Finalmente il Ministro Maroni ha dettato le linee guida per cercare di mettere ordine nella ridda di notizie che si inseguono sui media in questi giorni. L’argomento al centro dell’attenzione mediatica, e tanto caro ai netizen italiani, riguarda le eventuali misure straordinarie da adottare per i reati di diffamazione e di apologia di reato commessi attraverso le piattaforme digitali quali blog e social network. Maroni ha avuto ieri parole distensive al riguardo, ovvero che non occorreranno Leggi speciali per i reati commessi tramite il web, ciò a cui il Ministro dell’Interno ambisce è un codice di autoregolamentazione.
Ieri si è tenuta al Viminale una riunione preliminare tra Maroni e i rappresentanti delle società che forniscono connettività e servizi sul web, i rappresentanti delle associazioni di categoria e i rappresentanti dei più importanti social network. Tra questi vi erano i responsabili italiani di Google, Facebook, il Capo della Polizia, il vice ministro delle Comunicazioni, i rappresentanti di Confindustria e dei maggiori carrier italiani quali Telecom, Wind, Vodafone e Fastweb.
L’incontro è stato propedeutico per gettare le basi sul futuro, auspicato “codice di autoregolamentazione”, una sorta di statuto accettato (speriamo!) dai protagonisti, a vario titolo, della rete, al fine di contrastare efficacemente i reati di cui sopra senza prevedere leggi e normative ad hoc per il web. Maroni sa che il terreno in cui si muove è irto di ostacoli ed è estremamente complesso da regolamentare, anche perché alcuni dei principali protagonisti del web, parliamo di Google e Facebook, e quindi tra gli attori principali del confronto appena nato, hanno le sedi principali e le farm all’estero, per questi soggetti occorreranno accordi internazionali.
La prima riunione ha gettato le basi per una discussione a largo raggio, i protagonisti si rincontreranno nelle prossime settimane per cercare di valutare le proposte che verranno presentate strada facendo. L’iter di preannuncia lungo e non primo di ostacoli, va dato però atto a Maroni di aver rifiutato i vari emendamenti e proposte di Legge che si sono succedute in questi mesi volte a regolamentare, con azioni sicuramente impopolari, il web.
Fonte
Luciana P. Pellegreffi
Translation services
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