Roma, 20 apr. (Adnkronos Salute) - In Italia le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte. Il loro impatto, in termini di mortalità e sui ricoveri ospedalieri, si mantiene elevato e rimane il primo problema di sanità pubblica, nonostante l'enorme disomogeneità tra la Regioni. E' quanto emerge da un capitolo di 'I centri cardiovascolari', prima di una serie di pubblicazioni volute dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio, per promuovere un processo di armonizzazione nella definizione di linee guida per la riorganizzazione dell'assistenza e della prevenzione. La 'collana' dei libri ha per titolo 'I quaderni del ministero della Salute'. Il ministero cita dati dell'Istat, dell'Istituto superiore di sanità (Iss) e dell'Osservatorio epidemiologico cardiovascolare, dai quali si evince che i maggiori sforzi, in futuro, dovranno essere orientati verso la prevenzione cardiovascolare globale al Sud e nelle Isole, mentre al Centro-Nord la tendenza decrescente dei tassi di mortalità sottolinea il grande impatto degli interventi preventivi, rivolti sia ai soggetti ad alto rischio che all'intera popolazione. A causa dell'aumento della popolazione anziana - si legge - lo scompenso cardiaco è una patologia sempre più rilevante dal punto di vista epidemiologico, e poichè questa tendenza demografica è destinata a proseguire, è realistico pensare all'ulteriore incremento di queste patologie.
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