Dante De Angelis (Eidon)
ROMA - «È finito un incubo. Dopo più un anno d'attesa finalmente mi sento sollevato». Ha vinto Dante De Angelis: licenziamento annullato, immediato ordine di reintegrazione e risarcimento di tutte le retribuzioni perdute. È la sentenza del giudice del lavoro di Roma Dario Conte sulla vicenda del licenziamento del ferroviere Dante De Angelis. Macchinista del deposito locomotive di Roma-San Lorenzo, De Angelis fu sollevato dall'incarico dopo che le Ferrovie gli contestarono di aver reso dichiarazioni contrarie alla verità sulle cause e sugli effetti di un episodio risalente al 14 luglio 2008, vigilia di Ferragosto, quando, a Milano, un Etr senza passeggeri si «spezzò» mentre veniva trasferito dall'officina della Martesana alla stazione centrale. Per il macchinista licenziato, e adesso reintegrato, lo «spezzamento» era stato un incidente potenzialmente molto pericoloso in quanto era anche un campanello d'allarme che poneva all'attenzione la questione della manutenzione, della progettazione e dei controlli sugli Etr. Il giudice del lavoro ha condannato Ferrovie a pagare le spese di giudizio. Tra 60 giorni le motivazioni della sentenza.
LE DENUNCE - De Angelis è stato accolto da un centinaio di suoi sostenitori, in attesa della decisione del giudice davanti agli uffici di viale Giulio Cesare, che lo hanno accolto con scroscianti applausi. «Tornerò a guidare un treno - commenta con voce pacata De Angelis -. La mia resistenza, quella della mia famiglia e dei miei colleghi è stata messa a dura prova. Resto convinto di aver fatto il mio dovere nell'interesse della sicurezza di tutti, ferrovieri, pendolari e tutti i cittadini». Ma il macchinista non riesce a nascondere l'emozione. Subito dopo la pronuncia del tribunale a chi gli chiede, se tornerà a fare le denunce sulla sicurezza dei treni, rassicura: «Se tornerò a denunciare? Certo è il mio dovere. Dovrò fare un grande sforzo per fare quello che facevo prima e dimostrare che il licenziamento non ha avuto effetti intimidatori. È poi l'ho promesso ai miei colleghi e ai parenti delle vittime di Viareggio proprio davanti alla porta del tribunale». «È una sentenza molto importante - hanno commentato i legali di De Angelis, gli avvocati Piergiovanni Alleva e Pierluigi Panici - perché restaura il diritto di espressione e critica da parte dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e respinge la pretesa dell'azienda che voleva limitare questa libertà con l'idea che un eventuale, e in questo caso non esistente, errore nell'esercizio di un importante incarico possa comparare il licenziamento».
L'ORSA - «Quella del tribunale di Roma è la risposta che ci attendevamo. L'unica- afferma l'Orsa- che meritava la dirigenza del gruppo Fs che, anziché valorizzare le capacità e l'attenzione dei propri Rls, afferma la propria infallibilità licenziando lavoratori che hanno l'unico torto di essere attenti alla sicurezza dei viaggiatori e dei lavoratori». «Non si può essere licenziati quando si denuncia insicurezza, ancor meno quando le denunce sono fondate», sottolinea la sigla sindacale. «Ed è questa- prosegue- la condizione di De Angelis, basti pensare che le sue denunce sono riproposte nel rapporto annuale 2008 dell'Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria (Ansf) in cui si menziona puntualmente la necessitá di una maggiore attenzione sia per gli inconvenienti agli Eurostar Etr serie 400 (460, 480, 485, ecc) che per gli spezzamenti degli Etr 500: esattamente le segnalazioni per le quali Dante De Angelis è stato licenziato».
TRENITALIA - «Trenitalia ritiene di essersi correttamente comportata e di aver utilizzato il proprio potere disciplinare conformemente alle norme legali e ai precedenti giurisprudenziali emersi sul punto». È questo il commento del legale di Trenitalia, l'avvocato Enzo Morrico, alla sentenza con la quale il giudice del lavoro di Roma ha reintegrato il macchinista Dante De Angelis. «Nel prendere atto della sentenza negativa - ha aggiunto il legale - ci riserviamo ogni eventuale valutazione nel merito della pronunzia solo al momento in cui saranno depositate le motivazioni della stessa».
fonte
Luciana P. Pellegreffi
Translation services
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