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11.6.10

LOGGIA P2: DALLA FONDAZIONE ALLA MESSA FUORI LEGGE

La data di fondazione della loggia massonica Propaganda Due si perde nel tempo, come spesso accade per simili consorterie. E' noto, comunque, che era un antico sodalizio che accoglieva gli elementi più importanti e prestigiosi, fin da quando, nel secolo scorso, la massoneria, aveva avuto un ruolo centrale nelle vicende italiane.

Nell'800 la Massoneria diviene terreno d'elezione per le intese politiche fra esponenti di regioni lontane e annovera nelle sue logge Lanza e Cairoli, Depretis e Zanardelli, Crispi e Di Rudinì. Adriano Lemmi, banchiere livornese geniale e spregiudicato, grande regista dell'intrallazzo, iscritto alla Massoneria dal 1875, fu il primo a intuire l'importanza di avere a propria disposizione una loggia "coperta" per manovrare la finanza pubblica stando dietro il palcoscenico. Il suo programma massonico era semplice: via dalle logge i poveracci e i pensatori, l'obiettivo deve essere conquistare il potere: "Chi è al governo degli Stati o è nostro fratello o deve perdere il posto". La stessa filosofia che un secolo più tardi avrebbe ispirato il "fratello" Licio Gelli.

Sotto la guida di Lemmi, la Massoneria visse la sua età dell'oro: i parlamentari iscritti alle logge giunsero a essere trecento. Di fronte a questo straordinario successo, Lemmi ebbe l'idea vincente: riunire la crema della Massoneria nella loggia Propaganda 2 (a Torino esisteva già un'antichissima loggia Propaganda) e mettervisi a capo, garantendo adeguata "copertura" ai fratelli che svolgevano certe attività o ricoprivano ruoli pubblici nel mondo "profano", salvaguardando cioè‚ i fratelli "importanti" dalle curiosità dei tanti e da quelli che venivano definiti i "fratelli arrampicatori". I "fratelloni" erano esonerati dal frequentare i normali lavori di loggia e i loro nominativi non apparivano in alcun elenco ufficiale, ma erano "fratelli all'orecchio", noti soltanto al Gran Maestro il quale, al termine del proprio mandato, li comunicava oralmente "all'orecchio" del suo successore. Ma quando i fratelli così affiliati divennero tanto numerosi da non poter essere tutti ritenuti a mente, nacque l'esigenza di dar vita alla loggia Propaganda.

Anche quella P2, però, finì male, travolta dallo scandalo della Banca romana che coinvolse politici, banchieri e militari iscritti alla loggia "coperta" di Lemmi, con conseguente fuggi fuggi tragicomico di tanti fratelli pentiti. Dopo il ventennio mussoliniano, dal quale la Massoneria uscì come da un incubo, a causa delle persecuzioni del regime che ne aveva dichiarato l'incompatibilità con l'essere fascista, tornano a farsi spazio coloro che considerano la Massoneria un luogo d'incontro per affari di varia natura, meno interessati quindi alla speculazione sulla fedeltà alla tradizione massonica o ai rapporti con il cattolicesimo, causa della grande spaccatura tra clericali e anticlericali.

Dopo la seconda guerra mondiale era stata riorganizzata anche la loggia P2, con l'aiuto della massoneria USA, trasferendovi i massoni più in vista o che dovevano restare "coperti".

Nel Dicembre 1965 il Gran Maestro aggiunto Roberto Ascarelli presenta l'apprendista Licio Gelli al Gran Maestro Gamberini, il quale lo eleva immediatamente di grado nella gerarchia massonica e lo inserisce nella loggia P2. Nel 1969 Ascarelli e Gamberini affidano a Gelli un non meglio precisato incarico speciale nella loggia.

Nel '69 capi massonici diranno che grazie a Gelli 400 alti ufficiali dell'esercito sono stati iniziati alla massoneria al fine di predisporre un "governo di colonnelli", sempre preferibile ad un governo comunista. L'attività della P2 negli anni '70 era frenetica.

