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4.7.10

DISABILI CONTRO L'EMENDAMENTO: "RISTRETTO ACCESSO ALL'ACCOMPAGNAMENTO"

La lettera di un padre e l'Associazione Luca Coscioni denunciano un nuovo emendamento, approvato in Senato. "Spingerà alla disperazione persone che hanno diritto alla vita e a una esistenza dignitosa nel rispetto della Costituzione"

ROMA - "Il Governo, in Commissione Bilancio del Senato ha presentato un nuovo emendamento che restringe l'accesso all'indennità di accompagnamento in pratica solo a chi è in stato vegetativo o immobilizzato". E' la denuncia, e allo stesso tempo il grido di allarme, di Vincenzo Gallo, padre di un ragazzo affetto da grave disabilità. "A maggio - spiega il genitore -, in una prima bozza della manovra, era stato introdotto un limite di reddito per poter usufruire di una indennità di accompagnamento di circa 450 euro per le persone con invalidità al 100%, poi cancellato. La proposta presentata al Senato è ora estremamente grave".

Gallo riprende le parole di Pietro Barbieri, presidente della Fish (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), che insieme alla Fand (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili) ha indetto una manifestazione unitaria a Roma per il 7 luglio: "Si tratta della peggiore aggressione nella storia repubblicana alle politiche sociali di inclusione delle persone con disabilità". "Se approvate - aggiunge Gallo -, queste norme spingeranno ancor di più alla disperazione persone deboli e indifese, non autosufficienti, che soprattutto quando rimangono sole, senza l'assistenza della famiglia, non sono in grado di sopravvivere nemmeno con i 450 euro attuali, visto che hanno bisogno di assistenza continua. Queste persone hanno diritto alla vita e a una esistenza dignitosa nel rispetto della Costituzione".

Sull'emendamento, approvato dalla Commissione Bilancio del Senato lo scorso 29 giugno, interviene anche l'associazione Luca Coscioni. Che a sua volta denuncia come, in merito all'assegno mensile di assistenza, la cui soglia per la concessione resta elevata all'85% di invalidità, prevede come deroga che continui a essere concesso ai soggetti disabili con la vecchia soglia del 74% di invalidità solo se essa dipende da una sola specifica patologia e non da più patologie.

"Questo rappresenta - affermano Rocco Berardo e Gustavo Fraticelli, rispettivamente tesoriere e consigliere generale dell'associazione - l'ennesimo tentativo da parte del Governo di dettare d'imperio valutazioni tecniche proprie dei medici, come del resto già tentato con la legge sulla fecondazione assistita".

"Le attuale tabelle delle patologie invalidanti - spiega l'associazione - sono della linee guida ai fini di una mera valutazione tecnico sanitaria per la determinazione della gravità delle varie patologie che determinano la non abilità del soggetto che ne è affetto e quindi del suo svantaggio sociale". La citata metodologia valutativa è mutuata "dalla classificazione dell'OMS, nota come ICIDH (International Classification of Impairment Disabilities and Handicaps) del 1980, il cui criterio generale non può non prescindere necessariamente da una valutazione complessiva e globale dello stato patologico del singolo soggetto, al fine di poterne determinare la disabilità e quindi gli handicaps correlati".

"Alla luce di questa preoccupante tendenza intrusiva del potere politico" aggiungono Berardo e Fraticelli, sarebbe più che mai opportuno procedere a una revisione delle tabelle indicative dell'invalidità "che recepisse quella emanata dall'OMS nel 2001", che rapporta esplicitamente la disabilità al singolo individuo e la definisce come un insieme di condizionamenti oggettivi e soggettivi della persona stessa, cui vanno aggiunti fattori ambientali.

La stessa tabella, conclude l'associazione Luca Coscioni, "sarebbe anche un congruo ausilio per varie commissioni di accertamento della disabilità, la cui efficienza/competenza è l'unico strumento per contrastare, non solo a parole, il tanto conclamato dal Governo, solo a livello mediatico, fenomeno dei falsi invalidi".


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