Domenica 2 agosto Il prefetto di Milano ha inviato la polizia in assetto antisommossa, per sgomberare il presidio dei 49 operai rimasti della fabbrica INNSE PRESSE di via Rubattino, quartiere Lambrate.
La INNSE è quel che resta della mitica fabbrica INNOCENTI che ha prodotto miti internazionali come la Lambretta,la cui produzione iniziò nel 1947, ma che ha prodotto anche componenti super specialistiche come i serbatoi del razzo Ariane.
La INNSE è quel che resta della mitica fabbrica INNOCENTI che ha prodotto miti internazionali come la Lambretta,la cui produzione iniziò nel 1947, ma che ha prodotto anche componenti super specialistiche come i serbatoi del razzo Ariane.
Nel 2006 durante la crisi in atto della fabbrica, amministratori e sindacati, contattati dal prefetto Gian Valerio Lombardi, come ha ricostruito l'ex assessore Bruno Casati, incontrarono l'imprenditore interessato all’acquisto Silvano Genta accompagnato da Roberto Castelli, allora semplice parlamentare della Lega. Il piano di rilancio presentato fece sì che Genta divenne il nuovo proprietario spendendo 700.000 Euro, prezzo che a Milano consente di acquistare un appartamento signorile. Genta in realtà era commerciante di rottami di Torino e non un indistriale.
Dettaglio essenziale per cogliere appieno la lucida speculazione in atto su questa fabbrica è che la INNSE possiede macchinari ad alta tecnologia, con mercato e possibilità produttive e che gli operai sono altamente specializzati in tali lavorazioni.
Inoltre le richieste di lavoro ricevute non hanno potuto essere evase perché il rilancio della fabbrica negli intendimenti di Genta non prevede la ripresa della produzione.
Dettaglio essenziale per cogliere appieno la lucida speculazione in atto su questa fabbrica è che la INNSE possiede macchinari ad alta tecnologia, con mercato e possibilità produttive e che gli operai sono altamente specializzati in tali lavorazioni.
Inoltre le richieste di lavoro ricevute non hanno potuto essere evase perché il rilancio della fabbrica negli intendimenti di Genta non prevede la ripresa della produzione.
Per completare il quadro: la fabbrica si trova in una zona ex industriale, attualmente in fase di grande edificazione edilizia come previsto dal Programma di Riqualificazione Urbana (P.R.U.) del Comune di Milano.
questa è l'area interessata
“PIANO DI RILANCIO INDUSTRIALE” come lo ha concepito e messo in atto il signor Silvano Genta:
Prima mossa: acquisto della INNSE nel 2006 per 700.000 euro per l’intera fabbrica e quanto in essa contenuto.
Seconda mossa: giugno del 2008, mancata evasione delle commesse e licenziamento di tutti gli operai che successivamente occupano la fabbrica giorno e notte fino ai giorni nostri richiedendo la ripresa del lavoro.
Terza mossa: vendita di 7 macchinari ad alto contenuto tecnologico alla Mpc di Santorso (Vicenza) e alla Nuova Lombarmet di Arluno (Milano), macchinari di cui però era pressoché impossibile entrare in possesso perché sotto custodia degli operai, da mesi in autogestione; da qui il decreto ingiuntivo. La stima del prezzo di vendita sembra essere di 2.5 milioni di euro.
Quarta mossa sperata: i conti tornano – 700.000 euro + 2.5 milioni di euro, operai a casa e saluti a tutti.
La fine è ancora da scrivere perché a maggio 2009, il tribunale autorizza lo smontaggio delle macchine con la forza per superare il blocco imposto dagli operai, ma i sindacati riescono a far rinviare l’azione di forza per cercare ancora una soluzione alternativa.
Si aggiunge a questa difficile situazione la rivendicazione della Rubattino 87, società del gruppo AEDES, comproprietaria del terreno su cui sorge la INNSE, che richiede ai giudici il sequestro di quelle stesse macchine a causa dei cospicui debiti che Genta ha con la società stessa per circa 3 milioni di euro.
