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27.6.10

LA REPRESSIONE FIAT NEGLI ANNI '50

Il 9 gennaio del 1950, di fronte alla protesta degli operai di una fabbrica di Modena contro la chiusura di uno stabilimento, il governo fa intervenire la polizia: sul campo rimangono 6 morti e 50 feriti, a cui vanno aggiunti i licenziamenti per rappresaglia, i trasferimenti, le perquisizioni e le discriminazioni che da questo momento diventano una pratica costante, particolarmente alla FIAT.
Inizia così la grande repressione contro le avanguardie di lotta, gli operai non più disposti ad abbassare la testa. 
Nel febbraio del 1954 l'ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, la signora Clara Booth Luce, chiese esplicitamente a Valletta, presidente della FIAT, di «ripulire la FIAT dai comunisti», pena la perdita delle commesse militari che il Pentagono passava alla sua industria. La repressione in FIAT comporterà l'espulsione di decine di migliaia di operai, oltre all'istituzione dei "reparti-confino" per isolare i potenziali agitatori: il più noto di questi era l'Officina Sussidiaria Ricambi, detta anche "Officina Stella Rossa", creata nel 1952. In questa situazione anche la più normale agitazione si trasformava in una prova di forza tra capitale e lavoro salariato; tant' è che nell'autunno del 1953, alla Mirafiori, alla SPA e alla Grandi Motori, la FIAT instaurò dei tribunali di fabbrica, composti da dirigenti e dall'ispettore del corpo di sorveglianza, per giudicare gli operai che non rispettavano la normale disciplina del lavoro e punirli di conseguenza: e spesso la pena era il licenziamento (notare che le guardie erano reclutate normalmente tra ex agenti di polizia ed ex carabinieri). 
POMIGLIANO D'ARCO OGGI
Sono passati oltre 50 anni, ma il sistema repressivo è rimasto nel dna Fiat, che ci sia Valletta, Romiti o Marchionne: tutti dimentichi dei diritti e della dignità della classe operaia.
Quella  dignità che è schizzata fuori da quel 36% che a Pomigliano ha detto NO, un NO alto, risonante, che Marchionne non si aspettava e che lo ha spiazzato.
Ed ora?  La storia del movimento operaio e proletario e quella della lotta delle classi subalterne dimostrano che si può anche dare "l'assalto al cielo"....il cielo, in questo caso, è sedersi ad un tavolo, tolgiere tutte le norme che violano i diritti dei lavoratori e contrari alla Costituzione....e ricominciare. 
Tutto questo, Marchionne lo sa...e non sarebbe una sconfitta, sarebbe la vittoria di Pomigliano.
Luna Rossa

1 commento:

  1. Salve!!
    Complimenti per l'articolo che condivido pienamente!!
    Volevo chiedere quali fonti ha usato per la prima parte dell'articolo nella quale si fa riferimento alle politiche di repressione della fiat negli anni 50..
    Grazie
    Cordiali Saluti

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