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30.7.09

SALVIAMO IL MUSEO DI STORIA NATURALE DI MILANO


Il Museo Civico di Storia Naturale di Milano è stato fondato nel 1838, ed è uno dei più importanti musei naturalistici d'Europa.
Visitiamolo insieme qui.
Si divide in otto sezioni: Mineralogia e Petrografia, Paletnologia, Paleontologia dei vertebrati, Paleontologia degli invertebrati, Botanica, Zoologia dei vertebrati, Zoologia degli invertebrati, Entomologia.
Negli oltre 5.500 metri quadri di superficie sono esposti migliaia di esemplari di piante, animali, minerali, fossili, in pratica è rappresentato tutto il mondo naturale.
Il Museo è facilmente fruibile grazie al grande sforzo dei curatori per rendere accessibili le informazioni scientifiche. Tra le raccolte esposte si segnala, nella sezione di paleontologia, la raccolta di sette scheletri di dinosauri e la ricostruzione di un Triceratopo.
Non bastano 350mila ingressi l’anno, calcolati dal Touring Club Italiano.
Non bastano centinaia di laboratori interattivi sulle scienze naturali, organizzati ogni anno per bambini e studenti.
Non bastano sei edizioni del Darwin Day di Milano, con 6.000 partecipanti soltanto nel 2009, e i più grandi naturalisti del mondo ospitati al Museo (da Niles Eldredge a Richard Dawkins, da Ian Tattersall a Peter e Rosemary Grant, da Antonio Lazcano a Gerd Müller).
Non bastano decine di “Happy Hour scientifici” con centinaia di prenotazioni a serata.
Non basta tutto questo: ogni anno il bilancio del Museo di Storia Naturale di Milano - il più antico museo civico milanese e il
museo scientifico più visitato della città - viene sistematicamente ridotto dal Comune.
Tutti conosciamo gli attuali problemi di bilancio dei Comuni italiani, ma quando i tagli mettono a repentaglio la sopravvivenza stessa di istituzioni pubbliche così importanti e amate non è possibile stare a guardare. La classe dirigente di un Paese avanzato dovrebbe sempre avere tra i suoi obiettivi primari la diffusione della cultura scientifica. Il motivo è evidente: la scienza pervade ogni aspetto della vita di una società moderna, dall’agricoltura alla medicina, dalla produzione di energia alla tutela ambientale, dall’industria alla prevenzione dei disastri naturali. La scienza stimola la curiosità, educa alla disciplina mentale, al pensiero critico e al confronto costruttivo tra idee diverse, soprattutto la scienza è bellissima e affascinante.
Le decine di migliaia di persone che affollano i festival della scienza e visitano mostre scientifiche come “Darwin 1809-2009” - che al Palazzo delle Esposizioni di Roma ha registrato più di 120mila presenze in meno di tre mesi - dimostrano che esiste oggi in Italia un crescente pubblico che chiede buoni progetti di comunicazione della scienza.
In questo museo lavorano, con passione e professionalità, ricercatori, tecnici e operatori didattici specializzati. Grazie a dinosauri, minerali, animali e diorami è un formidabile punto di attrazione per le giovani generazioni, che dal Museo possono iniziare il loro percorso di educazione alla scienza, oltre a trovarvi occasioni di svago intelligente.
Da decenni tuttavia il personale del Museo è gravemente sottodimensionato, e non vengono fatte le necessarie assunzioni a tempo indeterminato.
Ora, dal gennaio 2009 nove persone, collaboratrici e collaboratori del Museo da molti anni, per lo più laureati, professionalmente qualificati ma con contratti di lavoro precario, non percepiscono più alcun compenso per il loro lavoro. Questi professionisti hanno atteso per i primi quattro mesi del 2009, come ogni anno, che si compisse il consueto, lento iter burocratico di rinnovo dei contratti, continuando a svolgere i loro compiti, garantendo per mesi la prosecuzione delle normali attività del Museo.
All’inizio di maggio, visto il perdurante silenzio dell’Amministrazione civica, hanno però deciso di astenersi dal lavoro.
Questo comporta pesantissime conseguenze per le attività del Museo: la carenza di manutenzione delle collezioni scientifiche (zoologiche, xilologiche e mineralogiche); il fermo del laboratorio di microscopia elettronica; il fermo del laboratorio di preparazione paleontologica; il fermo della pubblicazione delle riviste scientifiche; il fermo della realizzazione di nuovi allestimenti e mostre; la mancanza di un addetto alle pubbliche relazioni del Museo; l’impossibilità di realizzare i prossimi Darwin Day e gli Happy Hour scientifici in Museo.
Questo è solo uno degli aspetti, ora tra i più urgenti, della trascuratezza dell’Amministrazione nei confronti del Museo di Storia Naturale. I lavoratori del Museo, avendo scelto di dedicare la propria vita a un’attività assai poco remunerativa sul piano economico ma potenzialmente ricca di soddisfazioni intellettuali, e insieme a loro gli esponenti della società civile e della comunità scientifica che firmano questo appello, vogliono continuare a sperare che la classe dirigente di Milano recuperi presto il senso del proprio ruolo in una politica della cultura scientifica e che i dirigenti incaricati per i musei civici siano scelti in base alle loro competenze professionali e alla loro volontà di porsi al servizio della cittadinanza.
Facciamo qualcosa, subito, per non far morire il Museo di Storia Naturale di Milano. Firma insieme a noi questo appello, che manderemo al Sindaco di Milano e ai rappresentanti di tutte le Istituzioni coinvolte affinché intervengano immediatamente:

FIRMA QUI LA PETIZIONE

Ho veramente pochissimo da aggiungere tra cui: la scienza e la cultura è di tutti, anche tua.
Generazioni di milanesi sono passate da questo importante luogo di cultura e conoscenza, non ha senso privare la città di Milano e i suoi cittadini di una struttura così importante e che fornisce a genitori e insegnanti un luogo di riferimento per la trasmissione della conoscenza e di gestione intelligente del tempo, un luogo dove i neuroni si attivano e portano con sé l’esperienza per il resto della vita. Provare per credere!
Lo ricordo io da piccola negli anni 60 quando vi andammo in visita con la classe elementare, lo ricorda mio figlio tutte le volte che insieme lo abbiamo visitato scoprendo sempre cose nuove e affascinanti.
Aiutaci a salvare i pochi luoghi intelligenti rimasti in città.

Vorrei più happy hour intelligenti e meno triangoli e quadrati della moda e simili.

Grazie

Luciana P. Pellegreffi

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