C'era la pratica costante della raccomandazione e c'erano gli affari, e gli affari intrecciati col potere che lo alimentavano. Degli affari citiamo i più noti: l' Eni-Petronim, il banco Ambrosiano, il crak della Banca Privata di Sindona, la scalata al "Corriere della Sera", tutti collegati a scandali e cadaveri come quello di Calvi, penzolante sotto un ponte di Londra o quello di Ambrosoli, liquidatore della banca Privata di Michele Sindona.

A volte gli uomini della P2 si servirono delle organizzazioni criminali: mafia, camorra, 'ndrangheta. Collegamenti accertati dalle inchieste giudiziarie sul finto rapimento di Sindona, sul caso Cirillo, sulla strage del rapido 904, sull'omicidio di Roberto Calvi. I nomi degli iscritti alla P2 ritornano con ossessiva puntualità in tutte le indagini sui misteri d'Italia.

Nel 1971 Gelli diviene segretario organizzativo e ha il totale controllo della loggia. Nel frattempo molti personaggi eccellenti, soprattutto militari e finanzieri si sono iscritti, tra questi il generale Allavena che porterà in dote le copie dei fascicoli delle schedature del SIFAR.

Nel 1972 il nuovo segretario organizzativo cambia nome alla loggia in "Raggruppamento Gelli-P2" accentuandone le caratteristiche di segretezza evitando qualsiasi tipo di controllo.

Nel 1973 la loggia segreta "Giustizia e Libertà" si fonde con la P2. Alla Gran Loggia di Napoli del Dicembre 1974, qualcosa di simile a un conclave massonico alcuni tentarono di sciogliere la P2 e di abrogarne i regolamenti particolari, ma senza successo, Gelli aveva acquisito troppo potere nel frattempo. Lino Salvini, maestro del Grande Oriente d'Italia, quindi, nonostante non vedesse di buon occhio tanto potere concentrato in quella loggia, il 12 Maggio 1975 decretò ufficialmente la ricostituzione della loggia P2 elevando Gelli al grado di maestro venerabile.

Nella primavera del 1975, Licio Gelli fonda l'Organizzazione Mondiale del Pensiero e dell'Assistenza Massonica (OMPAM) , una superloggia internazionale con sede a Montecarlo (a tutt'oggi sembra che sia ancora attiva). Al congresso mondiale dell'OMPAM , che si svolge a Rio De Janeiro , nel discorso inaugurale Gelli afferma "...Considero superfluo ricordare a tutte le potenze occidentali che oggi il vero e grande pericolo per l'umanita' e' rappresentato dalla penetrazione del comunismo che sta abbattendo le piu' sacre ed inalienabili liberta' umane.

Guerra Interna nella Massoneria - Salvini contro Licio Gelli

Il lungo periodo di gran maestranza del Salvini venne, fin quasi dal suo inizio, dalla questione della loggia P2 e dalla presenza, alla testa di questa, di Licio Gelli.Poco dopo la propria elezione, infatti, il 19 giugno 1970 Lino Salvini aveva delegato il Gelli a rappresentarlo presso gli iscritti alla loggia Propaganda 2 con il titolo, affatto inedito in massoneria, di “segretario organizzativo”.

Nel gennaio 1975, resosi conto dell’errore commesso e dei rischi cui la crescente intraprendenza del Gelli esponeva l’intero G.O.I., il Salvini decideva che da quel momento la loggia P2 sarebbe stata una normale loggia non “coperta” ed esonerava il Gelli dalle funzioni di “segretario organizzativo”.

