In una lettera dello scorso novembre il disperato appello che nessuno ha voluto ascoltare.
Ventotene, Cala Rossano giovedì 12 novembre 2009
La tragedia di Ischia mi ha lasciato sgomento, ma non sorpreso. Lo scempio del territorio e la speculazione selvaggia hanno preteso, come sempre, il loro triste tributo di sangue, purtroppo innocente. Come cittadino quello che più mi indigna e rattrista è il fatto di essere certo che, come sempre, nessuno pagherà mai per queste morti.
Come Ventotenese temo inoltre che anche qui, un fazzoletto di terra in mezzo al mare, possa verificarsi quanto successo ieri a Ischia, un mese fa a Messina e prima ancora in moltissimi altri territori del nostro Sud sempre più devastato dal cemento. Ventotene ha già subito crolli e danni ingenti lo scorso inverno per molta meno pioggia; la scorsa estate una frana ha gravemente ferito una turista, un paio di anni fa una parte del Porto Romano è crollata.
La gestione di questo piccolissimo territorio è in mano ad un'amministrazione cieca ed incapace di vedere le ferite che sta infliggendo al suo territorio, che continua a colare fiumi di cemento persino nel cuore della Riserva Naturale. Non voglio che la mia isola diventi una nuova Casamicciola, una nuova Messina, una nuova Sarno, e chiedo al sindaco e agli amministratori tutti di fermarsi, prima che sia troppo tardi.
fonte: Il Mattino 12 Novebre 2009
Ventotene, Cala Rossano giovedì 12 novembre 2009
La tragedia di Ischia mi ha lasciato sgomento, ma non sorpreso. Lo scempio del territorio e la speculazione selvaggia hanno preteso, come sempre, il loro triste tributo di sangue, purtroppo innocente. Come cittadino quello che più mi indigna e rattrista è il fatto di essere certo che, come sempre, nessuno pagherà mai per queste morti.
Come Ventotenese temo inoltre che anche qui, un fazzoletto di terra in mezzo al mare, possa verificarsi quanto successo ieri a Ischia, un mese fa a Messina e prima ancora in moltissimi altri territori del nostro Sud sempre più devastato dal cemento. Ventotene ha già subito crolli e danni ingenti lo scorso inverno per molta meno pioggia; la scorsa estate una frana ha gravemente ferito una turista, un paio di anni fa una parte del Porto Romano è crollata.
La gestione di questo piccolissimo territorio è in mano ad un'amministrazione cieca ed incapace di vedere le ferite che sta infliggendo al suo territorio, che continua a colare fiumi di cemento persino nel cuore della Riserva Naturale. Non voglio che la mia isola diventi una nuova Casamicciola, una nuova Messina, una nuova Sarno, e chiedo al sindaco e agli amministratori tutti di fermarsi, prima che sia troppo tardi.
fonte: Il Mattino 12 Novebre 2009
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