Segnalo che il 15 maggio 2010 è stato presentato al Senato il disegno di legge AS 2121 recante “Disposizioni in materia di obiezione di coscienza dei farmacisti nella dispensa dei farmaci rientranti nella contraccezione di emergenza”.
Tale DDL, sottoscritto dai senatori del PDL Ada Spadoni Urbani, Esteban Juan Caselli, Cesare Cursi, Domenico Gramazio, Simonetta Licastro Scardino, Salvatore Mazzaracchio, Valter Zanetta e Tomaso Zanoletti, è stato assegnato alle Commissioni riunite II Giustizia e XII Igiene e sanità del Senato.
Sulla medesima materia è stata annunciata anche la presentazione del DDL AS 2160 recante “Disposizioni in materia di definizione e regolamentazione del diritto all’obiezione di coscienza da parte dei farmacisti”, a firma dei senatori Luigi D’Ambrosio Lettieri e Laura Bianconi (PDL). Tale DDL, del quale non è ancora disponibile il testo, non è stato ancora assegnato alle commissioni competenti.
Il provvedimento, che si compone di quattro articoli, riconosce al farmacista il diritto di sollevare, previa dichiarazione, obiezione di coscienza nei confronti della dispensazione di farmaci che provochino l'aborto o impediscano l'annidamento dell'ovulo fecondato. L'atto legislativo, al contempo, mira a superare gli ostacoli attualmente esistenti al pieno riconoscimento di tale diritto.
Per gli obiettori, così come per i medici, sarebbe opportuno per gli obiettori non ci si limitasse ad una dichiarazione di obiezione, ma dimostrassero di essere cattolici osservanti: niente divorzi, niente convivenze, niente esonero dalla religione per i ficli, ecc.
Dato che il ragionevole dubbio di omologazione alla convenienza è legittimo.
Dubbio confermato dalle dichiarazioni e partecipazioni alle manifestazioni in difesa della famiglia contro il riconoscimento delle convivenze e contro la pillola RU486 dai molti che nessun titolo avevano, almeno per coerenza, di proclamarsi difenzori della sacralità della famiglia (divorziati, conviventi).
Per non parlare dell'elevato numero di esenzioni all'insegnamento della religione nelle scuole e alla frequentazione della santificazione delle feste nelle chiese.
Resta quindi legittimo il dubbio di opportunismo politico dei/ai primari o di sudditanza al "capo" farmacista.
Basta predicare bene e razzolare male.
Articoli correlati:
LAICITA'
SIAMO CATTOLICI PER LEGGE E NON PER FEDE
Luciana P. Pellegreffi
Nessun commento:
Posta un commento
Nome Cognome
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.