Il Gelli non gradì l’“esonero” e, in occasione dell’assemblea Gran Loggia del marzo 1975, organizzò una controffensiva, facendo circolare documenti su presunte malversazioni finanziarie commesse dal gran maestro, il quale accusò il colpo e fece drasticamente marcia indietro: con decreto del 12 maggio 1975 il Salvini ufficializzava l’esistenza di una “regolare” loggia Propaganda n. 2, non “coperta” e costituita da poche decine di affiliati. Ne divenne maestro venerabile lo stesso Gelli, mentre proseguiva non ufficialmente l’esistenza di una loggia segreta P2, con a capo ovviamente ancora il Gelli. Il meccanismo si perfezionò l’anno seguente, quando la P2 “regolare” venne sospesa, inaugurando un regime di doppia verità: ufficialmente i lavori della loggia Propaganda n. 2 erano sospesi, benché in realtà la stessa loggia, nella sua versione “segreta”, non soltanto continuasse ad esistere, ormai al di fuori di ogni controllo da parte del gran maestro e del G.O.I., ma proliferasse ben oltre ogni precedente storico fino ad assumere dimensioni abnormi, reclutando in tutta Italia ed al di fuori di qualsiasi regola tradizionale. Con l’infoltimento delle fila della P2 e con l’affiliazione di personalità sempre più “importanti” nei suoi elenchi, noti soltanto al Gelli, il prestigio di quest’ultimo si accrebbe a dismisura dentro e fuori la massoneria, fino a farne una sorta di gran maestro occulto, in alternativa al gran maestro effettivo, e tanto da lasciar ipotizzare un rapporto diarchico tra il Salvini ed il Gelli.

A sua volta, l’unificazione con il “gruppo” Bellantonio fu di breve durata. Infatti nel settembre del 1975 Francesco Bellantonio venne espulso dal G.O.I. e rifondò, con una parte dei suoi seguaci, un’ennesima G. L. “di piazza del Gesù”. Gli stessi rapporti con le Grandi Logge statunitensi, tradizionale punto di forza nella “politica estera” del G.O.I., vennero messi in crisi dalla crescente diffusione in Italia, consentita e/o voluta dal Salvini, divenuto sinceramente e acriticamente anglofilo dopo il ricordato “riconoscimento”, del sistema dell’Arco Reale inglese, in concorrenza con il già presente Arco Reale americano, a sua volta collegato con l’organizzazione internazionale di questo sistema rituale “ad alti gradi”: furono necessari chiarimenti ed intermediazioni per evitare che si arrivasse ad una rottura con le Grandi Logge americane.

Costretto a dimissioni anticipate rispetto alla scadenza del proprio mandato, a causa di pressioni esercitate dalle Grandi Logge statunitensi, che minacciavano il disconoscimento, Lino Salvini si rassegnò a cedere il maglietto di gran maestro (rimase effettivamente in carica fino al 18 novembre 1978, dopo le dimissioni annunciate nell’assemblea di Gran Loggia del 18-19 marzo 1978). Al suo posto venne eletto Ennio Battelli.

L’elezione del nuovo gran maestro non segnò alcuna visibile rottura con la precedente gestione. Giordano Gamberini continuò a dirigere la Rivista Massonica (che dal febbraio 1980 cambiò formato e denominazione, mutata in Hiram), nonché ad assistere il Gelli nelle ammissioni alla P2. In particolare il Battelli continuò a mantenere un abbastanza regolare rapporto con Licio Gelli, cui, come per il passato, continuava ad essere demandata in totale autonomia la conduzione della P2, che anzi in quegli anni vide un’espansione senza precedenti, con numerose affiliazioni di importanti personaggi del mondo politico, burocratico, bancario, militare, editoriale ed industriale.

Nel 1980 il Gelli, al culmine del suo potere, rilasciò al giornalista Maurizio Costanzo, affiliato alla P2, un’intervista, pubblicata sul quotidiano Il Corriere della Sera del 5 ottobre, nella quale vantava in modo esplicito la propria influenza e le proprie “entrature” ai massimi livelli politici del Paese, suscitando accesissime polemiche su tutta la stampa.

