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20.8.10

IL PD a PRATO? UN PARTITO FANTASMA

Il problema esiste e va affrontato. Giovani e politica o meglio, il rapporto che hanno questi con essa.
Tale binomio rappresenta uno dei tasti dolenti della società, perlomeno in Italia; conseguentemente si riflette, inesorabilmente, anche a Prato. Siamo, a prescindere da freddo e pioggia, nel bel mezzo di un'estate caldissima che interessa tutta la politica, qui a Prato soprattutto il Partito Democratico che, alle prese con l'organizzazione del congresso provinciale di ottobre, inizia a fare la quadra su quella che è la situazione relativa al classico toto-nomi precongressuale. Questa volta a parlare non sono i soliti Lulli, Giacomelli, Ferranti e compagnia bella ma Salvatore Bruno, giovane Consigliere Comunale carmignanese del Pd che senza peli sulla lingua esterna tutta la propria insoddisfazione per un “partito vecchio e privo di una sua identità”.
Il nome di Salvatore Bruno è comparso più volte negli ultimi giorni su alcuni quotidiani locali come possibile candidato alla segreteria: “Non ho mai avanzato l'idea di candidarmi – afferma però l'interessato – mi dispiace che certi giornali facciano esternazioni senza verificare la veridicità delle informazioni”. Il toto-nomi, come osserva Salvatore “si riferisce sempre a due categorie: i giovani e le donne” coloro che, per dirla in politichese “con queste false esternazioni sui giornali vengono bruciati in partenza” e che “non piacciano affatto al Pd”.
Secondo Salvatore il suo nome è stato fatto da “quella parte del partito che ha paura del cambiamento” da quelli che preferiscono “la minestra riscaldata”; e non bada a spese sui nomi: “Lulli, Giacomelli, Logli” e afferma che potrebbe citarne molti altri che “come questi continuano a riciclarsi”. Salvatore Bruno definisce inoltre il suo partito come “un fantasma mai presente sulle questioni importanti, mai capace di prendere decisioni” e addirittura “non in perfetta sintonia con il gruppo Pd del Consiglio Comunale [di Prato, ndr]”. Continua parlando di un “partito chiuso” a cui “non piacciono i luoghi dove c'è discussione”, che non riesce “ad articolare la domanda politica e ad essere portavoce dei reali interessi dei cittadini”.
Un Pd che “non ha più bisogno di uomini paleo-politici ma di politici nuovi e di nuove speranze”. Definisce il prototipo del giovane appartenente al Partito Democratico come “la parodia del burocrate, ciascuno a occupare la casella nella direzione del partito per conto del maggiorente anziano”. Una sorta di oligarchia gerontocratica da abbattere dunque, “per rilanciare una nuova idea – continua Salvatore – per cambiare le sorti delle future generazioni”.
I nomi papabili per la poltrona di segretario, secondo alcune indiscrezioni non ancora verificate, sono quelli che non si leggono mai o quelli che non si leggono ma che ormai non destano più stupore, come il segretario Pd di Poggio a Caiano Francesco Puggelli o il “più probabile” On.le Andrea Lulli.
Elettori e semplici simpatizzanti restano alla finestra per capire che direzione prenderà il partito.

di Diego Blasi
da “Il Nuovo Corriere di Prato” di venerdì 20 agosto 2010

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