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17.4.11

Comunicato stampa operai ThyssenKrupp sulla sentenza di primo grado


16.04.2011 - Sin dal mattino, davanti al Tribunale si è tenuto un presidio da parte dei familiari delle vittime, degli operai costituiti Parte Civile, dei sindacati, di esponenti di forze politiche e di singoli cittadini venuti a portare la propria solidarietà ai familiari e agli operai della ThyssenKrupp. Anche dentro l’aula la presenza del pubblico e la solidarietà non sono mancate.

Una sentenza giusta (pene richieste secondo “scienza e coscienza” le aveva definite il PM Dott. R. Guariniello) quella emessa dalla Corte d’Assise di Torino per i 6 imputati del processo ThyssenKrupp: un primo passo verso il ristabilimento della giustizia per i nostri 7 compagni di lavoro uccisi in nome del profitto, anche tenendo conto della condotta (“incredibile capacità di delinquere degli imputatati”, sempre parole del PM Guariniello) degli imputati prima e durante il processo.

Noi operai costituiti Parte Civile nel processo ci riteniamo soddisfatti poiché si è finalmente riconosciuto un principio fondamentale sancito dalla Costituzione italiana: il diritto al lavoro sicuro e dignitoso.

Una questione importante però rimane ancora insoluta e non certo per volontà nostra: tra i lavoratori costituiti Parte Civile nel processo 12 sono ancora in attesa di un lavoro sicuro e dignitoso, come stabilito da un accordo siglato da Azienda ed Enti locali (tutti costituiti nel processo al fianco degli operai) dopo la chiusura dello stabilimento che prevede la ricollocazione per tutti i lavoratori.

Per questo chiediamo che i risarcimenti ottenuti dagli Enti locali (circa 2,4 milioni di Euro…non si può certo dire che i soldi mancano!) vengano destinati per l’applicazione di misure concrete d’urgenza per la ricollocazione e la creazione di nuovi posti di lavoro per tutti i lavoratori che come noi hanno subito ingiustizie, licenziamenti, a cui hanno calpestato un diritto fondamentale: quello di avere un lavoro dignitoso e in sicurezza.

Gli Enti locali, come le imprese, hanno i mezzi e le risorse necessarie per: intensificare i controlli ispettivi all’interno di tutti i luoghi di lavoro; creare nuovi posti di lavoro per gli operai ThyssenKrupp discriminati e per tutti quei lavoratori che hanno dovuto subire gravi infortuni sul lavoro o la chiusura di aziende dovute ad incidenti gravi (emblematico e vergognoso il caso del Molino Cordero di Fossano: 5 morti per la banale mancanza di un economico impianto elettrico di messa a terra, chiusura di un sito produttivo, risarcimenti irrisori ai familiari - la vita di un operaio non vale nulla - o come anche per le migliaia di vittime della Eternit). È solo una questione di volontà politica: come già avvenuto per altri nostri ex colleghi, nessuno di questi costituito parte civile nel processo, ricollocati nelle aziende municipalizzate (in particolare Smat e Amiat).

A questo proposito, dopo la nostra lettera aperta inviata ai candidati Sindaco per la Città di Torino nei giorni scorsi, ribadiremo tale proposta a cominciare dalla prossima settimana incontrando l’On. P. Fassino e gli altri Candidati Sindaco.

Vogliamo un lavoro sicuro e dignitoso per tutti, come previsto dalla nostra Costituzione nata dalla Resistenza e dalle lotte operaie di cui Torino è stata una delle principali protagoniste!

Portiamo avanti con orgoglio e determinazione quei valori: il miglior modo per difendere la Costituzione è applicarla! Lo pretendiamo in onore e memoria di Antonio, Angelo, Bruno, Roberto, Rocco, Saro e Giuseppe!

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Un risultato importante del cui successo, oltre alla Procura della Repubblica e ai suoi capaci consulenti per il veloce e impeccabile lavoro svolto, crediamo di aver contribuito in maniera determinante anche noi operai costituiti Parte Civile nel processo e soprattutto i familiari dei nostri 7 compagni di lavoro, con la presenza costante e determinata in aula durante tutte le udienze del processo. La nostra costituzione come parte lesa nel procedimento restituisce voce a tutti i lavoratori, sempre più spesso umiliati e oltraggiati nei luoghi di lavoro in nome del profitto, restituendo loro una voce e una dignità che si tenta di cancellare ogni giorno.

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