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22.9.10

LETTERA APERTA SULL'EMERGENZA CASA A MILANO. C'E' QUALCUNO IN ASCOLTO?

IL COMUNE SOSPENDE L’ASSEGNAZIONE DELLE CASE AI ROM, ma .....
Sulle case ai Rom e la situazione dei quartieri Aler prossimi ai campi si ascoltino i Comitati di quartiere, le posizioni ideologiche sono una rovina per tutti. Il consiglio comunale di ieri ha rinviato la decisione sull’assegnazione di 25 case che l’assessore alle  politiche sociali, Mariolina Moioli, aveva assegnato alla Casa della Carità che poi le avrebbe consegnate ad alcuni rom sfollati del campo di via Triboniano.
Il motivo del rinvio è squisitamente politico: la maggioranza sconfessa l’assessore Moioli confermando la contrarietà a corsie preferenziali per l’assegnazione di una casa a rom e a chiunque, constatando altresì la mancata volontà per la stragrande maggioranza di queste persone di volersi integrare e vivere nella legalità;  la maggioranza rimarca la lista d’attesa formata da 25.000 famiglie alle quali è riconosciuto il diritto di casa popolare. Bufera quindi tra l’assessore  e la sua maggioranza. Situazione congelata in cambio del blocco delle assegnazioni e la ricerca di una soluzione condivisa da parte dell’assessore Moioli, perché sarebbe stravagante trovarsi un assessore senza maggioranza. L’assessore si è impegnata a riunire urgentemente sindaco, prefetto e associazioni coinvolte nel progetto. Il PD aveva proposto nella sua mozione, l’assegnazione di strutture confiscate alla mafia. Ritiro concordato in attesa di “approfondimenti”. All’incontro futuro è stata proposta la presenza del ministro Maroni.
NESSUNO AFFRONTA L’EMERGENZA ABITATIVA A MILANO NEL SUO INSIEME.
Si affronta una situazione specifica in termini politici e non per il bene comune dei cittadini tutti, nessuno escluso.
Quanti di coloro che trattano questi argomenti a livello istituzionale abitano nei quartieri Aler, vivono giornalmente il degrado, l’abbandono delle istituzioni, la mancanza di legalità e l’oppressione a cui gli onesti cittadini devono sottostare?
Quanti trattano il problema in termini ideologici e di convenienze politiche, non risolvendo alla radice nulla ormai da 20 anni?
Chi si occupa delle 25.000 famiglie in regolare e rispettosa lista d’attesa per la casa popolare?
La carenza abitativa genera poi la guerra tra poveri, ma i responsabili sono i politici che ciò hanno consentito che avvenisse. Non troviamo accettabile creare nuove forme di soluzione che prevedano scorciatoie, o furbizie politiche e che nuovamente non affrontano il problema alla radice.
Dove sono i servizi sociali e l’assistenza agli anziani, portatori di handicap e di disagio psichico nei quartieri popolari, l’assistenza ai minori, precise e puntuali? 
La carenza di personale cosa consente?
Non si può ragionare per categorie, ma sui problemi concreti.
Ragionare per categorie o etnie alimenta la lega e chi sostiene che “i diritti dei milanesi contano più di quelli di altri” e per bilanciare “che i rom sono tutti bravi e perseguitati”; non si può generalizzare, è sbagliato e produce una versione distorta della realtà.
L’opposizione faccia le battaglie politiche e non giochi di equilibrismo.
Si devono ascoltare tutti coloro che sono in prima linea: Comitati e Associazioni di quartiere che hanno il vero profilo della situazione, ed è quello che non si fa.
Così si alimenta la “campagna sulla sicurezza” della maggioranza che non risolve, è demagogica e di propaganda, ma che è vissuta dai diretti interessati nelle periferie come unico tentativo di risposta ai disagi concreti vivono. Quale progetto alternativo?
Razzismo puro in corso: In un quartiere vi è una famiglia regolarmente assegnataria minacciata di morte da un anno dall’occupante abusivo del piano superiore, italiano di origine rom, per tutelare il suo abusivismo. La famiglia assegnataria italiana di origini africane, viene continuamente minacciata in quanto “extracomunitario e quindi privo di diritti e che deve solo tacere, contrariamente a loro che sono italiani”.
Quello che chi non abita in trincea non sa:
- è facile per tutti parlare e scrivere in positivo di fatti, persone singole o gruppi, ecc,
- ma è impossibile parlare o scrivere in negativo per chi in quel brodo naviga.
Ecco la vera distorsione della realtà e la solitudine delle periferie a cui, al momento, solo Frediano Manzi di Sos Racket e Usura è stato vicino, seppur tutti sapevano e sanno.


PROPOSTE PER L’EMERGENZA ABITATIVA A MILANO
- Pianificare e realizzare urgentemente costruzioni di case Aler proporzionali alle 25.000 famiglie in attesa di casa popolare alle quali è stato riconosciuto un diritto ma che viene quotidianamente negato dalle istituzioni non costruendo case popolari;
- Si inseriscano nel PGT case popolari a Milano urgentemente; non la truffa dell’hausing sociale;
- Si impongano alte tassazioni ai proprietari di appartamenti lasciati sfitti;
- Si imponga un affitto equo rispetto al reddito sia ad Aler che ai privati,
- Si coinvolgano cittadini, comitati di quartiere, Aler, Prefetto, presidenti di consigli di zona, ecc..  per affrontare  urgentemente il problema del ripristino della legalità nelle periferie;
- Sia pubblicizzato in tale contesto, l’elenco degli spazi liberi requisiti alla mafie, e si determinino con i comitati di quartiere in modo trasparente la loro destinazione, in base alle specifiche necessità locali. Se a fini abitative si parta dalla lista d’attesa di Aler, se a scopi sociali, i cittadini del quartiere decidano. Nel diventare beni comuni dalla comunità vanno gestiti.

Com’è che il nuovo palazzo della Regione è stato costruito in pochissimo tempo e con un investimento pari a oltre 4.000 case popolari ? 
Come la regione utilizzerà i notevoli fondi pubblici tanto citati da Formigoni quale risparmio per il mancato pagamento degli affitti di tutte le sedi private della Regione non più utilizzate?
Quante case popolari potranno essere costruite?

Se si vuole si può.
Ma chi vuole?

17.09.2010

Luciana P. Pellegreffi

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