Oltre a conferenze dedicate sul tema, un gruppo di volontari viaggerà in tutta l'Europa per illustrare il proprio lavoro e per discutere di varie problematiche sociali
Roma, 27 gen. - (Adnkronos) - Dalla chimica al volontariato. Con il nuovo anno arrivano anche nuove celebrazioni. L'assemblea Generale delle Nazioni Unite ha infatti proclamato il 2011, insieme alla Foreste, alla Chimica e alle persone con origini africane, Anno Internazionale del Volontariato. Più di 100 milioni di europei sono impegnati in attività di volontariato e il 2011 offre la possibilità di rendere omaggio all'opera di queste persone, facilitare il loro lavoro e incoraggiare altri ad impegnarsi al loro fianco.
Nel corso dell'anno, oltre ad organizzare conferenze dedicate sul tema, un gruppo di volontari viaggerà in tutta l'Europa per illustrare il proprio lavoro e per discutere anche di molte problematiche sociali. I lavori a livello nazionale saranno coordinati dall'Alleanza Eyv, un gruppo che riunisce 33 reti di organizzazioni di volontariato in Europa, fondato nel 2007.
L'obiettivo della Commissione Europea è quello di sensibilizzare sul valore e l'importanza del volontariato come espressione di partecipazione civile, esempio di scambio tra le persone che contribuisce a risolvere problematiche di interesse comune, a tutti gli stati membri, ad uno sviluppo societario armonico e alla coesione economica.
Guardando in patria sono circa 1.100.000 (fonte Eurispes 2010) i volontari italiani presenti nelle organizzazioni solidaristiche e 4milioni coloro che operano individualmente e in modo discontinuo. La cultura del dono, dunque, non è sconosciuta ai nostri connazionali e a fare bella figura ci sono i giovani.
Le fasce d'età maggiormente impegnate in attività gratuite di volontariato sono quelle che riguardano i giovani tra i 18 e i 19 anni (11,1%) e quelle relative a coloro che presumibilmente possono dedicare più tempo per tali attività e cioè tra i 55 ed i 64 anni (11,9% per i 55-59enni e stessa percentuale per i 60-64enni).
Ma ad insegnare le buone pratiche ci sono anche le piccole realtà locali, come il Comune di Poviglio, in provincia di Reggio Emilia. I dati raccolti dal Comune, infatti, ci dicono che sono circa 800 i volontari attivi nell'area pari a circa l'11% degli abitanti, percentuale superiore alla media nazionale. Chapeau, dunque, ai povigliesi.
Ma anche la sensibilità delle imprese sembra essere sulla strada giusta. Crescono infatti le quotazioni del volontariato d'impresa, che consiste nel coinvolgere i dipendenti in una o più giornate 'spese' a favore del no profit e retribuite come lavoro. Secondo un'indagine, realizzata da Swg, su un campione di 800 aziende con più di 100 dipendenti, quelle che nel 2009 hanno utilizzato l'invito ai lavoratori a partecipare a iniziative sociali come strumento primario per la diffusione dei principi di responsabilità sociale sono il 16,7% (rispetto al 16,2% del 2007).
E per il 54,3% (contro il 53,4% del 2007) degli intervistati la possibilità di coinvolgimento conta molto per determinare la validità di un progetto sociale. E proprio in occasione dell'Anno Europeo del Volontariato che il Business in the Community, l'organizzazione inglese di riferimento per la Sostenibilità d'impresa, ha organizzato il Premio Europeo per il volontariato d'impresa. L'iniziativa intende valorizzare l'impegno delle imprese di tutte le dimensioni che abbiano realizzato progetti di volontariato d'impresa nella comunità, con l'obiettivo di accrescere nelle persone le competenze necessarie per superare le barriere di ingresso al mondo del lavoro.
Partner del Premio per l'Italia, è la Fondazione Sodalitas, che supporta le proprie imprese aderenti nello sviluppo di progetti di volontariato d'impresa. Le imprese vincitrici saranno premiate a Londra il 17-18 marzo 2011, in occasione della Convention di Business in the Community sul ruolo futuro dell'impresa per una società sostenibile.
Nel corso dell'anno, oltre ad organizzare conferenze dedicate sul tema, un gruppo di volontari viaggerà in tutta l'Europa per illustrare il proprio lavoro e per discutere anche di molte problematiche sociali. I lavori a livello nazionale saranno coordinati dall'Alleanza Eyv, un gruppo che riunisce 33 reti di organizzazioni di volontariato in Europa, fondato nel 2007.
L'obiettivo della Commissione Europea è quello di sensibilizzare sul valore e l'importanza del volontariato come espressione di partecipazione civile, esempio di scambio tra le persone che contribuisce a risolvere problematiche di interesse comune, a tutti gli stati membri, ad uno sviluppo societario armonico e alla coesione economica.
Guardando in patria sono circa 1.100.000 (fonte Eurispes 2010) i volontari italiani presenti nelle organizzazioni solidaristiche e 4milioni coloro che operano individualmente e in modo discontinuo. La cultura del dono, dunque, non è sconosciuta ai nostri connazionali e a fare bella figura ci sono i giovani.
Le fasce d'età maggiormente impegnate in attività gratuite di volontariato sono quelle che riguardano i giovani tra i 18 e i 19 anni (11,1%) e quelle relative a coloro che presumibilmente possono dedicare più tempo per tali attività e cioè tra i 55 ed i 64 anni (11,9% per i 55-59enni e stessa percentuale per i 60-64enni).
Ma ad insegnare le buone pratiche ci sono anche le piccole realtà locali, come il Comune di Poviglio, in provincia di Reggio Emilia. I dati raccolti dal Comune, infatti, ci dicono che sono circa 800 i volontari attivi nell'area pari a circa l'11% degli abitanti, percentuale superiore alla media nazionale. Chapeau, dunque, ai povigliesi.
Ma anche la sensibilità delle imprese sembra essere sulla strada giusta. Crescono infatti le quotazioni del volontariato d'impresa, che consiste nel coinvolgere i dipendenti in una o più giornate 'spese' a favore del no profit e retribuite come lavoro. Secondo un'indagine, realizzata da Swg, su un campione di 800 aziende con più di 100 dipendenti, quelle che nel 2009 hanno utilizzato l'invito ai lavoratori a partecipare a iniziative sociali come strumento primario per la diffusione dei principi di responsabilità sociale sono il 16,7% (rispetto al 16,2% del 2007).
E per il 54,3% (contro il 53,4% del 2007) degli intervistati la possibilità di coinvolgimento conta molto per determinare la validità di un progetto sociale. E proprio in occasione dell'Anno Europeo del Volontariato che il Business in the Community, l'organizzazione inglese di riferimento per la Sostenibilità d'impresa, ha organizzato il Premio Europeo per il volontariato d'impresa. L'iniziativa intende valorizzare l'impegno delle imprese di tutte le dimensioni che abbiano realizzato progetti di volontariato d'impresa nella comunità, con l'obiettivo di accrescere nelle persone le competenze necessarie per superare le barriere di ingresso al mondo del lavoro.
Partner del Premio per l'Italia, è la Fondazione Sodalitas, che supporta le proprie imprese aderenti nello sviluppo di progetti di volontariato d'impresa. Le imprese vincitrici saranno premiate a Londra il 17-18 marzo 2011, in occasione della Convention di Business in the Community sul ruolo futuro dell'impresa per una società sostenibile.
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