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18.8.09

NO LAICITA' NO DEMOCRAZIA

COSTITUZIONE REPUBBLICA ITALIANA - Ho inserito nella colonna di destra alcuni degli articoli più minati recentemente dalle interferenze dello stato estero del Vaticano e da alcuni ministri dell'attuale governo, affinché ognuno di noi non dimentichi mai su cosa è stata fondata la nostra Repubblica e su questa base valuti e rifletta su ciò che accade.

LA LAICITA' è INDICE DI DEMOCRAZIA
IN ITALIA LA DEMOCRAZIA PERDE I PEZZI

La parola laicità, in senso politico e sociale, denota la rivendicazione, da parte di un individuo o di una entità collettiva, dell'autonomia decisionale rispetto a ogni condizionamento ideologico, morale o religioso altrui.
Laico è, in questo senso, chi ritiene di potere e dovere garantire incondizionatamente la propria e l'altrui libertà di scelta e di azione, particolarmente in ambito politico, rispetto a chi, invece, ritiene di dover conciliare o sottomettere la sua libertà all'autorità di un'ideologia o di un credo religioso.
Nel significato originario del termine, ancora utilizzato in ambito religioso, il laico è un fedele della religione non ordinato sacerdote o non appartenete a congregazioni religiose
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Il TAR del Lazio con la sentenza nr. 7076 del 17 luglio scorso, in merito all'ora di religione a scuola, ha affermato come illegittima la partecipazione a pieno titolo degli insegnanti di religione agli scrutini e che il voto di tale materia non può partecipare alla formazione della media in quanto insegnamento facoltativo.
La decisione è stata presa per non discriminare gli studenti che non si avvalgono di tale insegnamento in quanto, appunto, facoltativo.
Come per la recente approvazione della pillola RU486, in seguito alla quale il clero ha minacciato di scomunica le donne che ne faranno uso, i medici e chiunque non la condanni, gli attacchi del Vaticano allo Stato Italiano, nello specifico anche alla nostra magistratura, non si sono fatti attendere.
La condanna immediata arriva dalla CEI, ma dato che non può ricorrere contro il NOSTRO Stato ha chiesto ai politici di intervenire in sua vece e la ministra Gelmini ha subito ubbidito ricevendo benedizioni a testimonianza dell’asservimento di questo governo alla Chiesa.
Le dichiarazioni che si sono susseguite sono state le più stravaganti e aggressive; monsignor Diego Coletti, presidente della Commissione Episcopale per l'educazione cattolica dichiara che la decisione dei giudici «danneggia la laicità dello stato».
Da quando il clero si preoccupa della laicità del NOSTRO STATO ?
Coletti ha inoltre attaccato la magistratura amministrativa, accusandola di «bieco illuminismo».
A seguire la protesta dei docenti di religione - scelti dalla curia - che sostengono che vi sia la volontà di emarginare l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche italiane, il Pdl attraverso Maurizio Gasparri, critica la sentenza: «Siamo di fronte ad una deriva anticattolica che non ha precedenti nella storia e nella tradizione del nostro paese» ha detto e Luca Volontà dell’Udc incita la Gelmini a dare mandato e a impugnare i subito quella incivile sentenza.
Il ministero dell'Istruzione ricorrerà al Consiglio di Stato e aggiunge: «Ingiusto discriminare l'insegnamento cattolico».
Ha ragione, è altrettanto ingiusto discriminare gli studenti che hanno o meno una fede religiosa e, nel caso, diversa da quella cattolica.

Non è compito del TAR, non della ministra Gelmini e nemmeno del governo italiano difendere una religione sia essa quella cattolica o altra.

La
Gelmini riconosce che vi è la libertà di scegliere di avvalersi o meno dell’insegnamento della religione, ma non comprende perché qualcuno voglia limitare questa libertà.
Non lo
comprendiamo nemmeno noi essendo il principio della libertà di scelta rimasto inalterato.
Aggiunge: “la religione cattolica esprime un patrimonio di storia, di valori e di tradizioni talmente importante che la sua unicità deve essere
riconosciuta e tutelata. Una unicità che la scuola, pur nel rispetto di tutte le altre religioni, ha il dovere di riconoscere e valorizzare”.

Se
pensiamo che gli studenti che non si avvalgono dell'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche sono il 10% come media nazionale con diversificazioni significative nelle grandi città come Milano, Torino, Roma, Bologna, Napoli e Palermo, non si capisce tanta durezza a difendere l'ora di religione, salvo considerare che questa percentuale è annualmente in crescita e che gli immigrati non sono in maggioranza di fede cattolica.

Tutti i rappresentanti del governo hanno giurato sulla Costituzione, pertanto DEVONO tutelare tutte le religioni e la parità di tutti i cittadini davanti alla legge.
Coloro che intendono tutelare la religione cattolica
disconoscano il giuramento fatto e pertanto si DIMETTANO.


IL FLAGELLO LAICO - di Paola Cortellesi


Attraverso questa pagina potete inoltrare le vostre comunicazioni al Presidente Napolitano.

Testo proposto:
Al Presidente della Repubblica Italiana
Giorgio
Napolitano,
mi rivolgo a Lei, Signor Presidente della Repubblica, perché mi aiuti a comprendere se è corretto che Ministri e
Parlamentari della nostra Repubblica, che hanno giurato sulla nostra Costituzione possano disconoscerla, come riportato sulla stampa in questi giorni in merito alla sentenza del TAR del Lazio sull'ora di religione.
Nello specifico la Ministra
Gelmini ha dichiarato: “la religione cattolica esprime un patrimonio di storia, di valori e di tradizioni talmente importante che la sua unicità deve essere riconosciuta e tutelata. Una unicità che la scuola, pur nel rispetto di tutte le altre religioni, ha il dovere di riconoscere e valorizzare”.
Tali
affermazioni sono contrarie al principio di laicità della Stato Italiano e di riconoscimento di pari dignità di tutte le fedi religiose nel nostro paese come sancisce la Costituzione negli Art. 3, 7 e 8.

Ringrazio e
distintamente la saluto
Nome e Cognome
Città

Luciana P.
Pellegreffi
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