Nel paese in cui la libertà d'informazione è dipendente del potere politico ed economico, cerchiamo di tenere attivi i nostri neuroni al pensiero, alla critica, alla distribuzione della libera informazione.

Pagine

15.9.10

CIANCIMINO: LA PERIZIA CONFERMA


Il figlio Massimo non ha mentito: fu proprio l'ex sindaco di Palermo a scrivere le carte sui rapporti tra mafia e Stato e sugli investimenti di Cosa Nostra a Milano 2. Lo ha stabilito la Polizia scientifica
La perizia della polizia scientifica ha stabilito che sono stati firmati proprio da Vito Ciancimino alcuni dei documenti sui rapporti tra mafia e Stato e su un investimento di Cosa Nostra in un'azienda di Berlusconi che il figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo ha consegnato alla procura. Su altre carte sono in corso ulteriori accertamenti. Si tratta in tutto di tre testi: il primo è un appunto sulla costruzione di Milano 2, il quartiere satellite edificato da Silvio Berlusconi nei primi anni Settanta: vi compare il nome di Marcello Dell'Utri, oltre a quelli dei costruttori palermitani Nino Buscemi e Franco Bonura. Il secondo è un elenco in dieci punti (il "contropapello") inviato dallo stesso Ciancimino a Totò Riina per stabilire un accordo tra le cosche e lo Stato che consentisse di fermare le stragi. Il terzo è una lettera che ha come destinatario l'ex governatore di BankItalia, Antonio Fazio, in cui si parla della trattativa tra pezzi dello Stato e boss e dell'attentato al giudice Paolo Borsellino.

Al termine delle perizie, gli esperti del servizio di Polizia scientifica della Direzione centrale anticrimine hanno una certezza: questi tre testi sono stati di sicuro firmati da Vito Ciancimino, ex sindaco di Palermo condannato per mafia e morto il 19 novembre 2002. E sono stati scritti proprio nei periodi indicati dal figlio Massimo.

Una conferma importante per due delicate inchieste della procura di Palermo condotte anche grazie alle dichiarazioni di Ciancimino junior, che del padre ha custodito documenti e segreti ora messi a disposizione del pool dell'aggiunto Antonio Ingroia e dei sostituti Nino Di Matteo e Paolo Guido. Nuovi, importanti riscontri, nella ricerca di parte del tesoro di Ciancimino senior investito nel nord Italia e di quei patti "scellerati" che sarebbero stati stretti da alcuni alti ufficiali dei carabinieri del Ros e dai vertici di Cosa nostra (sempre smentiti dagli indagati). 

Nessun commento:

Posta un commento

Nome Cognome

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.