MAREA NERA: CLASS ACTION AZIONISTI PER NON ESSERE STATI INFORMATI

New York  - Gli azionisti della Bp hanno presentato una class-action contro l'azienda petrolifera basata sulla tesi che il colosso petrolifero abbia indotto in errore gli investitori sulle misure di sicurezza di cui disponeva la Deepwater Horizon per poter rispondere a un eventuale incidente. La denuncia punta a rappresentare non solo gli investitori americani, ma le persone in tutto il mondo che abbiano acquistato azioni del colosso petrolifero britannico. Uno studio legale di New York -Zwerling, Schachter & Zwerling, specializzato in denunce collettive- ha depositato la class-action per conto di individui o entità che abbiano acquistato azioni ordinarie durante il periodo che va dal 27 febbraio 2008 al 12 maggio 2010. La denuncia fa riferimento a una serie di dichiarazioni della Bp, in cui l'azienda sosteneva di avere la tecnologia necessaria per operazioni di sicurezza; ma circa un mese dopo l'esplosione della Deepwater Horizon, l'amministratore delegato della Bp, Antohny B-Hayward, fu costretto ad ammettere che la Bp non aveva la tecnologia disponibile per fermare la falla. A titolo di prova, vengono citati una lunga serie di incidenti, incendi ed esplosioni negli impianti Bp (tra cui quello a Texas City, nel 2005, che costò la vita a 15 persone, e una perdita nelle condutture petrolifere nella baia di Prudhoe, in Alaska). Nel caso attuale gli azionisti sostengono che la Bp abbia violato il Securities Exchange Act, del 1934, diffondendo comunicati "falsi o inducenti errore su sicurezza, tecnologia, ispezioni e precauzioni delle sue installazioni offshore". Al momento dell'esplosione della Deepwater Horizon, le azioni della Bp erano a 60 dollari, adesso hanno perso quasi metà del proprio valore. (AGI)