Al direttore di un giornale online italiano hanno fatto sapere senza mezzi termini: “ora basta, occupati di altro, altrimenti sono guai”. E giù fango e insulti da stadio.
Perché alcuni giornalisti si ostinano ad affrontare problemi seri (ad esempio: un “ospedale pubblico” con lucro privato), nonostante questi ripetuti avvisi a non insistere su temi che nel gergo politico del belpaese vengono definiti fastidiosi? L’idea che il direttore di quella testata ha del giornalismo libero e indipendente, nonostante attentati, intimidazioni e una vita blindata, non è allineata con il pensiero unico imperante. Insomma, non è alla moda destrorsa o sinistrorsa. Noi umili testimoni del tempo corrente sappiamo che, chi fa il giornalista, chi è giornalista purosangue, lo fa e lo è per capire e far capire come vanno realmente le cose di questo mondo. In altri termini: per il dovere della conoscenza e non per altri fini, non per essere la fedele voce del padrone. Parentesi. A proposito di navi dei veleni e scorie pericolose a perdere nel Mediterraneo.
Quel giornalista stamani 17 agosto – senza appuntarsi medaglie al merito ma con estrema umiltà e in silenzio – ha comunicato alla Procura della Repubblica di Salerno in merito al traffico illegale scoperto in porto e in Basilicata direttamente dalla Francia, ampiamente segnalato con prove schiaccianti da Italia Terra Nostra.
Il procuratore capo Francesco Roberti ha aperto prontamente il procedimento giudiziario 2433/2010. Torniamo all’eroe Nicola Vendola, allergico alle critiche costruttive. In sostanza al parolaio arancione non è consentito porre domande scomode, quesiti scivolosi. Il capo del governo Berlusconi Silvio (tessera p 2 numero 1816) è in buona compagnia. I due politicanti, entrambi amici di don Luigi Verzé (chi l’avrebbe mai detto) preferiscono all’informazione l’evasione, cioé un bel materasso morbido.
Il procuratore capo Francesco Roberti ha aperto prontamente il procedimento giudiziario 2433/2010. Torniamo all’eroe Nicola Vendola, allergico alle critiche costruttive. In sostanza al parolaio arancione non è consentito porre domande scomode, quesiti scivolosi. Il capo del governo Berlusconi Silvio (tessera p 2 numero 1816) è in buona compagnia. I due politicanti, entrambi amici di don Luigi Verzé (chi l’avrebbe mai detto) preferiscono all’informazione l’evasione, cioé un bel materasso morbido.
Allora la memoria non inganna: Nichi è proprio quello che l’anno scorso minacciava pubblicamente un magistrato serio (D. Digeronimo), una donna pubblico ministero titolare alla Procura della Repubblica di Bari di un’indagine probante sull’affare malasanitario in Puglia. All’epoca c’era un deputato Zazzera (medico) che si dibatteva doverosamente contro l’ex compagno; oggi più nessuno dopo il contentino assessorile. Misteri dell’Idv onorevole Di Pietro? Nichi, nomen omen, è lo stesso ex rifondarolo in cerca d’autore che aveva imbarcato l’assessore alla sanità Tedesco (conflitti di interesse a iosa dai tempi di Craxi) e il vice presidente Frisullo (prostitute d’alto bordo a pagamento con i soldi pubblici).
Il pensiero che da qualche tempo la stampa e la tv che “conta” ci rifilino lo smemorato da Terlizzi sdraiato su un comodo divano a dipingere uno scenario della Puglia inesistente, a noi pugliesi comincia un pò a solleticare i nervi. Ecco il mirabolante miracolo di cartapesta. Tanto per sgonfiare il cosiddetto fenomeno, dati ufficiali alla mano: Vendola alle elezioni regionali del 2005 ha raccolto come lista complessiva 1.165.536 consensi (Fitto 1.151.405); nel 2010 l’allievo di Bertinotti ha incassato esattamente 1.036.638 voti in totale, ma il suo partito (Sel) ha racimolato appena 192.604 adesioni. L’anonimo mazzetta e gli strepitanti svendolini saranno capaci di fare almeno un’aritmetica sottrazione, invece di strombazzare cavolate a vanvera? La maggioranza astensionista – compresi noi di Italia Terra Nostra, nati nella terra di Peppino Di Vittorio – se la legge elettorale non premiasse le lobby affaristiche dei partiti, avrebbe potuto eleggere qualcun altro, senza tante fanfare.
