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27.6.10

SCUOLA: IL TAR BLOCCA LA RIFORMA GELMINI

Decisiva l´udienza dei giudici laziali il 19 luglio. Il ministero: allarme infondato ROMA - Il Tar Lazio "congela" la circolare sulle iscrizioni alle scuole superiori e il prossimo anno scolastico rischia di iniziare nel caos. I giudici amministrativi della Capitale – accogliendo il ricorso presentato da 755 fra docenti, genitori, alunni e Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari), e sostenuto dal Comitato Nazionale per la scuola della Repubblica, dal Comitato Bolognese Scuola e Costituzione e dal Crides di Roma – hanno sospeso l´efficacia del provvedimento ministeriale fino al prossimo 19 luglio, quando si svolgerà la prossima udienza. Nel frattempo, il ministero dell´Istruzione dovrà produrre una "documentata relazione". A questo punto, i trasferimenti del secondo grado, fissati proprio per il 19 luglio, probabilmente slitteranno, mentre tutte le operazioni per definire gli organici e le cattedre verranno bloccate. E senza gli organici non è possibile avviare l´anno scolastico, perché non è possibile trasferire gli insegnanti, non è possibile assegnare le supplenze e non è neppure possibile effettuare i tagli imposti dalla Finanziaria del 2008: 17mila cattedre solo alle superiori. Ma, soprattutto, non è possibile fare partire i nuovi licei, i nuovi istituti tecnici e i nuovi professionali della riforma Gelmini.

Il ministero si affretta a gettare acqua sul fuoco. «L´ordinanza del Tar del Lazio sui provvedimenti ministeriali in materia di organici è solo temporanea, è una semplice richiesta d´informazioni», spiegano da viale Trastevere. «Forniremo al più presto – assicurano – ogni opportuno chiarimento e depositeremo la documentazione necessaria al fine di dimostrare che il ricorso, enfatizzato da parte di alcuni sindacati e associazioni, è destituito di qualsiasi fondamento». Sugli organici del superiore il ministero era già in notevole ritardo e il "contrattempo" del Tar rappresenta la ciliegina sulla torta. «Il danno derivante dalla operazione governativa è gravissimo», dichiarano le associazioni che snocciolano tutti i motivi del ricorso. «I genitori hanno dovuto procedere all´iscrizione dei figli alle prime classi dei nuovi indirizzi senza conoscere i programmi di studio e in mancanza dei programmi e dei regolamenti definitivi». Inoltre, «gli iscritti alle prime classi dei professionali non hanno alcuna garanzia che gli istituti statali siano in grado di offrire la qualifica professionale triennale finora prevista, visto che la competenza al riguardo è soggetta alle decisioni delle singole Regioni». Mentre, «gli studenti iscritti nelle seconde, terze e quarte classi degli istituti tecnici e professionali si troveranno a loro insaputa dal prossimo settembre l´orario ridotto da 2 a 4 ore». Sono stati «iscritti d´ufficio alla classe successiva – spiegano – senza essere informati del cambiamento e senza conoscere le materie soggette alla riduzione d´orario». Le iscrizioni alle superiori quest´anno sono scadute il 26 marzo, mentre i Regolamenti sul riordino delle scuole di secondo grado sono stati pubblicati in Gazzetta lo scorso 15 giugno. Prima di questa data, le scuole sono andate avanti a colpi di bozze, che potevano essere modificate fino all´ultimo momento. E se il 19 luglio i giudici del Tar Lazio si dovessero convincere che genitori e studenti sono stati danneggiati, la riforma, a sorpresa, potrebbe saltare.

 

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