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2.6.10

NON POSSIAMO DIMENTICARE: LE FOTO DELL'ORRORE DI BUENOS AIRES

Novanta foto. Victor Basterra, detenuto dei militari argentini dal 1979 al 1983, ha fotografato l’orrore. Per quattro anni i militari che gestivano l’Esma, la Scuola della marina militare di Buenos Aires, centro di torture e di sterminio degli oppositori arrestati, lo costrinsero a scattare istantanee di personale militare, foto che venivano poi utilizzate per preparare documenti falsi per le azioni illegali dei golpisti. Basterra venne messo a lavorare in una sorta di tipografia clandestina e ricorda di avere dovuto tra l’altro creare quattro falsi passaporti nei confronti di Licio Gelli. In Svizzera, quando fu arrestato, Gelli ne aveva uno con sé.
Negli ultimi tempi della sua detenzione Basterra aveva goduto di un attenuamento delle misure: è stato allora che è riuscito a portar fuori le copie di questi scatti che aveva fatto. Foto che sono state presentate poi, restaurata la democrazia, ai giudici del processo ai militari argentini. Oltre ai suoi scatti Basterra è riuscito a portare fuori anche una decina di foto di detenuti come Graciela Alberti (sopra) di cui non si è più avuto nessuna notizia.
Il 4 giugno Basterra deporrà davanti alla I Corte d’Assise del Tribunale di Roma, che celebra il processo all’ammiraglio Emilio Massera per la morte di tre immigrati di origine italiana, Giovanni Pegoraro, Susana Pegoraro, Angelamaria Aieta Gullo. Per due giorni di seguito, il 3 e il 4 giugno, sette testimoni sfileranno davanti alla I Corte d’Assise (Edificio B, I piano, ore 9,30).
Il 9 giugno Victor Basterra partecipa all’esposizione delle sue foto e all’incontro che si tiene presso la Casetta Rossa di Garbatella (via Magnaghi 14).

Intervistato da Paolo Brogi il “fotografo dell’Esma” (qui sotto davanti all’Esma) racconterà ciò che ha visto, subito, fotografato.
Segue lo spettacolo teatrale di Laura Sales “Donne argentine in fondo al mare” che rievoca i voli della morte.

A cura di Progetto Sur, Associazione 24 marzo, Associazione culturale lalottacontinua

Info 335 7350855


Fonte

Luciana P. Pellegreffi

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