Il 17 marzo 1981 la guardia di finanza, per ordine dei magistrati Gherardo Colombo e Giuliano Turone, effettuò una perquisizione a Castiglion Fibocchi, dove sequestrò documenti appartenenti a Licio Gelli, tra i quali un elenco di 953 nominativi appartenenti alla “loggia” P2: vi figuravano quarantaquattro parlamentari, tre ministri, un segretario di partito, i capi dei servizi segreti, dodici generali dei carabinieri, cinque generali della guardia di finanza, ventidue generali dell’esercito, quattro dell’aeronautica, otto ammiragli, una folla di magistrati, prefetti, questori, banchieri, grandi uomini di affari, giornalisti, editori, ambasciatori, alti funzionari pubblici, etc. Lo scandalo fu enorme. Cadde lo stesso governo in carica nel Paese e fu istituita una commissione parlamentare di inchiesta, mentre il nuovo governo Spadolini provvedeva ad elaborare un testo normativo, che si sarebbe concretizzato nella legge 25 gennaio 1982, n. 17.

La difesa del G.O.I. e del suo gran maestro Battelli fu assai debole, né altrimenti sarebbe stato possibile, in quanto era emerso che le attività semi clandestine del Gelli si erano svolte all’insaputa della Comunione ma non della ristretta cerchia di governo dell’Ordine. Con sentenza del 31 ottobre 1981 la corte centrale del G.O.I., presieduta da Armando Corona, decretò l’espulsione del Gelli dall’Ordine.

La loggia P2 valicherà presto i confini nazionali e conterà affiliati in diversi paesi dove non si limiterà a fare proselitismo, ma parteciperà, nei modi che la caratterizzano alla vita politica, economica e finanziaria di tali paesi. In Argentina, per esempio favorirà il golpe militare, per poi perorare la causa del ritorno di Peron, così come risulterà implicata nello scoppio del conflitto delle isole Malvinas.

La loggia P2 risulterà attiva in Uruguay, Brasile, Venezuela, negli Stati Uniti, in diversi paesi europei e non ultima in Romania, dove Gelli avrà importanti rapporti con il regime "socialista" di Ceausescu, nonostante l'anticomunismo viscerale di tutti gli aderenti alla P2.

LA LISTA DEGLI ISCRITTI
17 marzo 1981- La villa di Licio Gelli a Castiglion Fibocchi in provincia di Arezzo è stata perquisita dai carabinieri per ordine dei magistrati milanesi Gherardo Colombo e Giuliano Turone. Sembra che si sia trovata, fra l'altro, una lista di 962 iscritti alla loggia, denominata P2, di cui Licio Gelli è "maestro venerabile" (Comunic. Ansa del 17 marzo 1981, ore 12,18).
I giudici milanesi Turone e Colombo arrivarono alla scoperta degli archivi di Gelli indagando sul finto rapimento e il soggiorno in Sicilia del bancarottiere Michele Sindona. Dovettero muoversi autonomamente con l'appoggio di pochi fidati e segretamente, omettendo di avvertire i loro stessi vertici, in quanto la P2 contemplava nei suoi ranghi quasi la totalità delle più alte cariche dello Stato.

6 MAGGIO 1981 - Roma - La sede della massoneria italiana a Palazzo Giustiniani è stata perquisita per ordine della magistratura romana. L'operazione è stata compiuta dai carabinieri, che per tutta la notte scorsa, sotto la direzione del sostituto procuratore DOMENICO SICA, hanno esaminato numerosi carteggi e il contenuto di tutti gli archivi". ( Ib. ore 13,27).

Al centro dell'inchiesta c'è l'attività della Loggia P2, il cui capo è LICIO GELLI. Il suo nome è balzato più colte in questi ultimi tempi alla ribalta della cronaca. Ciò ha indotto il procuratore Achille Gallucci ad ordinare l'apertura di un'inchiesta che comunque non interferirà sui procedimenti che su Gelli sono in corso da tempo in altre città italiane. La procura vuole accertare la fondatezza delle numerose accuse che in questi ultimi tempi sono state rivolte da quotidiani e settimanali alla Loggia P2, della quale farebbero parte personaggi di primo piano della vita nazionale" ( Ib. ore 16,30).

