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23.5.12

Nigeria: la Shell ammetta, pulisca e paghi! firma l'appello


Decenni di estrazione di petrolio nel Delta del Niger hanno provocato povertà, conflitti e violazioni dei diritti umani. L'inquinamento causato dalle attività estrattive ha devastato la vita della popolazione del Delta del Niger; ha contaminando la terra, l'acqua e l'aria, contribuendo alla violazione del diritto alla salute e a un ambiente sano, del diritto a condizioni di vita dignitose, inclusi il diritto al cibo e all'acqua, nonché del diritto a guadagnarsi da vivere attraverso il lavoro. Centinaia di migliaia di persone ne sono state colpite, in particolar modo quelle più povere e quelle che dipendono da fonti di sostentamento tradizionali, come la pesca e l'agricoltura.

Molte zone del Delta del Niger sono ancora inquinate perché le aziende petrolifere non hanno effettuato bonifiche né ripristinato le condizioni iniziali del suolo e dell'acqua. Tra queste anche Bodo, nell'Ogoniland, una città di 69.000 abitanti che da tre anni aspettano giustizia.

Nell'agosto 2008 una falla nell'oleodotto Trans-Niger ha provocato una grande fuoriuscita di petrolio nella zona di Bodo. Il petrolio si riversò per quattro settimane. La Shell ha denunciato la fuoriuscita di 1640 barili di petrolio, ma secondo una stima indipendente, fuoriuscì l'equivalente di 4000 barili al giorno. La fuoriuscita venne fermata il 7 novembre. Un mese dopo c'è stata una seconda fuoriuscita, sempre a causa delle cattive condizioni dell'oleodotto, che la Shell ha fermato solo dopo 10 settimane.


Da allora, non c'è stata alcuna bonifica. I danni alla pesca e all'allevamento hanno causato scarsità di cibo e un aumento dei prezzi. Gli abitanti di Bodo hanno inoltre denunciato gravi problemi di salute, collegati all'inquinamento del suolo e dell'acqua. Dopo aver cercato a lungo di ottenere la bonifica e un risarcimento, nel 2010 la comunità di Bodo si è rivolta a un tribunale del Regno Unito. Il caso contro la Shell è tuttora in corso.

Tre anni dopo, nell'agosto 2011, un rapporto del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (Unep), basato su una propria valutazione dell'inquinamento petrolifero nell'Ogoniland, ha messo in evidenza il fallimento della Shell, da molti anni, nel bonificare efficacemente l'area.  Sebbene il governo della Nigeria sia il principale responsabile delle violazioni dei diritti umani in corso nel Delta del Niger, dal rapporto dell'Unep emergono chiaramente anche le notevoli responsabilità della Shell.

Amnesty International chiede alla Shell di rendere conto del proprio operato a Bodo, di ripulire le fuoriuscite di petrolio e di risarcire adeguatamente la comunità locale per tutte le perdite e i danni subiti. La Shell deve inoltre contribuire con una quota iniziale di un miliardo di dollari a un fondo indipendente per la bonifica di tutta la regione dell'Ogoniland.
Peter Voser
Chief Executive Officer
Royal Dutch Shell

Egregio signor Voser,

le scrivo come sostenitore di Amnesty International, l'organizzazione non governativa che dal 1961 lavora in difesa dei diritti umani, ovunque essi siano violati.

Esprimo la mia preoccupazione per il persistente impatto negativo dell'inquinamento petrolifero sui diritti economici, sociali e culturali nella regione del Delta del Niger, in Nigeria. L'inquinamento petrolifero ha devastato le vite delle persone residenti nel Delta del Niger, distruggendone le fonti di sostentamento, pregiudicandone l'accesso all'acqua potabile e al cibo nonché ponendone seriamente a rischio la salute. Sono centinaia di migliaia le persone colpite, soprattutto le più povere.

La sollecitiamo a riconoscere la responsabilità della Shell per gli impatti dell'inquinamento petrolifero nel Delta del Niger e chiediamo all'azienda di:
  • mettere a disposizione l'intera somma di 1 miliardo di dollari individuata dall'Unep quale importo iniziale necessario a costituire un fondo indipendente destinato alla bonifica dell'Ogoniland.
  • condurre una bonifica completa delll'inquinamento da petrolio  e dei danni ambientali a Bodo, consultando la comunità.
  • riesaminare in modo trasparente tutte le procedure operative nel Delta del Niger, incluse quelle relative a processi di bonifica, indagini sulle fuoriuscite di petrolio, consultazione delle comunità e risarcimento dei danni.
  • appoggiare la richiesta di una valutazione dell'inquinamento petrolifero, simile all'indagine condotta dall'Unep, estesa all'intera regione di estrazione petrolifera del Delta del Niger.
  • pagare risarcimenti equi e adeguati a tutte le comunità colpite.
 La ringraziamo per l'attenzione. 
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