Il prossimo 11 agosto è prevista la successiva udienza civile; il giudice Salvatore Di Blasi, ha fatto una proposta conciliativa e ha riconvocato le parti tra una settimana.
Qualche giorno fa la regione Lombardia aveva approvo la riapertura delle trattative ridando così speranza agli operai, ma domenica 2 agosto arrivano carabinieri e polizia per sgomberare gli operai occupanti e far entrare quelli incaricati di smontare le macchine.
Per tutto il giorno sindacati e politici locali non riescono a rintracciare il prefetto Lombardi per avere spiegazioni, poi giunge una sospensione dalla prefettura e una nuova convocazione delle parti per il 4 agosto.
video: La rabbia degli operai - Corriere della sera
video: La INNSE di Lambrate - Appunti di una storia di lotta
video: INNSE TG NOVA
Gli operai non sono intenzionati a smettere di lottare per la loro fabbrica e il loro lavoro e sostengono di non volersene andare chiedendo di togliere la fabbrica dalle mani della speculazione.
L'ex manager Sergio Cusani, che ha ricevuto l’incarico da parte degli operai e della Fiom Cgil di trovare un compratore dice che vi sono imprenditori disposti all’acquisto della INNSE perché è una azienda viva, ma ora serve un intervento politico che sospenda le procedure di smantellamento dei macchinari(Adnkronos, 3/8).
Ieri mattina verso le 11.30 4 operai sono saliti su una gru minacciando di lanciarsi nel vuoto e chiedendo la riapertura del tavolo di lavoro che conduca ad una effettiva progettazione industriale della ripresa delle attività e contemporaneamente il blocco dello smantellamento dei macchinari. Un corteo di operai ha raggiunto la stazione di Lambrate per riaffermare la volontà di salvare il loro posto di lavoro, gli striscioni così come le magliette riportano il “logo” Giù le mani dalla INNSE.
Intanto uno dei macchinari è stato completamente smontato prima che gli operai addetti a tale incombenza lasciassero la fabbrica per sopravvenuti motivi di sicurezza dovuti agli operai saliti sulla gru.
I 4 operai, dai 30 ai 60 anni, sono in una situazione precaria dovuta all’insicuro luogo in cui si trovano oltre al fatto che la calura della giornata contribuisce al disagio, infatti i dirigenti sindacali sono stati scortati dalla Digos e carabinieri per portare loro panini e acqua.
Si sono verificati tafferugli tra gli operai e i giovani dei centri sociali che cercavano di avvicinarsi all’ingresso della fabbrica per capire cosa avvenisse all’interno di essa e le forze dell'ordine e pare che vi siano alcuni contusi
Nel tardo pomeriggio arriva la notizia della concessione di 3 giorni di sospensione per le operazioni di smontaggio, da parte del prefetto, notizia che non soddisfa nessuno dei presenti al presidio che non intendono retrocedere rispetto alle richieste effettuate.
La Fiom ha chiesto l’intervento di Berlusconi, quale presidente operaio, per la soluzione della situazione nella direzione richiesta dagli operai dell’INNSE.
“PIANO DI RILANCIO INDUSTRIALE” come lo ha concepito e messo in atto il signor Silvano Genta:
Prima mossa: acquisto della INNSE nel 2006 per 700.000 euro per l’intera fabbrica e quanto in essa contenuto.
Seconda mossa: giugno del 2008, mancata evasione delle commesse e licenziamento di tutti gli operai che successivamente occupano la fabbrica giorno e notte fino ai giorni nostri richiedendo la ripresa del lavoro.
Terza mossa: vendita di 7 macchinari ad alto contenuto tecnologico alla Mpc di Santorso (Vicenza) e alla Nuova Lombarmet di Arluno (Milano), macchinari di cui però era pressoché impossibile entrare in possesso perché sotto custodia degli operai, da mesi in autogestione; da qui il decreto ingiuntivo. La stima del prezzo di vendita sembra essere di 2.5 milioni di euro.
Quarta mossa sperata: i conti tornano – 700.000 euro + 2.5 milioni di euro, operai a casa e saluti a tutti.