21 MAGGIO 1981 - ROMA - L'ufficio stampa della presidenza del consiglio dei ministri ha distribuito in serata l'elenco dei nomi degli iscritti alla P2. Si tratta di fotocopie. Ogni nome è preceduto da un numero di fascicolo e da un numero di gruppo; segue un "codice", al quale talvolta segue il numero della tessera e un appunto relativo alle quote sociali". (Ib. ore 00,22).

Nella lista ci sono 52 alti ufficiali dei carabinieri, 50 dell'esercito, 37 della Guardia della Finanza, 29 della marina, 11 questori, 5 prefetti, 70 imprenditori, 10 presidenti di banca, 3 ministri in carica, 2 ex ministri, il segretario di un partito di governo, 38 deputati, 14 magistrati.

22 MAGGIO 1981 - Roma - Ordine di cattura per Licio Gelli. La procura della repubblica ha emesso ordine di cattura contro Licio Gelli e contro l'ex ufficiale dei carabinieri Antonio Viezzer. Ad entrambi viene contestato l'art. 257 del codice penale che punisce lo spionaggio politico o militare con al reclusione non inferiore a 15 anni". (Ib. ore 17,48).

5 GIUGNO 1981- Il tenente colonnello Luciano Rossi, l'ufficiale che era stato chiamato dal sostituto procuratore a testimoniare sulla Loggia P2, e sul ritrovamento dei documenti a Castel Fibocchi, viene rinvenuto cadavere al secondo piano della sede del nucleo centrale della polizia tributaria in via dell'Olmata a Roma. E stato trovato con un colpo di pistola sparato con la sua calibro 9 d'ordinanza alla tempia. Si parla subito di suicidio e il caso subito archiviato.

E' il primo "cadavere eccellente", e il primo "suicidio".

7 LUGLIO 1981 - Primo effetto (o panico) degli "affaires" P2 (Corriere, Calvi, Gelli. Ambrosiano, Sindona ecc.). La Borsa di Milano dopo una valanga di vendite che fa bruciare in un mattino miliardi su miliardi con un ribasso dei titoli del 20% sono sospese le contrattazioni e viene chiusa per 6 giorni. Quando riapre il 13, i titoli perdono un altro 10%.

9 LUGLIO 1981 - Roberto Calvi tenta il suicidio in carcere. Ha assunto dei barbiturici e si è svenato il polso destro con una lametta da barba. E' stato rinvenuto dopo cinque ore, alle sette del mattino. Ricoverato al Mangiagalli è fuori pericolo. Il mattino alle 9 doveva presentarsi dal sostituto procuratore Gerardo d'Ambrosio. Si svolge una movimentata seduta in Parlamento. Longo sulla P2 (c'è anche il suo nome fra gli iscritti) parla di "scandalismo" su tutta la vicenda e si dichiara "inorridito da certe Pubbliche amministrazioni nei riguardi di presunti iscritti alla P2".

24 LUGLIO 1981 il Governo Spadolini decide lo scioglimento della loggia P2, nell'ambito delle norme che puniscono le società segrete e i loro appartenenti.

9 DICEMBRE 1981 viene formata la commissione d'inchiesta sulla P2 (20 deputati e 20 senatori) presieduta dalla democristiana Tina Anselmi. Al suo insediamento ha affermato "Non lasceremo nulla di intentato per far luce di verità su un fenomeno tanto inquietante nella vita della repubblica" (ib 9 dic. 1982, ore 14,32).

Il 10 Dicembre 1981 il Parlamento ha ufficialmente sciolto la P2.

Fonti in parte estrapolate: disinformazione.it - Grade Oriente
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