioni di un procuratore della Repubblica - di qualcosa di paragonabile a proiettili o minacce".
Mantovano, ricordando che "i provvedimenti sono impugnabili al Tar del Lazio", si è anche detto disponibile a riferire in Parlamento. Come chiede Laura Garavini, capogruppo del Pd nella commissione parlamentare Antimafia, la quale sottolinea ''la necessità che quest'uomo (Spatuzza, ndr) sia tutelato''. ''Vogliamo che il sottosegretario Alfredo Mantovano venga a spiegare in Parlamento perché il Viminale ha negato la protezione a un testimone le cui dichiarazioni sono state ritenute attendibili da tre procure della Repubblica. Qualcuno vuole impedire che si vada avanti con le indagini?'', dice Garavini.
Va all'attacco l'Idv che parla di "vendetta politica''. ''Un avvertimento e un'intimidazione - afferma il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi - rivolta a chi conosce i rapporti tra mafia e politica''.
Intanto, il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Quattrocchi, fa sapere che Spatuzza ''ha indirizzato un messaggio nel quale ribadisce la propria disponibilità, per quanto può fare, a collaborare con lo Stato, in cui fortemente crede, per la ricerca della verità''. ''Spatuzza chiede di essere protetto - ha proseguito Quattrocchi - Ma, pur nella delusione che ha provato e pur manifestando, comprensibilmente, un certo timore per sé, ci ha indirizzato questo messaggio''.
Per il procuratore capo di Firenze ''è un comportamento molto apprezzabile, è una posizione di coerenza con la scelta che ha operato. Questa iniziativa - ha concluso Quattrocchi - è ulteriormente rappresentativa di un'affidabilità del percorso intrapreso dal collaboratore''. Nei mesi scorsi quella di Firenze era stata una delle Procure che aveva caldeggiato fortemente presso il Viminale l'ammissione di Spatuzza al programma di protezione.

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