Di più: se Fitto si fosse dato meritatamente al giardinaggio, all’ippica o finalmente al lavoro, la cosiddetta destra avrebbe candidato e fatto eleggere sicuramente la non entusiasmante Adriana Poli Bortone. Ergo: dov’è la straripante vittoria del poeta un tanto a spot? Sputa che indovini: per dirla con i nostri antenati briganti che hanno combattuto i piemontesi, i padroni e i fascisti. Allora, ecco l’uomo nuovo. Pardon. Ora si comprende appieno perché stia montando una campagna a favore di Vendola come leader di una sinistra Ogm (geneticamente modificata). La Confindustria quando sceglie qualcuno non sbaglia mai. Esatto Emma? E quando accade fa di tutto per darne risalto. Scovato il soggetto ideale, buono per ogni stagione, parte l’opera di dissuasione di massa dell’elettorato.
I ricchi sono gente seria, professionisti degli affari. Impossibile mantenere la bocca cucita. La Marcegaglia – ha tenuto in Puglia un convegno pro nucleare a cui ha partecipato anche Vendola – è stata beneficiata con gli inceneritori assolutamente illegali, foraggiati con quattrini pubblici. Vero Nichi? Non ci credete fate un salto a Modugno (Bari), Massafra (per questo impianto fuorilegge in provincia di Taranto l’Italia è stata sanzionata dall’Ue) e soprattutto in contrada “Paglia” ad un soffio da Borgo Tressanti, dove vivono e lavorano onestamente un migliaio di contadini. Ai confini tra Manfredonia e la mitica Cerignola, la Marcegaglia grazie a Vendola, a Losappio e al silenzio interessato della squallida destra locale, sta costruendo una fabbrica di diossine cancerogene che metterà a repentaglio la vita di 700 mila cittadini della Capitanata.
A questo punto i potenti di turno ci fanno così idioti? Pensate che consentiremo a Vendola e alla Marcegaglia o a chicchessia di portare a termine questo scempio all’esistenza umana, alla salubrità ambientale e all’economia agricola e naturalistica della provincia di Foggia? Un dato è certo: combatteremo nel solco della legalità. Gandhi docet. Il buon Nichi può già scaldare le sparute truppe cammellate: in loco avranno una degna accoglienza. Torniamo al san Raffaele.
Esistono patti parasociali (accordi sottobanco) tra Vendola e don Verzé? Allo stato dei fatti il pubblico deve portare i soldoni (120 milioni di euro solo per aprire le danze) e non fiatare.; altri 90 milioni di euro ce li mette Berlusconi e lo Stato (ovvero sempre noi fessi). Don Verzé non risulta agli atti un filantropo: lo attesta una sentenza del Consiglio di Stato (numero 3897 del 24/03/2009). La struttura che nascerà a Taranto – paradossalmente il Comune è fuori dalla Fondazione san Raffaele del Mediterraneo – sara a tutti gli effetti un nosocomio privato per una sanità commerciale finanziata con quattrini del contribuente. Governatore Vendola, come forse saprà, la difesa della sanità pubblica è un concetto non negoziabile, al pari della lotta contro guerre, privatizzazioni, precarizzazioni.
La salute non è una mercé. Una lettura di Ivan Illich o magari soltanto del medico di Medicina Democratica Maurizio Portaluri (Puglia, sanità malata) non guasterebbe per comprendere appieno i danni della iatrogenesi. Il privato è quello che fa merce della salute. Vendola perché non ha puntato su un ospedale pubblico al cento per cento? E’ vero o non è vero che il reverendo don Verzé ha debiti con le banche che ammontano a 380 milioni di euro? Se li ripianerà forse a Taranto sulla pelle dei pugliesi? La fondazione di Luigi Maria Verzé ha distrutto un bosco nel veronese per il progetto “quo vadis”? Governatore Vendola le risulta forse che il san Raffaele di Milano abbia mai smaltito i suoi rifiuti (chimici e radioattivi) in Puglia? Perché la regione Puglia è riuscita a spendere solo il 40,6% dei fondi Fas (addirittura meno della metà della disastrata Campania)?
Per quale ragione nel dicembre scorso (2009) la regione Puglia ha accumulato una perdita di esercizio nella sanità pari a 1 miliardo di euro, di cui solo 350 milioni nell’anno 2009? Presidente Vendola lei è gravemente affetto dal populismo a buon mercato? C’è bisogno di cittadini informati, consapevoli e protagonisti e non di fans idolatranti. La smetta di gridare al complotto appena viene chiamato a dare conto del suo operato pubblico. Se vogliamo costruire una democrazia matura auspichiamo che i paladini della libertà solo a parole, che i commercianti di ideali facciano autocritica e la smettano di frignare. Purtroppo l’ipocrisia e la falsità sono diventate in Italia uno sport nazionale che annovera tanti affiliati, tanti tifosi e tanti aspiranti velinari. Non è possibile fare sconti a nessuno se alla parola democrazia si vuole dare ancora un senso.
Lei Vendola ha detto recentemente: “Quando governo io rispondo solo ai pugliesi”. Ebbene si faccia vivo: noi attendiamo risposte concrete, confronti seri e non chiacchiere da bar su una fetta insignificante di rete internet.
di Michele Matassa
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