Appello alla Rete! Basta un attimo, non lasciatela sola! Non vi costa nulla!
Vorrei il vostro aiuto perché a distanza di 4 anni non riesco a dare degna sepoltura al mio Andrea.
Andrea Gagliardoni aveva 23 anni.
Ogni giorno partiva da Porto Sant’ Elpidio (AP) per recarsi al lavoro.
Andrea Gagliardoni aveva 23 anni.
Ogni giorno partiva da Porto Sant’ Elpidio (AP) per recarsi al lavoro.
Il 20 giugno 2006, Andrea si alza alle tre e quarantacinque del mattino per essere sul posto di lavoro alle cinque. Alle sei e dieci la macchina tampografica comincia a dare problemi, come già più volte era accaduto.
Allora, mio figlio, cerca di risolvere il problema come facevano anche gli altri operai. Mette la macchina in “stand-by” (usando il pannello dei comandi che si trova lontano dal piano di lavoro e deve essere azionato con entrambe le mani) e controlla.
In quel momento la pressa riparte da sola lasciando ad Andrea il tempo di lanciare un urlo lancinante e la testa viene colpita da due tamponi che gli spezzano l’ osso del collo in pochi secondi. L’ hanno trovato così i compagni di lavoro in una pozza di sangue che usciva copioso da un orecchio.
Tutto ciò è accaduto perché quella macchina assassina era priva di mezzi di sicurezza.
Allora, mio figlio, cerca di risolvere il problema come facevano anche gli altri operai. Mette la macchina in “stand-by” (usando il pannello dei comandi che si trova lontano dal piano di lavoro e deve essere azionato con entrambe le mani) e controlla.
In quel momento la pressa riparte da sola lasciando ad Andrea il tempo di lanciare un urlo lancinante e la testa viene colpita da due tamponi che gli spezzano l’ osso del collo in pochi secondi. L’ hanno trovato così i compagni di lavoro in una pozza di sangue che usciva copioso da un orecchio.
Tutto ciò è accaduto perché quella macchina assassina era priva di mezzi di sicurezza.
Sono trascorsi quattro anni da quando il mio angelo se ne è andato. Da quel giorno, la nostra famiglia è distrutta. Nessun aiuto da parte di nessuno; né dai proprietari della fabbrica, che io definisco uomini senza cuore né cervello, né da parte delle istituzioni.
La tragedia è così grande che non si ha la lucidità per pensare, né per riflettere.
La tragedia è così grande che non si ha la lucidità per pensare, né per riflettere.
Bisogna trovare un loculo per Andrea. Viene proposto da una signora che abita nello stesso palazzo di tumulare Andrea nel loculo che lei ha comprato qualche anno prima.
Poi arriva la beffa da parte del comune di Porto Sant' Elpidio e in particolare del sindaco Mario Andrenacci: quando i familiari vanno a chiedere di poter dare degna sepoltura ad Andrea si sentono rispondere che questo non può avvenire per un regolamento interno e cioè bisogna aspettare la morte della signora, proprietaria del loculo, e contestualmente traslare Andrea.
Tutto ciò è irriverente e irrispettoso nei confronti di chi è morto e di chi è rimasto.
Poi arriva la beffa da parte del comune di Porto Sant' Elpidio e in particolare del sindaco Mario Andrenacci: quando i familiari vanno a chiedere di poter dare degna sepoltura ad Andrea si sentono rispondere che questo non può avvenire per un regolamento interno e cioè bisogna aspettare la morte della signora, proprietaria del loculo, e contestualmente traslare Andrea.
Tutto ciò è irriverente e irrispettoso nei confronti di chi è morto e di chi è rimasto.
Vi chiedo di aiutarmi perché se dovessi mancare io chi penserà al mio povero Andrea?
Scriviamo tutti al sindaco di Porto Sant’Elpidio (psesindaco@elpinet.it):
“Chiedo degna sepoltura per Andrea Gagliardoni ! ! ! ! “
Graziella Marota, madre di Andrea Gagliardoni
info
io ho scritto, fallo anche tu
Luciana P. Pellegreffi
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