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1.6.11

ALLELUIA! L’ITALIA S’È DESTA? di Paolo Farinella

 Genova, 30 maggio 2011 -.  A quanto pare la Madonna è giusta. Per il rotto della cuffia al tramonto del mese di maggio, mai notizia fu più cara al mio cuore di italiano, cattolico e «uomo senza cervello». Che bella l’Italia senza cervello! Sarà ancora più bella, senza Berlusconi e i suoi compagni di merenda! Come sono felici i senza cervello che hanno stravolto la panoramica di Milano, Napoli, Cagliari Trieste, Novara ecc. ecc. ecc. ecc. Mettere la prima pietra non significa però avere costruito il palazzo, ma certamente essere artefici del nuovo tempo. Si narra che un filosofo greco dell’antica Grecia, passeggiando per Atene vide un cantiere di operai e chiese al primo che scalpellava una pietra: «Buon uomo, cosa stai facendo?». Lo scalpellino, senza nemmeno alzare la testa dalla pietra, rispose: «Non vedi? Sto scalpellando una pietra!». Il filosofo andò più avanti e vide un altro scalpellino che faceva lo stesso identico lavoro del primo e gli chiese: «Cosa stai facendo?». Lo scalpellino, alzando gli occhi gonfi di emozione verso il filosofo, lo fissò e scandì solenne: «Sto costruendo il Tempio!».

L’apologo è esattamente la foto di quello che è accaduto. Possiamo scegliere se fermarci alla piccola pietra o se siamo in grado di guardare avanti, vedere lontano e immaginare nella pietra il Tempio che c’è già, ma non è ancora costruito. Gli artisti e i poeti vedono quello che deve succedere; i politici e i quaquaraqua si accontentano solo di una pietra e non vanno oltre.
                Berlusconi ha detto che i Milanesi si pentiranno e che i Napoletani la pagheranno: ecco l’uovo di Stato che ragiona come un mafioso e un delinquente. Moratti ha detto che continuerà a lavorare per i moderati; Pisapia ha dichiarato che  lavorerà per tutti i Milanesi. Ecco la differenza tra il venditore e il servitore.

Scrive un grande prete di Milano, don Alberto Vitali:
«Buon giorno, Milano! Buongiorno, Italia! Se fossi poeta... scriverei un poema d’amore per Milano o, meglio, per i milanesi. Perché non s’è trattato d’una semplice questione di numeri, né di strategie politiche ed elettorali finalmente azzeccate... E’ stata piuttosto la capacità di sognare e condividere il sogno; è stata la mistica del crederci insieme; è stato amore per la politica, nel senso più alto: del prendersi cura del bene di tutti e del futuro di tutti... E’ stato l’innamorarsi di un bisogno (strano a dirsi): bisogno di rispetto, serenità e gentilezza... che, ad un certo punto, si è identificato col volto concreto di una persona, che spirava fiducia e ha saputo meritarsela.
Paradossalmente, le uniche due scemenze è riuscito a spararle proprio chi lo aveva proposto; ma in fondo, non essendo di Milano, non conosce il cuore di questa città ed è caduto nei soliti luoghi comuni: (la Milano da bere; la città fredda e frenetica...). No, Milano non era la capitale del Berlusconismo; semmai il luogo dove molti furbi - e lui in primis - hanno fatto fortuna, indisturbati, perché il milanese medio non è avvezzo (in questo sbagliando!) a interessarsi ai giochi di palazzo. Milano non è stata espugnata... si è liberata, che è tutta un’altra cosa!
Adesso quel sogno va difeso... Di più, vanno difesi quei giovani che hanno sognato: i loro ideali, la loro freschezza... Vanno difesi dai mestieranti della politica nazionale, come pure da quelli che li vorrebbero abbattere con la banalità del qualunquismo. Intanto però: buon giorno Milano e buon giorno Italia! (sullasoglia 31-05-11).
Mai poesia è stata dolce al cuore  e al palato perché una nuova Italia è possibile!, sperando che quanto resta della sinistra, ex sinistra, già sinistra, fu sinistra imparino una volta per tutte che solo se si è uniti si può sperare. Chi cerca prebende e posti uccide l’Italia, chi ama l’Italia la serve con orgoglio e con amore senza tornaconti.
Queste elezioni sono una martellata in testa anche ai vescovi e al Vaticano, sconfessati nella loro becera miopia senza respiro e senza profezia. Si sono sistemati ai piedi del malfattore corrotto e hanno atteso pazienti e umili le briciole che faceva cadere dalla mensa. Si sono compromessi senza alcuna vergogna. Ora tremano anche loro ed è facile profetizzare che ora cominceranno a raddrizzare il tiro impercettibilmente fino a rivoltarsi di 180° e dialogheranno senza fare una piega con la sinistra. Faranno finta di niente, come è ne costume clericale, ambiente senza etica e senza civiltà.
A Genova si vota tra meno di due anni per le comunali e provinciali. Prevedo una ottima affermazione del Movimento a cinque stelle che è il vero asso di queste elezioni (1° turno). Il vento cambia perché ormai una sola demarcazione deve essere possibile e deve interessaci: onesti da una parte e disonesti dall’altra; figli della legalità e manovratori di illegalità; intrallazzatori e sognatori; poveri e ricchi; oppressi e oppressori.


Paolo Farinella, prete


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