SCONTRO NELLE 2 RETI RAI CHE ANCORA "RESISTONO" ALL'OMOLOGAZIONE
RAI 2: Michele Santoro denuncia i ritardi che stanno mettendo a rischio Annozero. Ritardi causati dalla mancata firma dei contratti dei collaboratori della tasmissione.
La trasmissione produce elevati introiti pubblicitari e l'elevato share della trasmissione ripagano abbondantemente i costi della trasmissione.
Secondo il giornalista il danno procurato all'eventuale chiusura di Annozero produrrebbe una falla sia nella programmazione della rete che ai bilanci della RAI "valutabile in decine di milioni di euro".
Ci ricordiamo bene i desideri di Berlusconi di eliminazione dalle reti RAI alcune trasmissioni "scomode" tra cui Annozero e la sentenza della magistratura, successiva all'allontanamento di Santoro, che ne ilpone il reintegro.
RAI 3: Il direttore Paolo Ruffini, si schiera a difesa di REPORT affinchè sia mantenuta l'assistenza legale ai giornalisti e dichiara: "E' un programma che si base su una squadra di freelance. A questi giornalisti la Rai ha garantito copertura legale negli anni passati. Ora l'azienda vuole rivedere la clausola, nonostante il parere contrario della rete".
Due situazioni che unite alle recenti denunce ai quotidiani "la Repubblica" e "L'Unità" confermano quanto ho sostenuto in altro articolo e che cioè la censura e il controllo dell'informazione con questo governo passa attraverso:
- il conflitto d'interessi irrisolto e insabbiato;
- la realizzazione del programma della P2 al quale il nostro premier aveva aderito tesserandosi;
- gli attacchi diretti attraverso denunce, minacce, insulti, limitazione delle libertà di espressione sia cartacea che in rete;
- la via più infame quella esercitata per via economica: costringere i giornali a chiudere chiedendo risarcimenti stratosferici per presunti danni alla persona (caso "L'Unità) o mettere i giornalisti in condizione di non poter lavorare togliendogli la copertura legale indispensabile al giornalismo d'inchiesta (caso Report).
Questa non è la direzione che segue un paese democratico, ma un regime. La libertà di stampa nel nostro paese è stata definita: "Parzialmente libera" e non a caso.
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Luciana P. Pellegreffi
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