Approvata dal Congresso consentirà alle 36 comunità di nativi boliviani di amministrare la legge in autonomia
Grandi novità in Bolivia. Come promesso da Evo Morales, dal primo momento che decise di mettersi a disposizione del Paese. Le 36 popolazione native del Paese hanno ottenuto il diritto ad amministrare in piena autonomi a la giustizia.
Una decisione rivoluzionaria quella voluta dal presidente e dal Congresso boliviano, che come spesso accade fortunatamente nel paese andino, rimette al centro della vita socio culturale le tradizioni i costumi e i valori dei nativi boliviani.
La votazione espressa dal Congresso non fa altro che confermare in pieno le riforme alla Costituzione approvante nel 2009 con un referendum.
Ora, il Congresso avrà 180 giorni di tempo per approvare un'altra serie di norme che dovranno identificare e specificare quali saranno i campi d'azione per la giustizia ordinaria e quali per la giustizia indigena.
Ad esempio sarà importante capire se i reati connessi al traffico di sostanze stupefacenti oppure gli omicidi, potranno essere giudicati con le regole delle comunità indigene oppure dalla giustizia ordinaria. Non solo. Diventerà di fondamentale importanza stilare una lista di reati, anche minori, che senza ombra di dubbio potranno essere giudicati dalle comunità.
Vi sono anche alcuni aspetti che gli analisti hanno puntualizzato, però. Per prima cosa da sempre la popolazione indigena della Bolivia ha considerato il potere della giustizia ordinaria come corrotto e razzista. Come dargli torto. In secondo luogo sono in molti ad essere preoccupati per il possibile aumento della violenza legata alla legge indigena. Sono stati molti i casi di linciaggio e lapidazione (ovviamente legati a condanne inflitte dalle comunità) avvenuti negli ultimi anni fra gli indios e gli analisti boliviani temono un escalation dei casi stessi.
Alessandro Grandi
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