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12.11.10

CERVELLI IN FUGA: USA META PREFERITA


Immagide di Adriano Cassisa
La prima meta sono gli Usa, dove attualmente lavora quasi la metà dei nostri "cervelli". Seguono la Gran Bretagna (15%), il Brasile e il Canada (9%) e poi la Svezia (8%). Questo dicono i primi dati dell'Anagrafe dei ricercatori italiani all'estero, presentata ieri nel corso della Prima Conferenza nazionale sulla ricerca sanitaria. Ospitato a Cernobbio, in provincia di Como, l'appuntamento è servito a gettare le fondamenta della "comunità virtuale" di scienziati ed esperti delle discipline biomediche con cui il nostro paese vuole recuperare i suoi "espatriati" migliori. Di fatto si tratta di una sorta di network (al quale hanno già aderito 245 "cervelli") che mira a due obiettivi: da un lato assicurare alle attività di ricerca con sede nel nostro paese il contributo "remoto" di chi è andato all'estero a lavorare, dall'altro invogliare queste persone a fare rientro a casa. «A oggi» ha ricordato nel corso dei lavori della Conferenza il ministro della Salute, Ferruccio Fazio «abbiamo soprattutto un flusso in uscita, che non rappresenta da solo un male perché i nostri ricercatori all'estero fanno bene al nome dell'Italia. Ma abbiamo anche bisogno di un flusso in ingresso, non solo per richiamare chi parte ma anche per attirare stranieri. La speranza è che questo network dia l'opportunità per aiutare i ricercatori a lavorare insieme». Tra le cause che alimentano la fuga di cervelli dal nostro paese, Fazio ha ricordato la penuria di investimenti per la ricerca ma anche la mancanza di coordinamento tra gli enti destinatari dei finanziamenti. Per il Ministro, poi, occorrono « politiche di defiscalizzazione» che incentivino la ricerca privata. «Userò tutte le armi che ho per ottenere questo obiettivo» ha detto Fazio «ma oltre ai finanziamenti servono anche nuove regole e un coordinamento che eviti la dispersione delle risorse umane in mille piccoli rivoli». Buone notizie anche per quanto riguarda la riforma dell'Università: ospite della Conferenza, il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ha annunciato il reperimento delle risorse necessarie a proseguire il cammino. «La riforma è urgente e indispensabile» ha detto «anche perché rappresenta l'ultima possibilità che abbiamo per evitare la fuga dei "cervelli"».  

DoctorNews33

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