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24.10.10

Firme false, lo strappo della Lega "Adesso il Pdl è tenuto a chiarire"

Firme false, lo strappo della Lega "Adesso il Pdl è tenuto a chiarire"Formigoni dopo l'apertura dell'inchiesta in Procura: "Si vuole rovesciare il voto popolare"
Dai radicali all'Udc e all'Idv il coro è unanime: "Risponda in Consiglio ai dubbi dei cittadini"

di ANDREA MONTANARI
Dopo la notizia della riapertura da parte della Procura dell’inchiesta sulle firme false per il listino che sosteneva Roberto Formigoni alle scorse elezioni regionali, la Lega si sfila e rinvia al mittente la richiesta di «chiarimenti» fatta alcuni giorni fa dal governatore. «È vero che ora dobbiamo aspettare che qualcuno ci dica cosa è realmente successo  spiega il capogruppo del Carroccio in Regione, Stefano Galli  ma a suo tempo la Lega aveva parlato di dilettanti allo sbaraglio. L’aveva detto Umberto Bossi, e anch’io. Lo ricordo bene. Se ora si dovrà andare di nuovo al voto, ci andremo. Ma vorrà dire che adesso chiederemo la presidenza della giunta». Poi una stoccata al Pdl: «Ogni partito ha una sua gerarchia e un suo vertice. Se qualcuno sa cos’è successo sarebbe bene che parlasse: io non ho mai raccolto firme e tantomeno ne ho autenticate, ma è arrivato il momento di sapere chi ha fatto e cosa».

I DOCUMENTI (.pdf) La perizia calligrafica LE FIRME 1 / 2 / 3 / 4 / 5 La consegna delle firme in tribunale

Il riferimento è alle affermazioni del coordinatore regionale del Pdl, Guido Podestà, che aveva avanzato dubbi dopo la denuncia presentata dai radicali: secondo il presidente della Provincia, l’iniziativa è stata «viziata dall’assenza della controparte» nel momento in cui sono stati esaminati gli scatoloni con i moduli delle firme raccolte a sostegno del listino “Per la Lombardia”. "Mi sembra che si torni sempre sulla stessa questione con l'obiettivo di rovesciare il voto popolare. E questo non è possibile. I lombardi si sono espressi e hanno detto con chiarezza cosa vogliono". Parlando a margine della festa dello Statuto regionale, alla Scala, Formigoni ha voluto ribadire che "chi raccoglie le firme non è il candidato presidente, ma i partiti, e ho chiesto ai partiti di verificare".

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