Buongiorno,
visto l'interessamento di alcuni organi di informazione sul mio ricorso, dott.ssa Nika Arvanitaki dipendente di ruolo della Regione Emilia-Romagna, depositato il 27 novembre 2009 al Tribunale di Forlì, Giudice del Lavoro, difesa dall' avvocato Patrizia Graziani contro l’operato della Regione Emilia-Romagna per chiara ed evidente discriminazione di genere, invio l'allegato documento.
Considerata la delicatezza della questione, si prega, nella redazione di eventuale articolo, di mantenere il senso del messaggio allegato nel caso di un suo uso parziale.
visto l'interessamento di alcuni organi di informazione sul mio ricorso, dott.ssa Nika Arvanitaki dipendente di ruolo della Regione Emilia-Romagna, depositato il 27 novembre 2009 al Tribunale di Forlì, Giudice del Lavoro, difesa dall' avvocato Patrizia Graziani contro l’operato della Regione Emilia-Romagna per chiara ed evidente discriminazione di genere, invio l'allegato documento.
Considerata la delicatezza della questione, si prega, nella redazione di eventuale articolo, di mantenere il senso del messaggio allegato nel caso di un suo uso parziale.
Saluti
Nika Arvanitaki
tel. 0543-459764 (orario ufficio)
tel. 0543-28454
In data 27 novembre 2009 è stato depositato dal mio avvocato Patrizia Graziani il ricorso al Tribunale di Forlì, Giudice del Lavoro, contro l’operato della Regione nei miei confronti soprattutto
per chiara ed evidente discriminazione di genere.
Mi chiamo Nika Arvanitaki, sono dipendente di ruolo della Regione Emilia-Romagna dal 1980 come geologa nella sede di Forlì (ex Genio Civile) e subisco una discriminazione di genere puntuale e sistematica dal dirigente a partire dagli anni 1996-1997 con maggior aggressione dall’anno 2000.
Numerosissime sono state le angherie, le umiliazioni e le prevaricazioni in cui sono stata sottoposta senza l’effettivo riconoscimento della mia professionalità e responsabilità costantemente messe in campo.
C’è da notare che già nel 1998, nell’ambito di un progetto obiettivo della stessa Regione, da me proposto e di cui io facevo parte con tema le donne tecnico nell’Ente, è stato segnalato che c’è una
chiara “marcatura maschile” proprio perché la dimensione economica, oltre a quella professionale, ha messo in moto una maggiore determinazione dei soggetti storici maschili nel mantenere il controllo delle quote più consistenti di riconoscimento.
E così, dal 2000 mentre a tutti i colleghi uomini incaricati, come me, di Unità Operativa si riconosceva da subito la professionalità con progressione di carriera e conseguente compenso tramite l’assegnazione di Posizione Organizzativa, unicamente a me a tutt’oggi, viene negata.
Infatti, addirittura dieci anni dopo, il 1 aprile 2009 quando la Posizione Organizzativa Assetto Idrogeologico rimaneva vacante per il pensionamento del collega geologo che dal 2000 ne era titolare, la stessa veniva assegnata ad un collega uomo entrato in Regione da pochissimi anni.
Beh, questo è stato “il fattore scatenante” come diciamo noi geologi quando si tratta…..di frane!
Concludendo, a solo titolo di esempio visto i numerosi documenti allegati nel ricorso presentato, nel Programma di Servizio 2009 approvato e pubblicato sul sito della Regione riferito al lavoro di ogni dipendente, nella mia scheda di attività non risultava nessuna delle attività che svolgo, nonostante gli incarichi scritti e firmati dallo stesso dirigente. Durante i mesi successivi dopo numerosi ed inefficaci contatti telefonici ero costretta a segnalare con lettera tale mancanza.
Nika Arvanitaki
tel. 0543-459764 (orario ufficio)
tel. 0543-28454
In data 27 novembre 2009 è stato depositato dal mio avvocato Patrizia Graziani il ricorso al Tribunale di Forlì, Giudice del Lavoro, contro l’operato della Regione nei miei confronti soprattutto
per chiara ed evidente discriminazione di genere.
Mi chiamo Nika Arvanitaki, sono dipendente di ruolo della Regione Emilia-Romagna dal 1980 come geologa nella sede di Forlì (ex Genio Civile) e subisco una discriminazione di genere puntuale e sistematica dal dirigente a partire dagli anni 1996-1997 con maggior aggressione dall’anno 2000.
Numerosissime sono state le angherie, le umiliazioni e le prevaricazioni in cui sono stata sottoposta senza l’effettivo riconoscimento della mia professionalità e responsabilità costantemente messe in campo.
C’è da notare che già nel 1998, nell’ambito di un progetto obiettivo della stessa Regione, da me proposto e di cui io facevo parte con tema le donne tecnico nell’Ente, è stato segnalato che c’è una
chiara “marcatura maschile” proprio perché la dimensione economica, oltre a quella professionale, ha messo in moto una maggiore determinazione dei soggetti storici maschili nel mantenere il controllo delle quote più consistenti di riconoscimento.
E così, dal 2000 mentre a tutti i colleghi uomini incaricati, come me, di Unità Operativa si riconosceva da subito la professionalità con progressione di carriera e conseguente compenso tramite l’assegnazione di Posizione Organizzativa, unicamente a me a tutt’oggi, viene negata.
Infatti, addirittura dieci anni dopo, il 1 aprile 2009 quando la Posizione Organizzativa Assetto Idrogeologico rimaneva vacante per il pensionamento del collega geologo che dal 2000 ne era titolare, la stessa veniva assegnata ad un collega uomo entrato in Regione da pochissimi anni.
Beh, questo è stato “il fattore scatenante” come diciamo noi geologi quando si tratta…..di frane!
Concludendo, a solo titolo di esempio visto i numerosi documenti allegati nel ricorso presentato, nel Programma di Servizio 2009 approvato e pubblicato sul sito della Regione riferito al lavoro di ogni dipendente, nella mia scheda di attività non risultava nessuna delle attività che svolgo, nonostante gli incarichi scritti e firmati dallo stesso dirigente. Durante i mesi successivi dopo numerosi ed inefficaci contatti telefonici ero costretta a segnalare con lettera tale mancanza.
Luciana P. Pellegreffi
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