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8.1.11

Deputato in carcere per 18 mesi per falsi rimborsi

Aveva ottenuto un rimborso di circa 20.000 euro per l’affitto di una residenza nei pressi del Parlamento, a titolo di rimborso connesso alla carica di deputato, ma in realtà l’abitazione era proprietà di sua figlia. Le ricevute erano false e lui non aveva mai tirato fuori di tasca neanche un centesimo. Il giudice che lo ha condannato ha scritto nella sua sentenza che le sue false dichiarazioni hanno “violato l’alta fiducia di cui godono i deputati”.
“E’ necessario” che il comportamento dei deputati “sia completamente onesto perche’ possa essere mantenuta la fiducia del pubblico nel sistema parlamentare e il rispetto della legge”. Purtroppo tutto ciò non avviene in Italia ma nella più civile Inghilterra.
Solo un anno fa nel giro di ventiquattro ore due signori, sir Thomas Legg, «commissario indipendente» ed ex civil servant chiamato a spulciare nelle tasche dei membri della Casa dei Comuni, e Keir Starmer, il capo della Procura Generale, hanno documentato comportamenti molto discutibili da parte dei parlamentari inglesi nella richiesta di rimborso delle spese parlamentari. Ad esempio rate dei mutui delle case, ma perfino l’acquisto della gabbietta degli uccellini, la riparazione l' asse del water, l’acquisto di un servizio di piatti o della sella del cavallo, ma anche del cibo per i gatti, le scope, le spese per la pulizia della casa.
Per quattro deputati, tre laburisti e un lord di osservanza Tory (David Chaytor, Jim Devine, Elliot Morley e lord Hanningfield) il procuratore ha sostenuto l’esistenza di prove sufficienti per avviare «nel pubblico interesse» un procedimento penale qualificato nella tipologia della disonestà. E su questa base David Chaytor è stato appunto condannato nei giorni scorsi a 18 mesi, senza condizionale, nonostante si sia dichiarato colpevole. Per altri 381, oltre alla vergogna di trovare il loro nome sui giornali, è scattato l’obbligo di versare nelle casse statali complessivamente un milione e 200 mila sterline per avere abusato dei rimborsi sulle spese personali fra il 2005 e il 2009.
Resta il fatto che è passato meno di un anno per la prima sentenza di condanna!
Ed in Italia? Nel nostro Paese il problema non si pone solo perché ogni deputato riceve una somma forfetaria di 4.003 euro per spese di soggiorno a Roma (sarà ridotta di 500 euro a partire da gennaio 2011) ed una somma forfetaria di 4.190 euro per spese di rapporto con gli elettori (sostanzialmente l’assistente parlamentare), anch’essa ridotta di 500 euro a partire da gennaio 2011. Molti le intascano semplicemente ed è per tale motivo che in una mia proposta di legge, la n. 969 (Disposizioni per la riduzione dei costi della politica, il contenimento della spesa pubblica e la riduzione del debito pubblico), presentata il 13 maggio 2008 ho proposto che “ L'erogazione della diaria, il rimborso delle spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori nonché delle spese di viaggio e di soggiorno sono effettuati su richiesta dell'interessato, corredata della relativa documentazione attestante l'entità e la finalità delle spese medesime”.
Il paragone tra Inghilterra ed Italia è impietoso e non solo perché lì i controlli funzionano e prima o poi colpiscono i disonesti e portano i deputati in galera. Da noi parecchi sidedono invece in Parlamento nonostante sentenze passate in giudicato per corruzione, attività mafiose ed altri gravi reati.
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