La fine è ancora da scrivere perché a maggio 2009, il tribunale autorizza lo smontaggio delle macchine con la forza per superare il blocco imposto dagli operai, ma i sindacati riescono a far rinviare l’azione di forza per cercare ancora una soluzione alternativa.
Si aggiunge a questa difficile situazione la rivendicazione della Rubattino 87, società del gruppo AEDES, comproprietaria del terreno su cui sorge la INNSE, che richiede ai giudici il sequestro di quelle stesse macchine a causa dei cospicui debiti che Genta ha con la società stessa per circa 3 milioni di euro.
Il prossimo 11 agosto è prevista la successiva udienza civile; il giudice Salvatore Di Blasi, ha fatto una proposta conciliativa e ha riconvocato le parti tra una settimana.
Qualche giorno fa la regione Lombardia aveva approvo la riapertura delle trattative ridando così speranza agli operai, ma domenica 2 agosto arrivano carabinieri e polizia per sgomberare gli operai occupanti e far entrare quelli incaricati di smontare le macchine.
Per tutto il giorno sindacati e politici locali non riescono a rintracciare il prefetto Lombardi per avere spiegazioni, poi giunge una sospensione dalla prefettura e una nuova convocazione delle parti per il 4 agosto.
video: La rabbia degli operai - Corriere della sera
video: La INNSE di Lambrate - Appunti di una storia di lotta
video: INNSE TG NOVA
Gli operai non sono intenzionati a smettere di lottare per la loro fabbrica e il loro lavoro e sostengono di non volersene andare chiedendo di togliere la fabbrica dalle mani della speculazione.
L'ex manager Sergio Cusani, che ha ricevuto l’incarico da parte degli operai e della Fiom Cgil di trovare un compratore dice che vi sono imprenditori disposti all’acquisto della INNSE perché è una azienda viva, ma ora serve un intervento politico che sospenda le procedure di smantellamento dei macchinari(Adnkronos, 3/8).
Ieri mattina verso le 11.30 4 operai sono saliti su una gru minacciando di lanciarsi nel vuoto e chiedendo la riapertura del tavolo di lavoro che conduca ad una effettiva progettazione industriale della ripresa delle attività e contemporaneamente il blocco dello smantellamento dei macchinari. Un corteo di operai ha raggiunto la stazione di Lambrate per riaffermare la volontà di salvare il loro posto di lavoro, gli striscioni così come le magliette riportano il “logo” Giù le mani dalla INNSE.
Intanto uno dei macchinari è stato completamente smontato prima che gli operai addetti a tale incombenza lasciassero la fabbrica per sopravvenuti motivi di sicurezza dovuti agli operai saliti sulla gru.
I 4 operai, dai 30 ai 60 anni, sono in una situazione precaria dovuta all’insicuro luogo in cui si trovano oltre al fatto che la calura della giornata contribuisce al disagio, infatti i dirigenti sindacali sono stati scortati dalla Digos e carabinieri per portare loro panini e acqua.
Si sono verificati tafferugli tra gli operai e i giovani dei centri sociali che cercavano di avvicinarsi all’ingresso della fabbrica per capire cosa avvenisse all’interno di essa e le forze dell'ordine e pare che vi siano alcuni contusi
Nel tardo pomeriggio arriva la notizia della concessione di 3 giorni di sospensione per le operazioni di smontaggio, da parte del prefetto, notizia che non soddisfa nessuno dei presenti al presidio che non intendono retrocedere rispetto alle richieste effettuate.
La Fiom ha chiesto l’intervento di Berlusconi, quale presidente operaio, per la soluzione della situazione nella direzione richiesta dagli operai dell’INNSE.
5 ago(Adnkronos) - Era stata annunciata per le ore 10, davanti alla prefettura di Milano una conferenza stampa di Silvano Genta, proprietario della Innse in stato di liquidita'. Per "ragioni di opportunita' e sicurezza" spiega l'avvocato Giambattista Lomartire l'incontro e' stato posticipato "a data da destinarsi".
Le trattative procedono.
Nessun commento:
Posta un commento
Nome Cognome
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.