Sul ddl intercettazioni alla Camera ''sara' un Vietnam''. Lo assicura il vicesegretario del Pd Enrico Letta che a Lazise, a margine della due giorni della sua associazione 'TrecentoSessanta', ha annunciato che ''alla Camera sara' battaglia''. ''Mi sento di dire - ha dichiarato - che nel passaggio del ddl per le intercettazioni alla Camera sara' un Vietnam per la maggioranza''. Letta ha assicurato che il Pd ''fara' di tutto'' per cambiare quel testo in Parlamento: ''Le cadute che hanno avuto in questa settimana - ha sottolineato il vicesegretario del Pd - dimostrano che la situazione per loro non sara' indolore. Faremo di tutto per cambiare il provvedimento''Il governo incassa la fiducia al ddl intercettazioni che ora passa alla Camera per l'approvazione. Proteste dell'opposizione: l'Italia dei Valori occupa l'Aula di Palazzo Madama poi vota contro. Il Pd abbandona l'Aula: «Qui comincia il massacro della libertà».
Anche l'ex premier Romano Prodi ha commentato il voto di ieri al Senato: «Sono preoccupatissimo. La prima pagina vuota di Repubblica esprime anche lo stato del mio animo» ha dichiarato l'ex premier a RepubblicaTv. «Soprattutto - si chiede Prodi - ci rendiamo conto che sono mesi e mesi che si va avanti su questi temi, e solo su questi temi? Il resto e' periferico, il resto passa». «La continuità - ha detto l'ex presidente del Consiglio - è il tentativo di controllare il Paese. Io sono personalmente molto molto
preoccupato perché è la democrazia che entra in sofferenza, che respira male. Poi credo che ci sia una forza che nei momenti più strani salta fuori. Parlavo l'altro giorno con Kohl delle difficoltà della politica europea e lui mi ha raccontato di aver incontrato dei ragazzi che hanno capito che bisogna cambiare completamente pagina. Contiamo su quei ragazzi. I giovani si organizzino, si facciano da soli lo spazio politico nel centrosinistra, e caccino a calci gli attuali leader».
Ieri sera qualche centinaio di manifestanti tra semplici cittadini, militanti del Popolo Viola e dei partiti dell'opposizione si sono riversati davanti a Palazzo Grazioli, la residenza del premier, per protestare contro la legge-bavaglio. Hanno srotolato uno striscione: «La mafia ringrazia» e steso a terra la sagoma di un cadavere, come a dire: «Qui è stato commesso un delitto». Alcuni ragazzi della Scuola di Cinema, l'ex Centro Sperimentale di Cinematografia, hanno recitato articoli della Costituzione. Altri hanno acceso lumini, fischiato, scandito slogan. Fino a quando non è intervenuta la polizia, prima schierando diverse camionette per chiudere l'accesso alla via e poi identificando uno per uno i manifestanti, come si vede nel video dell'Unità. «Ne hanno identificati una cinquantina», racconta Giuliano Girlando, giovane dell'Idv, presente al sit-in: «Abbiamo cercato di spiegare ai poliziotti che eravamo scesi in piazza anche per loro, per difendere i loro diritti, perché questa legge renderà più difficile il lavoro della polizia».
Il governo ha ottenuto dunque la fiducia al Senato sul disegno di legge che limita l'uso delle intercettazioni telefoniche nelle indagini e proibisce la loro pubblicazione nei media. La fiducia ha ottenuto 164 sì, 25 no e zero astenuti. Con questo voto il provvedimento si intende approvato dal Senato.
Il Pd non ha partecipato alla votazione, sia pure con alcune defezioni, in polemica con una legge che ha definito «liberticida», in una giornata di grande agitazione al Senato, che aveva visto in precedenza l'espulsione dall'aula dei senatori dell'Italia dei Valori, anch'essi contrari al ddl, perché occupavano i banchi riservati al governo. Anche i sette senatori a vita non hanno partecipato al voto.
«Votiamo sì orgogliosi e convinti, come sempre, questa legge utile e importante» ha invece dichiarato il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, concludendo la sua dichiarazione di voto sulla fiducia posta dal governo al ddl intercettazioni rivendicando la bontà del provvedimento con un intervento accalorato e fortemente polemico verso il Pd.
Il provvedimento, che per il governo armonizza il diritto alla privacy con quello di cronaca, tornerà ora per un'altra lettura alla Camera, dove era stato approvato per la prima volta un anno fa, sempre con il voto di fiducia.
Il Colle «I professionisti della richiesta al Presidente della Repubblica di non firmare spesso parlano a vanvera. Per il resto non ho nulla da aggiungere». Lo ha detto Giorgio Napolitano rispondendo ad una domanda sull'approvazione sul disegno di legge sulle intercettazioni.
Berlusconi insulta la Costituzione : «Rende il mio lavoro un inferno» (VIDEO). Bersani replica: «Se non ti piace vai a casa».
Anche l'ex premier Romano Prodi ha commentato il voto di ieri al Senato: «Sono preoccupatissimo. La prima pagina vuota di Repubblica esprime anche lo stato del mio animo» ha dichiarato l'ex premier a RepubblicaTv. «Soprattutto - si chiede Prodi - ci rendiamo conto che sono mesi e mesi che si va avanti su questi temi, e solo su questi temi? Il resto e' periferico, il resto passa». «La continuità - ha detto l'ex presidente del Consiglio - è il tentativo di controllare il Paese. Io sono personalmente molto molto
preoccupato perché è la democrazia che entra in sofferenza, che respira male. Poi credo che ci sia una forza che nei momenti più strani salta fuori. Parlavo l'altro giorno con Kohl delle difficoltà della politica europea e lui mi ha raccontato di aver incontrato dei ragazzi che hanno capito che bisogna cambiare completamente pagina. Contiamo su quei ragazzi. I giovani si organizzino, si facciano da soli lo spazio politico nel centrosinistra, e caccino a calci gli attuali leader».
Ieri sera qualche centinaio di manifestanti tra semplici cittadini, militanti del Popolo Viola e dei partiti dell'opposizione si sono riversati davanti a Palazzo Grazioli, la residenza del premier, per protestare contro la legge-bavaglio. Hanno srotolato uno striscione: «La mafia ringrazia» e steso a terra la sagoma di un cadavere, come a dire: «Qui è stato commesso un delitto». Alcuni ragazzi della Scuola di Cinema, l'ex Centro Sperimentale di Cinematografia, hanno recitato articoli della Costituzione. Altri hanno acceso lumini, fischiato, scandito slogan. Fino a quando non è intervenuta la polizia, prima schierando diverse camionette per chiudere l'accesso alla via e poi identificando uno per uno i manifestanti, come si vede nel video dell'Unità. «Ne hanno identificati una cinquantina», racconta Giuliano Girlando, giovane dell'Idv, presente al sit-in: «Abbiamo cercato di spiegare ai poliziotti che eravamo scesi in piazza anche per loro, per difendere i loro diritti, perché questa legge renderà più difficile il lavoro della polizia».
Il governo ha ottenuto dunque la fiducia al Senato sul disegno di legge che limita l'uso delle intercettazioni telefoniche nelle indagini e proibisce la loro pubblicazione nei media. La fiducia ha ottenuto 164 sì, 25 no e zero astenuti. Con questo voto il provvedimento si intende approvato dal Senato.
Il Pd non ha partecipato alla votazione, sia pure con alcune defezioni, in polemica con una legge che ha definito «liberticida», in una giornata di grande agitazione al Senato, che aveva visto in precedenza l'espulsione dall'aula dei senatori dell'Italia dei Valori, anch'essi contrari al ddl, perché occupavano i banchi riservati al governo. Anche i sette senatori a vita non hanno partecipato al voto.
«Votiamo sì orgogliosi e convinti, come sempre, questa legge utile e importante» ha invece dichiarato il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, concludendo la sua dichiarazione di voto sulla fiducia posta dal governo al ddl intercettazioni rivendicando la bontà del provvedimento con un intervento accalorato e fortemente polemico verso il Pd.
Il provvedimento, che per il governo armonizza il diritto alla privacy con quello di cronaca, tornerà ora per un'altra lettura alla Camera, dove era stato approvato per la prima volta un anno fa, sempre con il voto di fiducia.
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